In copertina una pagina di “Delos” che ancora oggi mette in vendita numeri di Alternativa.

Giuseppe Caimmi collabora con noi fin dall’inizio e, oltre a essere un vero esperto di fantascienza. è anche una delle persona più disponibili che io conosca. Lo ringraziamo per questo affresco di una sua storica pubblicazione, creata assieme a Piergiorgio Nicolazzini, di cui speriamo per altro di poter accogliere qualche scritto critico nel prossimo futuro.

F.G.

UNA DATA STORICA. Credo di non esagerare quando affermo che il settembre 1974 segnò una data storica per la fantascienza italiana, perché in quel mese comparve ALTERNATIVA,la prima fanzine italiana di fantascienza totalmente dedicata alla critica e all’analisi di approfondimento. A dir la verità negli anni precedenti non erano mancate iniziative in tal senso – penso alla superba SEVAGRAM di Riccardo Valla e al Bollettino del CCSF (Centro Cultori Science Fiction) pubblicata a Venezia dai benemeriti Cossato e Minnaja – che però, a differenza di ALTERNATIVA, non erano il frutto di un sistematico progetto culturale volto ad adattare alla fantascienza più i moderni metodi di analisi della letteratura propri della letteratura mainstream (strutturalismo, psicanalisi, semiologia, ecc.).

L’importanza di questa pubblicazione consiste nell’aver contribuito a liberarla dal ghetto in cui era stata relegata (anche dagli stessi appassionati, purtroppo), sulla base di una concezione della fantascienza come una letteratura matura, con una sua vicenda evolutiva, con diversi canoni espressivi e moduli tematici.

Piergiorgio Nicolazzini

INCONTRO PIERGIORGIO. Gli anni Settanta per la fantascienza in Italia furono una straordinaria stagione, ricca di numerose iniziative editoriali e culturali, determinando un vero e proprio fenomeno sociale se non antropologico, senza contare anche il successo di pellicole che oggi sono considerate dei classici. Parallelamente si osserva anche un notevole sviluppo delle pubblicazioni amatoriali le cosiddette “fanzine”) , pubblicazioni di solito ciclostilate (ne abbiamo già parlato a òungo su questa stessa rivista web) quasi sempre di qualità mediocre, ma comunque interessanti per verificare il polso del fandom e la genuina passione dei lettori di fantascienza. Effettivamente c’era una gran voglia di agire, di fare, e ALTERNATIVA si inserisce in questa congiuntura favorevole e forse irripetibile.

La spinta decisiva a dar vita alla fanzine fu determinata dall’incontro con Piergiorgio Nicolazzini, che aveva mandato al Cosmo Informatore, bollettino informativo dell’Editrice Nord, fondata dal rimpianto Gianfranco Viviani, un annuncio in cui esprimeva il desiderio di conoscere degli appassionati con cui scambiare opinioni e idee:

Il signor Nicolazzini desidera conoscere appassionati di fantascienza della sua città e delle città vicine allo scopo di costituire un club di fantascienza e di pubblicare eventualmente una fanzine”.

Conoscere Piergiorgio è stato per me trovare un amico vero con cui condividere tante “affinità elettive”. Malgrado la sua giovane età (nel 1974 aveva solo 16 anni!) Piergiorgio poteva vantare una base culturale di alto livello, non limitato alla sola fantascienza, ma anche in relazione alla letteratura generale. Inoltre possedeva un maturo e raffinato metodo di analisi del testo che svolgeva con competenza, utilizzando una vasta gamma di strumenti critici. Piergiorgio lavorava con l’accuratezza e la precisione degne del miglior studioso. Andate a leggervi un suo lavoro, per esempio qualche introduzione alle edizioni della Nord, e resterete colpiti dalla profondità e vastità della sua analisi e delle sue competenze e conoscenze. Fu proprio nel corso delle numerose lettere che ci scambiammo dal 1973 che potemmo verificare quante cose ci univano, come per esempio l’amore per gli stessi scrittori di fantascienza, tranne Bradbury, su cui avevo delle riserve… (in particolare, oltre ché per la fs, condividevamo anche l’amore comune per l’antichità classica greco/romana),per cui germogliò spontaneamente il progetto di una nostra fanzine:

“Evviva! È cominciata una nuova èra (…) l’era della FANZINE!” (lettera del 19.1.1974)

Noi dobbiamo farla! La dobbiamo fare perché noi vogliamo fare qualcosa di nuovocostruttivo, di utile e mirante ad un solido lavoro critico

Detto, fatto. Dovevamo quindi stabilire i contenuti e la struttura della fanzine,nonché la divisione dei lavori. Sui contenuti ci trovammo subito d’accordo nel fare di ALTERNATIVA uno strumento di studio e approfondimento della fantascienza (sull’onda delle riviste americane di livello universitario, come per esempio le magnifiche “Science-Fiction Studies” e “Extrapolation” di Thomas Clareson, che erano i nostri insostituibili modelli).

Quanto alla struttura che intendevamo dare alla fanzine, essa prevedeva una monografia, dove venivano sviscerati i temi e lo stile di un un autore attraverso l’analisi dei suoi libri, un’antologia della critica e una bibliografia completa. (il tutto sulle 12/14 pagine)

La seconda parte di ALTERNATIVA comprendeva il settore delle recensioni, che potevano essere di due tipi:

Le recensioni-saggio e le recensioni-schede: le prime erano lavori di vasta portata, approfonditi ed esaurienti, quasi fossero dei piccoli saggi, che occupavano di solito due pagine fitte fitte (a volte anche di più, come la mia recensione di Naufragio nell’ignoto” di Hodgson che sul numero uno era lunga ben tre pagine e mezzo!).

Le seconde si presentavano più agili e veloci, ma pur sempre articolate.

Avevamo progetti ambiziosi, in particolari di recensire tutto il pubblicato, ma dovemmo presto renderci conto che era un’utopia (eravamo solo in due a far tutto, e per di più abitavamo il località lontane Milano/Omegna). Il metodo più praticabile era quello di indicare quali libri ognuno voleva recensire, e in caso di doppione tiravamo i dadi!

Iniziammo quindi a lavorare alla monografia (scelta di comune accordo: Silverberg), e alle recensioni, finché finalmente…

NASCE ALTERNATIVA. Fu quindi nel settembre 1974 che partorimmo finalmente il primo numero di ALTERNATIVA, un fascicolo formato A4 su fogli ruvidi di cattiva qualità (tipo quelli dei pulps delle riviste americane). per un totale di 69 pagine e una tiratura (se ricordo bene) di 100 copie. Il prezzo era di 500 lire. Sotto a testata campeggiava il sottotitolo “Pubblicazione amatoriale critica di science fiction” mentre al centro della pagina compariva il sommario che qui riporto;

  • Editoriale
  • Robert Silverberg: l’uomo e lo scrittore
  • Il futuro di Robert Silverberg
  • Antologia della critica
  • Bibliografia
  • Recensioni librarie
  • Recensioni cinematografiche.

Nell’editoriale esponevamo gli obiettivi che ci eravamo dati e le modalità con cui pensavamo di raggiungerli: il bersaglio contro cui lanciavamo la nostra fanzine era l’ideologismo fine a se stesso, il dogmatismo dei pregiudizi incapaci di liberare la cultura dalle catene dello “stanco conformismo ideologico che attanaglia gran parte gran della normale produzione letteraria”. La nostra proposta ermeneutica intendeva invece rifiutare l’intellettualismo elitario a favore di una visione critica a tutto tondo, che non trascurasse alcun contributo e ben attenta a collegarsi con la produzione maistream.

Riguardo alla monografia Piergiorgio si occupò del primo argomento e della bibliografia (settore in cui è un maestro), io del secondo, mentre fu steso insieme il terzo.

Concludeva la monografia un elenco di nove romanzi di Silverberg ancora inediti nel 1974, con l’invito agli editori di tradurli in italiano. Invito che fu raccolto, perché di tutti uscì in seguito l’edizione italiana.

Il resto del fascicolo presentava 26 recensioni delle novità. Va notato che alcune riguardavano opere pubblicate da editori mainstream (per es. Un domani dell’uomo di Giulio Fuschi, Editore Manzella, il più famoso, di Vacca, La morte di Megalopoli “e di Anna Kavan “Ghiaccio”, Bompiani). Tutte le recensioni uscivano dalle penne nostre tranne due realizzate da Gian Filippo Pizzo, destinato a diventare uno trai più preparati esperti italiani di fantascienza.

Il fascicolo si concludeva con due succose recensioni cinematografiche di due film usciti in quel periodo Zardoz e Solaris,rispettivamente di Piergiorgio e mia.

IN CONCLUSIONE – Alternativa fu accolta con favore nel mondo della fantascienza italiana, che ne coglieva le novità e l’originalità. Nei numeri seguenti si allargò il numero dei collaboratori, senza con questo effettuare cambiamenti nelle sue caratteristiche strutturali e ideali.

Credo che i cinque numeri di Alternativa restano una testimonianza di una passione mai spenta, una tappa insostituibile nella storia della fantascienza italiana.

Quale migliore conclusione di questo breve articolo che riportare parte del testo che segnalava l’uscita di ALTERNATIVA comparso sul n.2/1974 del “Cosmo Informatore” dell’editrice Nord ( e verosimilmente steso dallo stesso Gianfranco Viviani):

“Al momento di andare in macchina ci è giunta in redazione una copia di questa nuova fanzine che riteniamo veramente degna di attenzione. Molte sue posizioni critiche meritano di venire riprese più ampiamente. Le segnalazioni e i commenti di Caimmi e Nicolazzini hanno un notevole interesse. Invitiamo i nostri lettori più solerti a procurarsene una copia. E’ una 2picola rivista” impostata con molta cura, che tratta di recensioni, di commenti, di saggi e di profili biografici. Quello che in ALTERNATIVA ci ha più impressionato è la lunga parte riservata alle novità librarie, che sono attentamente ragionate dal recensore e che saranno certo utilissime. Crediamo che questa corposa rivista abbia ogni numero per diventare strumento importante per tutti i lettori di fantascienza che ogni giorno di più si trovano di fronte al problema di scegliere tra la produzione italiana le opere più rispondenti al proprio gusto. Una guida esauriente e tempestiva come questa viene a colmare una lacuna: le auguriamo il massimo successo.”

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Nato a Legnano, professore di scuola, ha amato Silverberg, Simak e ammira P. K. Dick. Ha prodotto la fanzine "Alternativa," con Piergiorgio Nicolazzini, votata alla critica. La sua produzione letteraria è cospicua e ama soprattutto la sua produzione per "Robot" di Vittorio Curtoni. Apprezza gli artisti Caesar, Festino, Thole, Bonestell, Paul, Finlay, Robida.