Tanto per ricordare quanto già detto il 9 aprile scorso, visti i cinque romanzi selezionati per il Premio Hugo 2015  intendiamo recensire qui, nella maniera più completa possibile, tutti e cinque i romanzi in gara. Le cinque opere sono:

  • Ancillary Sword, Ann Leckie (Orbit US/Orbit UK)
  • The Goblin Emperor, Katherine Addison (Sarah Monette) (Tor Books)
  • The Dark Between the Stars, Kevin J. Anderson (Tor Books)
  • Lines of Departure, Marko Kloos (47North)
  • Skin Game, Jim Butcher (Roc Books)

Abbiamo già recensito le prime due e, chi le avesse perse, è invitato cercare qui sia Ancillary Sword, sia The Goblin Emperor.

[singlepic id=308 w=200 h=317 float=right]Oggi è l’ora di The Dark Between the Stars, scritto da Kevin J. Anderson. Nel nostro articolo di presentazione dell’Hugo, si parla dei tre romanzi che dicono essere stati consigliati dai Sad Puppies 3, bollati da alcuni come un gruppo fascista! Non voglio tornare su quella polemica, che del resto è disponibile su questo stesso sito.

Vediamo dunque chi è Kevin J. Anderson.

Personalmente non l’avevo mai letto prima di oggi e non ho alcuna vergogna a dire che non l’avevo mai sentito nominare: mia colpa, naturalmente. Parlando con Silvio Sosio, Editore di Delos e comunque un operatore tra i più quotati nella fantascienza, mi dice di averlo conosciuto personalmente:

È un tizio simpatico. Ci siamo trovati insieme in vacanza in Scozia dopo la Worldcon di Glasgow, ad andare su e giù per Lochness in barchetta. Ma è essenzialmente un autore di “mestiere”, cioè capace di scrivere praticamente di tutto su commissione, da Dune a Star Wars, senza porsi troppi problemi e sempre con qualità professionale”

Infatti in Italia è stato pubblicato molto poco, mentre la sua produzione è vastissima. Negli ambienti, chi sa qualcosa di lui, ne parla come colui che ha scritto il proseguimento di Guerre Stellari, di Dune, e poco altro. I suoi lavori in italiano sono quasi sconosciuti.

Questo romanzo, a prima vista, sembrerebbe addirittura l’ottavo (nientemeno) della Saga dei Sette Soli (SSS). Abbiamo chiesto a Kevin se ci fossero pubblicazioni in italiano della sua opera più importante, questa Seven Suns Saga e lui ci dice:

La Serie dei Sette Soli è stata pubblicata con grande successo in Germania e in Francia, ma al monento non abbiamo trovato un Editore interessato a riproporla né in Italia, né in Spagna. Si tratta in realtà di una nuova trilogia: dopo The Dark Between the Stars, tra poche settimane uscirà qui in America Blood of the Cosmos. E in questo momento sto scrivendo Eternity’s Mind, che sarà pubblicato il prossimo anno. Ti metto qui le due prime copertine, sperando che tu possa inserirle come illustrazioni.

[singlepic id=304 w=200 h=301 float=left][singlepic id=309 w=200 h=301 float=right]E non ci sono problemi: ecco qui le due illustrazioni che Kevin J. Anderson ci ha inviato.

Per cui non siamo di fronte a un ottavo volume della Seven Suns Saga, ma a una nuova trilogia. Quindi, leggendo questo libro la prendiamo dall’inizio. Bene!

Tuttavia io non sarei così tranquillo:  anche se l’Autore si dà da fare per riassumere storie e ambienti di SSS, stare al passo con certe vicende del Buio tra le Stelle, non è facilissimo… se davvero non si sa nulla di SSS.

È come essere dentro a un meraviglioso fumetto scritto negli anni ’30, all’epoca di Flash Gordon. C’è l’Imperatore, le figlie dell’Imperatore sono sempre bellissime e poco vestite. Sono guerriere. Poi ci sono alieni di qualsiasi tipo: alcuni sono così strani da essere superori alla nostra capacità di intendere, perché sono fatti di elementi semplici, per esempio sono fatti d’acqua (i Wentali). O di idrogeno (gli Hydroguei) che vivono nei pianeti gassosi giganti. O di fuoco (i Faeroi) che vivono dentro ai soli. Tutta la Saga precedente è dedicata a una guerra tra esseri di tipo (diciamo) umano, o comunque animale e questi esseri elementali, con cui è diffcile anche solo comunicare.

Diciamo anche che i libri originali non sono sette, come forse abbiamo fatto credere: ma otto. Infatti, in tempi successivi, è apparso una sorta di Volume Zero, che si intitola Veiled Alliances (Alleanze Nascoste) e che nasce come Graphic Novel (cioè un Fumetto), per poi essere trasposto in un vero e proprio romanzo breve. In questo libro si viene a sapere come tutto è cominciato:

[singlepic id=311 w=200 h=128 float=left]Nel 2100 d.C. da una Terra affaticata e ultra popolata furono lanciate undici gigantesche navi generazionali alla ricerca, alcuni dicono assurda, di una tenue speranza viaggiando a una velocità inferiore a quella della luce. Il loro scopo era di esplorare tutto il Braccio della Galassia alla ricerca di un pianeta che fosse abitabile.

[singlepic id=312 w=200 h=187 float=right]Sulla Terra nessuno pensava di poter rivedere quegli esloratori che viaggiavano su navi autosufficienti arrancando verso stelle lontanissime, come messaggi in bottiglia gettati in un oceano vasto e vuoto.

Dopo 144 anni una delle navi generazionali si è casualmente imbattuta nella Flotta Solare del potente Impero Ildirano. Costoro erano alieni amichevoli, che hanno assistito i Coloni Umani trasportandoli su un mondo intatto… Gli Ildirani, la cui civiltà conta più di quindicimila anni, sono partiti alla ricerca delle altre dieci navi. Ma alla fine sono arrivati sulla Terra.

Kevin J. Anderson vende sia la Graphic Novel, sia la Novella. Allo stesso indirizzo è possibile leggere tutto il primo capitolo della novella (romanzo breve).

Così sapete qualcosa che leggendo il libro in esame non è facilissimo da scoprire. Tra l’altro l’undicesima nave generazionale che aveva abbandonato la Terra, si chiamava Kanaka, e le persone che risalgono a quegli astronauti sono dette Roamer:  Zingari. Si comportano in modo molto diverso dagli altri umani, non hanno una patria, non hanno una terra e lavorano in qualsiasi posto ritengano opportuno.

Dal punto di vista della trama, la storia fa fatica a decollare: per tutta la prima parte, ma io direi fin quasi a metà, vengono presentati personaggi e iniziano delle storie. Nel mondo dei Sette Soli ci sono abitudini stravaganti, a volte disgustose e il lettore se le passa un po’ tutte prima di sapere, o capire di cosa parleremo nel momento in cui il libro finalmente decollerà.

La prima storia è quella di un padre che ha rapito il figlio e lo porta in una zona di spazio mai esplorata. La madre, che è una dura, gli ha però messo a bordo dei rilevatori e li insegue senza troppa fatica.

Questa storia viene interrotta per parlarci degli Ildariani. Si tratta di una parte ricca di trovate che vale la pena di scoprire leggendo il libro: saranno gli Ildariani a scoprire la nuvola nera, che si muove tra le stelle e che ingloba qualsiasi cosa, per non farla uscire mai più. Vale a dire il Buio di cui al titolo.

Poi incontriamo i Klikiss Robot, cioè degli automi potenti e terribili, estremamente mortali costruiti con le sembianze della razza aliena dei Klikiss, scomparsi misteriosamente da anni. Hanno l’aspetto di enormi insetti metallici e si comportano come gli insetti, volando a sciami nello spazio e portando morte ovunque.

Abbiamo illuminanti incontri con alcuni elementali, per esempio gli Hydrogues, anche loro vittime del Buio tra le Stelle.

Apprendiamo poi che durante le guerre contro gli elementali la Luna terrestre è stata distrutta e noi assistiamo ai lavori che si fanno tra le rovine del satellite: la Terra è continuamente bombardata da frammenti lunari, è pericolosissimo stare in qualsiasi posto. Squadre di Roamer ci lavorano continuamente.

Insomma, sono 650 pagine di romanzo, più 15 pagine di Glossario, piuttosto inutile, in quanto molti dei termini astrusi non sono spiegati, e tutta una serie di storie che probabilmente, prima o poi, arriveranno a conclusione: non in questo primo libro. Almeno, non per la maggioranza di esse.

Tuttavia, anche se il libro soffre un po’ per essere il primo di una serie e ha quindi bisogno di una lunghissima introduzione, le trovate sono sempre dietro l’angolo e non cessano di stupirci. Dopo aver seguito tutte queste avventure, apparentemente indipendenti, ma ben identificate, ecco che improvvisamente l’Autore riesce a stupirci inserendo improvvisamente, a libro ben avviato, se non proprio concluso, una nuova storia.

Shelud vive su una gigantesca città, artificiale, costruita da una razza non identificata: è una cosa enorme a cinque punte, che non è mai stata del tutto esplorata. Lui vorrebbe esplorarla. Altri dicono che non è sicuro. Però Shelud trova una registrazione e, però non conosce la lingua degli alieni misteriosi, ma egli è un prete verde e può utilizzare tutta l’antica sapienza delle foreste nell’Universo costantemente collegate con lui, in qualsiasi posto egli sia. Questa entità forestale sono i verdani. Ecco come Shelud spiega la sua scoperta:

“Questi esseri chiamavano se stessi gli Onthos, erano una razza tranquilla e passiva e abitavano una decina di sistemi solari. Gli Onthos non conquistavano i mondi e non costruivano vasti imperi. I verdani sapevano della loro esistenza già da molti millenni.”

“E che dice la tua registrazione?” domandò Olaf. “Come mai questi Onthos hanno costruito questa città tanto lontana da qualsiasi pianeta?”

[singlepic id=313 w=300 h=197 float=left]“I Klikiss hanno predato la loro razza durante una guerra del loro sciame. Gli Onthos furono attaccati sui loro pianeti, cancellando una colonia dopo l’altra. I Klikiss distrussero tutto ciò che trovavano sul loro percorso, gli Onthos furono quasi del tutto sterminati e i sopravvissuti dovettero fuggire. Per questo hanno costruito fortezze lontane da qualsiasi sistema planetario in cui avrebbero potuto arrivare i Klikiss, per non essere trovati. Radunati tutti i sopravvissuti dei vari sistemi fuggirono e questa è stata la loro ultima fortezza.”

“Se questa città era il loro santuario, dove sono andati gli alieni?” chiese Sendra, la moglie di Dale.

“Questo non è riportato nella registrazione,” disse Shelud.

Dale suggerì, “È successo migliaia di anni fa. Quando i Klikiss hanno abbandonato lo sciame, forse gli Onthos non avevano più bisogno di rimanere qui. Non dovevano più nascondersi.”

“Ma come mai non abbiamo trovato traccia di questi alieni in alcun posto della Spirale?” chiese un altro Roamer. Shelud non li conosceva ancora tutti per nome.

“Beh, non abbiamo esplorato tutti i pianeti della Spirale,” disse Bjorn, il tecnico responsabile delle costruzioni spaziali.

Shelud non pensava che il mistero fosse risolto, perché restavano numerose questioni aperte. Bisognava ancora esplorare un numero infinito di camere, tra cui un intero raggio della città abbandonata.

Quattro giorni dopo, Shelud e Dale giunsero in uno degli ultimi moduli principali ancora inesplorato, nell’unico raggio che era rimasto da visitare, la sezione più remota sull’asse più esteso. Sul portello d’entrata erano stati dipinti dei triangoli rosa un po’ in rilievo. Al contrario dei triangoli molto colorati del modulo della biblioteca, questi erano opachi. L’elettronica del portello risultava danneggiata, sicché Dale dovette lavorare per delle ore prima di riuscire a passare dall’altra parte, aprendosi un buco.

Dentro, trovarono i corpi.

[singlepic id=314 w=300 h=225 float=right]Per concludere: ecco cosa dice lo stesso Kevin J. Anderson di questo libro, “Ho scritto tutte le 836 pagine della prima stesura in 47 giorni.”

Il che è davvero portentoso e, tuttavia, mi torna in mente quello che mi ha detto Silvio Sosio durante la nostra chiacchierata: “capace di scrivere praticamente di tutto […] senza porsi troppi problemi e sempre con qualità professionale“.

La fotografia qui a lato mostra l’aspetto del manoscritto originale: come ben si intuisce lo scrittore ha probabilmente scritto assieme i diversi racconti che compongono la saga, per poi suddividerli sapientemente a seconda delle necessità. Lo si capisce dalle peccette che compaiono ai bordi delle pagine: un colore = una storia.

Si tratta di una fotografia molto astuta: permette di capire qualcosa, ma in realtà è molto sfocata, di modo che non sia possibile leggere nemmeno una parola!

È difficile esprimere un giudizio definitivo: che sia un libro divertente è chiaro per tutti. Personalmente sono sempre entusiasta della fantasia, delle idee meravigliose e degli universi accuratamente costruiti. Questo è uno dei casi.

Viceversa, la trama latita parecchio: non si capisce bene dove l’Autore voglia andare a finire, anche dopo aver superato di un bel po’ la parte iniziale: ci si diverte sempre, ma senza sapere dove si arriverà.

Ad ogni modo, mi pare un libro di puro divertimento, con qualche tocco di sociale qua e là che non guasta: per me tre stelle (***), tutte!

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.