Roberto Morassi è già apparso su queste pagine ed è un personaggio notevole. Fa moltissime cose: prima di tutto l’enigmistica e così l’ho conosciuto col nome di Cartesio. Con questa identità ha pubblicato sui giornali specializzati, ha organizzato incontri e gare, insomma è una vera autorità. Mi dicono che sia anche uno specialista dell’origami, cioè la tecnica di creare oggetti e animali tramite la piega di fogli di carta. Comunque Bob è uno specialista anche nei racconti folgoranti. Ha scritto un libricino che si intitola Storie (non) di tutti i giorni che non mi risulta in vendita. Una chicca notevole. Qui stiamo pubblicando alcuni di quegli esclusivissimi racconti.

F.G.

“FFFIIIIIIIIIIUUUUUUMMMMMM!!!”

La pallottola passò fischiando a dieci centimetri dalla sua testa. Il Capitano Randall fece un balzo di fianco e sparò un colpo preciso con la sua pistola-laser, cogliendo in pieno il mutante che crollò a terra con un rantolo. Poi, correndo veloce, si nascose dietro il palazzo vicino, con tutti i sensi all’erta in attesa del prossimo attacco.

Randall era uno dei Guerrieri della Notte, una squadra speciale della Polizia, addestrata per combattere la criminalità più violenta. La Città, nel 2251, era infatti alla mercé di bande criminali: mutanti, alieni, androidi deviati e delinquenti comuni. I Guerrieri avevano poteri speciali ed erano in contatto telepatico con la Centrale, che ne guidava le mosse controllando la situazione dal satellite. Fu la Centrale ad avvertire Randall della turbo-mobile che stava arrivando alle sue spalle, lui si voltò di scatto e tirò una delle bombe protoniche che portava alla cintura. La macchina saltò in aria col suo carico di androidi, ma Randall non poté evitare il Raggio Verde lanciato da uno di loro prima di morire, e fu disintegrato in un lampo…

Sulla terrazza in cima al grattacielo, Randall si risvegliò nel suo nuovo corpo. La capacità di reincarnarsi gli era stata inserita nel DNA prima della nascita, come in tutti gli altri Prescelti per la squadra dei Guerrieri. Si osservò compiaciuto: questa volta era più alto e più muscoloso, ma quella brutta divisa mimetica non gli piaceva, era più bella la sua vecchia divisa verde lucente… Un’esplosione a pochi passi da lui lo riportò alla realtà: un elicottero Saturniano lo stava bombardando, e la Centrale ne segnalava altri due in arrivo. Randall azionò il razzo megatronico, sfrecciò in cielo a pochi metri dall’elicottero e lo centrò con una mitragliata del suo SK-32, mandandolo a schiantarsi contro la parete del grattacielo. Gli altri due intanto lo avevano già preso di mira, tempestandolo di granate che schivò agilmente con rapidi scatti. Randall sogghignò: quegli stupidi Saturniani erano troppo lenti, per lui! Spinse il razzo al massimo e schizzò al di sopra degli elicotteri, poi lanciò due bombe magnetiche e li fece esplodere. Troppo facile, pensò, era come sparare sulla Croce Rossa… Nel frattempo la Centrale lo stava dirigendo in picchiata verso la Quinta Strada, segnalando una turbo-mobile con due mutanti di Vega a bordo. “Accidenti! – pensò Randall – È un dannato trucco… i mutanti di Vega non usano quel tipo di macchina, sono troppo grossi!”. Cercò di frenare e cambiare direzione, ma fu inutile: in quei casi, i comandi della Centrale avevano la priorità. Purtroppo aveva ragione lui: la turbo-mobile era telecomandata, e dentro non c’era nessuno. Stava ancora maledicendo quei fessi della Centrale quando i mutanti di Vega lo attaccarono alle spalle di sorpresa, facendolo a pezzi…

Si risvegliò di nuovo nei sotterranei del Palazzo del Congresso. Guardandosi le manone tozze e pelose, si specchiò nella parete lucida. Fece una smorfia: questa volta non gli era andata molto bene, era un omone sgraziato di almeno un quintale e mezzo, decisamente brutto… Meno male che Zeena, la sua fidanzata, non era lì a vederlo! Tutt’intorno era un labirinto di corridoi, Randall non sapeva dove andare e già sentiva in lontananza il sibilo inconfondibile dei Serpenti di Altair. Sarà dura, pensò. I Serpenti avevano le terribili Fruste paralizzanti ed erano velocissimi: se non riuscivi a colpirli in tempo non potevi evitare la Frusta ed eri fottuto, perché avevano la sgradevole abitudine di mangiarsi vive le loro vittime paralizzate…

La Centrale gli risuonò in testa, indicandogli la giusta direzione. Randall si inoltrò di corsa in un corridoio, poi svoltò a destra, poi ancora a sinistra. Eccoli lì, i dannati Serpenti! Si girarono verso di lui, sorpresi, ma non fecero in tempo ad azionare la Frusta che già li stava bersagliando di micidiali Raggi Delta. Fu una carneficina. La Centrale segnalava altre minacciose presenze, e lo guidò attraverso chilometri di corridoi, cunicoli, stanze polverose. Ogni volta, i Serpenti di Altair furono colti di sorpresa e sterminati. Randall era soddisfatto, aveva fatto un ottimo lavoro e poteva sperare in una promozione: “Colonnello Randall” gli piacque, suonava bene.

Era giunto il momento di uscire dal Palazzo. Seguendo gli ordini della Centrale arrivò al corridoio di uscita, più grande degli altri. Si irrigidì vedendo il segnale rosso lampeggiante, cercò disperatamente di cambiare corridoio, ma ancora una volta la Centrale ebbe il sopravvento. “Cretini! – ringhiò fra i denti – Questa porta è bloccata, possibile che non se ne accorgano?”. Infatti la grande porta d’acciaio non si mosse di un millimetro, quando azionò il meccanismo di apertura. Stava ancora armeggiando con la serratura quando la sottile Frusta scintillante lo colpì ad una gamba. Fece appena in tempo a voltarsi, e restò immobile a guardare i due Serpenti che si avventavano su di lui con le fauci spalancate…


Il piccolo Paolo fissava attonito la familiare scritta rossa sullo schermo: GAME OVER. Poi, scuotendo la testa, posò il joystick e spense il computer, avviandosi a letto. Quel gioco, “Night Warriors”, era bello ma difficile: non era mai riuscito a superare il quarto livello. E poi, sette “vite” erano troppo poche! Per fortuna, il suo amico Gino gli aveva promesso un trucco per giocare con “vite infinite”…

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Enigmista tra i più accreditati e soprattutto chimico di valore, oggi in pensione. Ama scrivere e qualcosa di suo è arrivato fino a noi.