In un bel giorno dello scorso luglio 2015, ricevo questa curiosa lettera da un lettore: un lettore  e basta. Non uno scrittore, né un aspirante qualcosa: uno che da tanto tempo legge fantascienza.

Sono solo un vecchio lettore. Vecchio (classe 1939).
Lettore di SF (ho posseduto tutto (o quasi) quanto pubblicato di SF dal 1953.
E l’ho letto tutto.
Oggi la mia collezione OiC [Oltre il Cielo N.d.R.] 1960 rilegato, tutti gli URANIA, (compresi tutti i numeri di Urania Rivista) tutti i Cosmo Ponzoni, Tutti i Galaxy e i Galassia etc. quasi tutti i libri della Nord, ovviamente tutto di NOVA SF, Perry Rodan e altro ancora, è patrimonio del sistema bibliotecario livornese.
[…] Tutto ciò che chiedo sarebbe appunto un msg che mi dica come vanno le cose.
Urania lo compro solo se pubblica qualcosa di decente, il che accade di raro.
Ho una domanda: Nonostante abbia contribuito anche io con qualcosa per Ugo Malaguti, non ho mai più avuto notizie.
Con Ugo ci siamo conosciuti molto tempo fa, quando l’ultima copia che possedeva di uno dei suoi numeri di NOVA SF andò perduto e io feci fotocopiare e rilegare la mia copia dal servizio fotocopie aziendale e la spedii loro.
Ci siamo sentiti qualche volta e poi finalmente incontrati di persona a Grugliasco, in una libreria. Gli ho mostrato le pagine dei OiC dove c’era uno dei suoi primi racconti.

Poi gli appelli.
Poi più nulla.
Come vive? come sta?
Chiaramente non ci si può più aspettare una delle sue circolari… ma almeno notizie via e-mail…

Grazie per gli aggiornamenti e la risposta Giovanni

Per ciò che riguarda Ugo Malaguti avevo in mente da parecchio di dedicargli un ritratto e un’intervista.

Il fatto è che questa richiesta era così pressante e accorata che non poteva di certo sfuggirmi. Ho risposto come potevo a Giovanni, ma poi gli ho anche chiesto di farmi avere un breve resoconto della sua “vita da lettore di fantascienza.” E questa è la sua storia, queste le sue opinioni.

Riporterà i più vecchi tra di noi a epoche in cui tutto era possibile, quando la fantascienza era giovane.


Arrivato a Torino nel 1948, ragazzino di 9 anni, senza più il papà, militare, morto alla fine della guerra, io e mio fratello veniamo mandati a scuola dai Salesiani.

[singlepic id=387 w=300 h=169 float=left]Il S. Giovannino era una delle perle delle scuole salesiane, per nulla classista, nel quartiere S.Salvario, allora quartiere di impiegati e operai vicini a professionisti e piccoli commercianti, ora kasbah,

Uno degli usi di Torino era che ai primi piani abitavano le classi un po’ più abbienti e i professionisti, poi, più su si saliva, e un po’ più giù era la classe sociale.

Comprensibile in un quartiere nato verso la fine dell’800 / primi 900 dove gli ascensori erano rari.

Semiconvitto: Tutto il giorno a scuola, pranzo incluso, la sera a casa.

Per quattro giorni la settimana

Sabato pomeriggio anche mia mamma era a casa, ma il giovedì no.

Questa la ragione dell’inizio della mia storia di lettore di fantascienza.

In realtà ero già un accanito lettore di fumetti. Se vogliamo, lettore, tout court.

Ho imparato a leggere all’età di poco più di quattro anni.

I fratelli di mia mamma, ufficiali, uno studente di legge e l’altro di lettere alla normale di Pisa, arrivati dove eravamo sfollati, dopo l’8 settembre, non avendo molto da fare oltre stare nascosti per evitare i rastrellamenti dei tedeschi, cominciarono a insegnarmi a leggere l’uno, a raccontarmi le storie del libro della giungla l’altro.

[singlepic id=388 w=250 h=339 float=right]E così, quando arrivai all’età della prima elementare, imparai anche scrivere, imitando la grafia dei fumetti dei primi numeri del “Vittorioso” che cominciavano ad arrivare in paese.

Jacovitti a parte mi incantavano le tavole e i “cineromanzi” di Caesar, i suoi aerei, le sue macchine.

Anche a Torino, continuai a leggere il “Vittorioso” ma il giovedì con il pomeriggio “libero” dovevo andare a fare i compiti a casa della cugina di mia mamma, e lì, sotto i portici di via Sacchi, davanti al loro portone c’era un’edicola – dove un giorno comparve un libro con una copertina che riportava un [singlepic id=389 w=200 h=289 float=left]aereo in volo, la firma di Caesar e la scritta “Il transaereo atomico”.

Prima quella rivista era tenuta in un posto diverso dell’espositore…

Comprare quel libro comportava una spesa superiore a quella di un Kg di pane.

Per noi a casa rappresentava una cifra impensabile.

Ma c’era chi comprava la rivista tra i conoscenti di mia “zia”, la cugina di mamma: era un ingegnere, e alla fine dopo aver promesso di trattare bene il libro, in fin dei conti facevo terza media!, lo ebbi tra le mani.

E poi i numeri seguenti letti nel salotto della “zia” da dove non potevo asportare il libro.

L’anno scolastico successivo fu quello del disastro: alla fine del primo anno di liceo scientifico uscii con la media del 3.

“Giovanni, sai bene che la Marina paga le rette solo per chi è promosso, e promosso bene, quindi la via è una sola: troviamo un lavoro e andrai a lavorare”.

All’epoca (1955), a Torino non era difficilissimo trovare lavoro per un ragazzo di 15-16 anni.

E fu così che andai a lavorare in una carrozzeria che aveva come quasi unico cliente la FIAT del prof. Valletta, e andai ad imparare il mestiere del battilastra. 83 lire lorde all’ora, 4000 settimanali di stipendio, ma la rivista la potevo pagare da solo, con due ore di lavoro. All’inizio dell’anno scolastico successivo, capita la lezione, mi iscrissi al corso per perito industriale, avrei voluto fare la specializzazione di costruzioni aeronautiche, ma non c’era, e neppure i futuri elettronici, ossia i radiotecnici. nemmeno quello, ripiegai su corso per periti elettrotecnici.

[singlepic id=390 w=200 h=267 float=left]Nel frattempo erano cominciate ad uscire altre riviste o periodici di fantascienza, ed anche fumetti (Rick Random).

Con il tempo e qualche piccolo aumento di stipendio, non me ne sfuggiva uno.

Quando alle 17 uscivo dall’officina per andare scuola, passavo dal giornalaio che mi riforniva degli arrivi

E quindi Galaxy, Galassia, Cosmo, I narratori dell’alpha tau

Sono sempre stato un divoratore di libri

Un compagno di scuola (serale) mi prestò l’unica serie che mi era sfuggita: I 6 numeri della fantascienza Garzanti.

Fedele alle mie passioni oltre la lettura il mondo del volo, dopo un rapido passaggio agli aeromodelli, passo alle cose serie: incomincio a frequentare l’Aero Club di Torino e l’Associazione dei paracadutisti in congedo che formava giovani per i lanci. A 18 anni facevo il mio primo lancio e prendevo il brevetto “C” di volo a vela in base al lemma “volare a vela è volare, volare a motore è essere volati

Nel 1960 abbandonato il lavoro in officina per un più remunerativo impiego in una media industria, caporeparto di un reparto di produzione, non ho problemi ad acquistare libri.

Nei primi anni, preso da sacro furore, ho recuperato tutto quanto mi era sfuggito delle pubblicazioni.

ecco quindi i 14 numeri di Urania Rivista e tutti i romazi di Urania dal numero 1 (Ma quello me lo ero comprato solo un paio di mesi dalla sua uscita in una bancarella e i bancarellari sono stati la mia fonte di rifornimento).

[singlepic id=391 w=200 h=296 float=right]Dopo 6 anni di corso (i corsi serali per periti all’Avogadro di Torino duravano 6 anni) di lanci e di voli (costoso il volo a vela, cercavo di guadagnarmi le ore di volo anche con lavori sul campo) nel 1962 mi trovo tra le mani “Space ship troopers” Fanteria dello Spazio… Ma quelli eravamo noi! i paracadutisti, la Folgore!

Eppure, di quel libro ciò che ritengo uno dei passaggi più importanti nei romanzi di RAH non è il romanzo in sè nè la trama nè lo stile.

É la straordinaria intuizione che il sistema democratico di oggi non funziona: il passaggio del professore di Johnny Rico alla scuola allievi ufficiali:

“In ogni tempo gli uomini si sono sforzati di dare il voto a coloro che fossero stati in grado di usarlo con saggezza.

[…]

Non si capisce perchè mai un imbecille di trent’anni, magari alcolista, potesse votare meglio di un genio di quindici.

Il nostro sistema funziona.

I nostri elettori non sono nè particolarmente più intelligenti, nè sono stati selezionati in base a qualche astrusa regola, nè hanno particolari talenti.

Eppure il nostro sistema funziona: Ogni elettore e ogni governante è un uomo che ha dimostrato con anni di servizio gratuito e volontario di considerare il benessere della comunità in cui vive più importante di quello personale.

Ed acquisisce il diritto di voto solo dopo essere “onorevolmente congedato”. Può mancare di saggezza, può scarseggiare di virtù civiche ma la sua prestazione media è molto maggiore di qualunque classe dirigente della storia. Il voto conferisce autorità. É l’autorità suprema dalla quale derivano tutte le altre! e il reciproco di “Autorità”, il suo dualismo è “Responsabilità”

Considero da allora e rimango convinto che quella sarebbe il toccasana dall’astensionismo di cui sono ammalate tutte le democrazie odierne.
[singlepic id=392 w=300 h=207 float=left]Un anno dopo, a metà 1963, innamorato cotto di una fanciulla, figlia di piemontesi andati nel 36 a fondare l’Impero, raggiungo Mogadiscio per sposarla – avverrà a Gennaio 64 – ma questa è in parte un’altra storia. Importante è che la cartolibreria Porro, alla “Croce del Sud” di Mogadiscio, diventa il mio fornitore ufficiale per gli Urania. E mia suocera in Italia andava in edicola a procurarmi le altre pubblicazioni che arrivavano in pacchi via mare.

[singlepic id=393 w=200 h=290 float=right]Nel ’67 (poco prima della Guerra di Giugno) transito da Suez con moglie, figlia e gatto (si Chiamava “Cosmologico canalopoli I capo addetto allo sterminio dei roditori e assistente del Capo” , ricorda niente? – beh ve lo dico: 1955 Lee CorreyOperazione Centauro Urania N° 75).

Arrivo in Italia, cerco lavoro e intanto mi arrivano i primi numeri di Nova SF – la mia suocerina – accesa giallista, ad ogni compleanno (mio) spedisce una cifra a NOVA perchè mandino tutto il pubblicato al genero.

Tale forma di “abbonamento” continuerà oltre il trasloco a “Perseo”.

Il 67 è anche il mio primo impatto coi computers – scrivo il mio primo programma in Basic nel 68 in Fortran “g” nel 69; nel 70 sono in un centro di Studi e ricerche dove comincio con l’informatica che sarà il mio pane per il resto della mia vita lavorativa, sempre a cavallo tra HW e SW

Da questo periodo ci sono i vari tentativi di nascita e/o sopravvivenza. Da Perry Rodan a Ponzoni, da Galassia a “La rivista di Isaac Asimov” e via discorrendo.

Comprati e letti tutti.

[singlepic id=394 w=200 h=160 float=left]Nel frattempo scopro l’Editrice Nord – anche di questo editore comincio a fare incetta di tutto quanto pubblica – Cosmo, Oro, Argento, i grandi libri annuali – tutto, meno la fantasy, che non mi entusiasma molto.

Conosco di persona e mi vedo qualche volta con Viviani, al primo incontro mi regala la riproduzione in alluminio della targa posta sul Pioneer 10; dalla nascita del Salone del Libro, ogni anno ci incontriamo volentieri a chiacchierare poi l’annuncio dell’uscita dalla Nord, poi…l’ho perso di vista.

[singlepic id=395 w=200 h=282 float=right]Durante questi trent’anni (non ci crederete, ma ho dimenticata la data) Urania pone un quiz a premio ai lettori, c’era da riconoscere il lunar rover. Premio per tutti la ristampa del NUMERO 1, Le sabbie di Marte ed estrazione a sorte di una stampa di Karel Thole. Botta de C**o ho vinto la copia n. 15/99 !!

Il tempo scorre veloce, arrivato al 2012 viene a mancare a 100 anni meno tre mesi mia suocera.

Feroce giallista aveva di tutto Gialli Mondadori, Garzanti libri rilegati, l’opera omnia di Simenon e chi più ne ha più ne metta. Una parete intera di libri.

Devo svuotare quell’appartamento e nessuno, ma proprio nessuno sa cosa farsene di quei libri.

Qualche amico mi libera dei rilegati, tre casse finiscono ad una residenza per anziani, dove finiranno la loro carriera abbastanza ingloriosamente.

Rifletto sui miei 4000 titoli accumulati in oltre sessant’anni: Che cosa ne accadrà?

Provo a chiedere alla biblioteca civica di Collegno: “Non sapremmo dove metterli” Rivoli, Alpignano, Venarìa Idem c.s.

[singlepic id=396 w=300 h=200 float=left]Io sono Livornese fino al midollo, Nato “In sur Pontino” (via della Madonna angolo via delle Galere)

Chiamo la Biblioteca centrale, mi danno l’indirizzo di E-mail della direttrice.

La mia proposta è quella di fare una donazione di tutti i miei libri creando una sezione “Letteratura di Fantascienza”.

Viene accolta con favore. Resta il problema del trasporto e poi di come organizzare la giacenza durante la classificazione – invento su due piedi la soluzione, scaturita dallo smaltimento dei gialli:

Cassette della frutta nelle quali stanno affiancate due file di Urania avvolte e sigillate in fogli di Politene.

Un primo viaggio lo faccio io caricando il mio Motorhome, che scarico arrivato a Livorno per fare le vacanze, poi ci sono voluti quattro viaggi del doblò del comune di Livorno, guidato dal sig. Francesco – il responsabile del magazzino della biblioteca.

Leggo ancora, ovviamente, ma faccio difficoltà a scoprire nelle recenti pubblicazioni di Urania autori e temi nei quali riconoscere lo spirito del primo Clarke, Anderson, Leinster della Bujold o della Hamilton o le avventure di Flinx.

[singlepic id=397 w=256 h=200 float=right]Quanto agli scrittori italiani… qualcuno soddisfa il mio gusto, altri mi sembra scrivano solo file di parole che faccio fatica a seguire. Alcuni hanno anche problemi con la consecutio temporum… ed il tre del liceo, riscattato poi nel tempo mi fa fischiare le orecchie.

Se qualcuno ha necessità di trovare qualche riferimento…vada a Villa Fabbricotti a Livorno e chieda… Se hanno avuto il tempo di classificarli, tra i miei libri è probabile trovi quanto gli serve.

 

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.