Come certo sapranno i milanesi, c’è stata dopo Pasqua la prima edizione di Tempo di Libri, la fiera “rivale” del Salone del libro di Torino. Sono andata a Milano per un evento pomeridiano alla libreria Mondadori di Piazza della Scala, ma non avendo nulla da fare in tarda mattinata (trovate le matite a Via Brera, passeggiato per Via Montenapoleone che non vedevo da 30 anni, trovata una libreria che però aveva un bel cartello “Torniamo subito” per cui rimanderò i contatti alla posta elettronica), ho preso la metropolitana fino a Rho Fiera e sono entrata col biglietto ridotto perché ho viaggiato con Italo.

Grandi padiglioni come alla Nuova Fiera di Roma o al Lingotto, ma l’impressione generale era che fossero mezzi vuoti. Era giovedì, ma dubito che durante il weekend sia aumentato di molto il traffico. Lascio ai giornalisti esperti il resoconto di com’è andata. Io ne ho approfittato per vedermi con due amici, di cui uno aveva uno speed-dating in fiera con degli editor e poi ha parlato con un altro piccolo editore per piazzare il suo thriller. Ammetto che tra una chiacchiera e l’altra non mi sono poi avvicinata allo stand di Amazon Publishing, anche se mi sarebbe piaciuto fare loro qualche domanda.

Ho visto anche quello di Audible, ma anche se dicono che gli audiolibri sono il futuro che sostituirà gli ebook nel 2020, io non sono pronta a fare quel salto. Sicuramente i nuovi analfabeti preferiscono sentire un libro che leggerlo, ma io tendo a distrarmi quando la gente parla…

In realtà ero a Milano per far visita alla concorrenza, quelli di Kobo che erano alla libreria Mondadori a premiare i romanzi vincitori del concorso Kobo/Mondadori per 3 inediti e 3 self-published. Avevo iscritto Angelo Tecnologico, ma non era proprio entrato in gara perché non avevo caricato a parte un estratto per le votazioni del pubblico (il primo round era basato sulle votazioni dei lettori).

Almeno ho avuto modo di spiegare agli organizzatori che così avevano automaticamente escluso chi come me aveva già tanti libri sul cruscotto di Kobo Writing Life e non poteva caricare un estratto a parte che poi faceva numero e diventava inutile e obsoleto dopo qualche mese.

Ho anche conosciuto la squadra europea di Kobo, due simpatiche ragazze che mi hanno permesso di fare pratica di francese, oltre a salutare il membro della canadese che avevo conosciuto in America a febbraio.

Dalla cerimonia di premiazione si evince che: anche se fossi riuscita a far giudicare il mio romanzo, probabilmente non sarebbe arrivato in finale! 😉 Guardate la slide dei vincitori. Romanzi di genere? Manco uno. Forse aveva più probabilità l’alter ego Barbara Sangiorgio che scrive storie ambientate in Italia negli anni 80! 😉

Comunque, abbiamo 25.000 scrittori che non leggono contro 100.000 lettori. C’erano 900 partecipanti al concorso, 26 finalisti da cui sono usciti i 6 romanzi vincitori che hanno avuto una targa, un “quadro” con la loro copertina, e saranno pubblicati da Kobo/Mondadori. Ognuno dei sei giudici era padrino di un vincitore.

E l’intenzione è di rifarlo, quindi li terrò d’occhio per la prossima edizione del concorso! Con ciò vi saluto e vi lascio alla promessa intervista con Kilig la Spada!