Tutti pronti per vedere Star Wars – Il risveglio della Forza. Ma per avere spiegazioni o emozioni?

I posti sono stati prenotati da tempo. Si entra al cinema quasi correndo, facendosi largo tra giovani armati di spada laser e ragazzi vestiti da Jedi. Tutti ansiosi di immergersi in un’atmosfera di corale condivisione di un’avventura attesa da lungo tempo.

[singlepic id=482 w=300 h=158 float=right]Le quaranta-cinquantenni si accomodano pensando già al momento in cui comparirà sul grande schermo l’amore della loro infanzia e gioventù: Ian Solo. Ora si chiama Han, in linea con il cinema americano, ma le spettatrici, innamorate di lui dal 1977, già sanno che l’uomo dei loro sogni non ha perso fascino.

[singlepic id=491 w=300 h=189 float=left]Accanto a queste mamme e zie si siedono dei bambinoni mai cresciuti: i loro mariti, amici e fratelli. Sono preoccupati che la principessa Leila, ora chiamata Leia, possa essere diventata una carampana e prevenuti contro il nuovo malvagio della saga, che, secondo loro, difficilmente potrà eguagliare il mitico Darth Vader.

In mezzo alla generazione di chi negli anni Settanta era rimasto senza fiato di fronte al film che rivoluzionò la storia del cinema, si notano trentenni ugualmente entusiasti di essere lì. Alcuni fidanzati e fidanzate, digiuni di Forza e spade laser, sono stati costretti dalle anime gemelle a vedere in una settimana tutti e sei i precedenti film, per arrivare preparati al grande giorno. Ma su tutto e su tutti s’impone l’allegro vocio di ventenni, ragazzi e bambini, equipaggiati di pop corn e liquirizie. Qualcuno sfoggia una maglietta con un Jedi che indossa la tipica maschera sarda e la scritta “Sard Wars”. Il ragazzo si fa prendere in giro dagli amici, tutti ridono e si fa buio in sala.

Silenzio.

Come partono le classiche scritte che si allontanano nello Spazio, accompagnate dalla colonna sonora, i quaranta-cinquantenni hanno la pelle d’oca. Qualcuno già si commuove. Rivivono sensazioni provate 38 anni prima e, insieme ai più giovani, entrano nella trama della storia, anzi della fiaba. Il segreto di Star Wars, infatti, è proprio quello di essere una fiaba perfetta.

[singlepic id=473 w=300 h=150 float=left]Questo Risveglio della Forza conferma la regola, tra vecchi saggi e giovani eroi, oggetti fatati e buffe creature assistenti, come il robottino BB8.

Perfetti i nuovi interpreti, che, dopo pochi minuti, sono già familiari, e straordinario l’anziano Han, applaudito alla prima apparizione nel film. Ha mantenuto la sua vena ironica e l’aria da irresistibile mascalzone, acquisendo in più una sfumatura profonda e drammatica che, al di là delle vicende biografiche, solo la maturità può elargire.

Sospiro di sollievo per Leia, che non è una carampana, ma una bella principessa anziana e triste, ma ancora battagliera, mentre suo fratello Luke è divenuto una leggenda che affascina l’intera galassia.

[singlepic id=488 w=300 h=169 float=right]Nessun commento sul nuovo malvagio, per non sciupare la sorpresa ai lettori che ancora non hanno visto il VII film della saga.

Quel che conta è che sui titoli di coda scatti l’applauso quasi unanime.

Non si esce dal cinema incerti. La maggior parte del pubblico è entusiasta. Ma i pochi delusi lo sono completamente, senza tentennamenti. Ma chi sono? Sono coloro che non si sono lasciati andare alle emozioni, quelli che hanno analizzato scientificamente e freddamente i particolari della trama, dei dialoghi e degli effetti speciali, trovando difetti e incongruenze. Ma le fiabe funzionano perché emozionano. Chi si preoccupa, soffre, spera e gioisce insieme ai protagonisti non ci cura di domande in sospeso e misteri irrisolti. Non ha importanza come faccia il lupo di Cappuccetto Rosso a ingoiare la nonna tutta intera o di chi siano figli i sette nani e perché siano finiti ad abitare in mezzo a un bosco. Quel che conta è partecipare con empatia alle vicende dei personaggi.

Chi non lo capisce non riesce ad apprezzare le fiabe. E, quindi, neanche Il risveglio della Forza, che, invece, è eccezionale proprio nel suo essere emozione più che spiegazione, partecipazione più che speculazione, empatia più che soluzione.