Ecco un altro racconto distopico di Umberto Folena (o antiutopico, pseudo-utopico, utopia negativa o cacotopia), come si legge su Wikipedia: cioè la descrizione di una immaginaria società o comunità altamente indesiderabile o spaventosa.

Umberto è bravissimo in questo tipo di sfida, ironica, pungente, satirica… Questo racconto ci fa desiderare di poter pubblicare altri scritti di Umberto Folena e speriamo che prima o poi ci accontenti.

Dal “Corriere sulfureo”, quotidiano del crepuscolo, 5 maggio 2099.

Milano. Corone del rosario. Mazzolini di gigli candidi. Candele bianche. Modonnine di Lourdes ripiene d’acqua. L’ultimo ritrovamento è avvenuto al Parco Lambro, ennesima testimonianza della recrudescenza dei riti cristiani. Cresce l’inquietudine nelle famiglie milanesi e una domanda sale sempre più preoccupata: dove andremo a finire? Su questi temi abbiamo intervistato in esclusiva l’Arcimago di Milano, Sua Bassezza Agaroth secondo.

Vostra Empietà, sono sempre più frequenti i casi di giovani che frequentano antichi culti cristiani. Che cosa può dire alle famiglie milanesi?

«Condivido la loro preoccupazione e possono contare sulla mia patrigna sollecitudine. Proprio ieri ho ricevuto una madre disperata, che neppure dopo un solerte rapporto sessuale ho potuto consolare completamente. Mi ha raccontato della sua figliola, che dapprima ha cominciato a non recarsi più alla messa nera, poi s’è rifiutata di recitare le maledizioni della sera e di consultare i tarocchi del mattino. Quando le ha chiesto: “Da quanto non vai dall’occultista di quartiere?”, lei non ha risposto e ha abbassato gli occhi. Li ha abbassati con umile modestia, comprende? Inaudito. Non ha nemmeno tentato di ingannare la madre con una immonda, lodevole bugia. Infine quella madre ha scoperto che la figlia frequenta una cappella riconsacrata clandestinamente dove si riuniscono alcuni giovani a guardare film proibiti, come Bernadette e Marcellino pane e vino, e a leggere il vangelo con un prete cattolico».

Un cinese?

«Ufficialmente fa il cuoco in una trattoria di via Sarpi, ma abbiamo motivo di credere che si tratti di un prete in incognito. Un missionario tra i più virtuosi e determinati, quindi pericolosissimo: un gesuita».

Baal ce ne liberi! Ma non possiamo fare nulla contro l’evidente ingerenza della Santa Sede nei nostri affari interni? Che ne è della laicità dello Stato italiano?

«Siamo un paese diabolico, ma democratico e aperto. Guardiamo con apprensione alla Cina, ultima nazione cristiana, e a Shangai, dove risiede papa Leone XIV. Ma non intendiamo forzare la storia. I nostri fedeli devono comprendere che tutto avverrà naturalmente, come logica conseguenza dell’evoluzione della natura umana verso il suo inevitabile destino: anche in Cina verranno meno le ragioni della speranza, il rispetto per la vita umana, i valori elementari pure così difficili da scalzare. Cresceranno il benessere e con esso il vuoto, la solitudine e il cinismo. Insomma, anche la Cina, come il resto del mondo, si sottometterà all’unico Ordine Satanico, al pensiero unico diabolico. Con soddisfazione constatiamo come i ricchi siano in numero sempre minore e sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri, tanti e disperati. Specialmente nella diletta Africa i massacri si susseguono con ammirevole dedizione, e non c’è giorno senza spargimento di sangue. Si ammazzano con entusiasmo, raggiungendo così le braccia accoglienti del nostro Padre Oscuro, e noi forniamo loro le armi per riuscirci con sempre maggiore efficacia, purché lo facciano liberamente e gioiosamente, con gusto, altrimenti sarebbero preda del Nemico Celeste. Vorrei rassicurare le devote famiglie milanesi: l’iniquità e la disuguaglianza trionferanno, nonostante questi patetici rigurgiti cristiani».

Tanta incrollabile fede ci oscura il cuore, Vostra Empietà. Tuttavia molti milanesi chiedono interventi esemplari, uno su tutti il pubblico rogo dei cristiani, come loro fecero con i nostri martiri.

«Sarebbe un grave errore. In questo modo raggiungerebbero il Nemico Celeste, esattamente come desiderano. Invece li vogliamo noi. I fedeli milanesi devono sapere che il male trionferà, ma che la strada sarà tutt’altro che gradevole, costellata di petali di rose, morbidi tappeti e soavi profumi. Sarà una dura prova. Invochiamo Satana e perseveriamo».

Eppure per alcuni il Satanismo italiano è troppo tollerante. Un cristiano ha partecipato perfino all’”Otelma Show”…

«È vero, ma accanto ad un eterosessuale dichiarato e a un povero. Macchiette, roba buona per fare spettacolo. Tuttavia riconosco che sugli animi più semplici certe scene possano lasciare un segno».

Come giudica altresì le correnti diabologiche moderniste, di scuola tedesca, che tendono a mettere in discussione l’obbligo del concubinato per gli occultisti di quartiere, e vorrebbero negare il sacerdozio nero alle donne?

«Errori, gravi errori. La tradizione non può essere ignorata sull’onda di psicologismi e sociologismi di moda. Però quanto accade è spiegabile. Ricordiamoci che l’uomo non è naturaliter diabolicus, e che anche nel cuore più buio esiste un angolo luminoso che a volte, sia pure sempre più raramente, può gettare un gioioso raggio di luce nell’oscurità. Impossibile? No, accade, e non solo in Germania, nazione a noi cara specialmente per certi fulgidi esempi diabolici forniti nel secolo scorso. Per quanto possa farci ribrezzo, noi siamo stati creati dal Dio buono, e la perversione è intervenuta in un secondo tempo. Tutti siamo marchiati dall’atto d’amore originale. Sul concubinato però non possiamo transigere. Come potrebbe dare consigli di perversione sessuale chi non ne praticasse personalmente alcuna?».

Per concludere, come giudica Vostra Empietà questa recrudescenza cristiana?

«Ci sono evidentemente una domanda religiosa inevasa, specialmente tra i giovani, e una carenza educativa nelle famiglie. E dove si crea un vuoto, là s’infilano i cristiani con le loro seduzioni evangeliche. Per questo occorre rinnovare con fede la proposta satanica, per un grande sforzo di ri-perversione della nostra società. Un’occasione privilegiata sarà l’imminente Anno Maledetto. Purtroppo, non saremo mai pervertiti abbastanza».