Gli otto consigli di Robert J Sawyer per aspiranti scrittori, forse sono troppo tagliati sulla realtà americana. Da noi non ci sono tanti editori a cui rivolgersi e da noi si sta generando un fenomeno del tutto diverso: gente che non avendo avuto risposte a fronte del loro lavoro (bello o brutto che fosse), se lo pubblicano da soli. Questo pezzo è del resto un po’ datato, come ammette Rob: anno 2002. Tuttavia, mi pare si possa ricavare qualche utile idea.

 

In questo articolo scritto vent’anni fa e, infatti originariamente pubblicato nel 2002 in Writers of the Future Volume 22, fornisco otto idee importanti che ogni nuovo aspirante scrittore dovrebbe conoscere; io stesso continuo a seguire queste linee:

  1. Non a tutti piacerà il tuo lavoro

E va bene così. Il tuo compito come scrittore non è quello di essere accettato da tutti, ma è quello di essere l’autore preferito da un ristretto segmento della popolazione. Se cerchi di accontentare tutti, finirai per non piacere a nessuno. I buoni critici letterari lo sanno: il loro compito non è quello di farti sapere che a loro è piaciuta una certa opera (fatto che al massimo potrà interessare loro personalmente); piuttosto, ti diranno che se ti piace quel particolare tipo di romanzo, allora il libro recensito ti piacerà di sicuro. In caso contrario, il libro avrà fallito ciò che si proponeva. E questo ci porta a…

  1. Il tuo romanzo dovrebbe nascere con un progetto

La tematica del libro è l’elemento a cui gli scrittori dedicano meno tempo in assoluto, eppure è l’aspetto più importante. Se c’è una cosa che salta all’occhio ne Il Codice Da Vinci di Dan Brown è il suo straordinario successo. Diciamolo pure, il libro è scritto piuttosto male, eppure, è stato il più letto tra tutti i libri di fantascienza e fantasy pubblicati in quell’anno da tutti gli editori messi insieme. Perché? Perché c’è sotto un progetto. In particolare, il libro tratta della soppressione della femminilità nel cattolicesimo e fa una reinterpretazione della storia di Cristo che risulta nuova alla maggior parte dei lettori. La qualità della trama (inseguimenti banali), i personaggi (consistenti come le materia della copertina, cioè di carta) e la prosa (pedestre volendo essere gentili) sono tutte cose perdonate, perché Dan Brown aveva qualcosa da dire – e dovresti farlo anche tu. Il che significa…

  1. Il tuo lavoro consiste nel raccontare le tue storie

Troppi giovani scrittori di talento perdono tempo a scrivere romanzi su argomenti di successo (per esempio storie che ripropongono gli universi di Stargate Atlantis o di Star Trek: Voyager). È una perdita di tempo; anzi, è una allettante perdita di tempo: magari qualcuno ti dirà hai mostrato “un’abile gestione” dei personaggi, e potresti pensare di essere uno scrittore migliore di quanto in realtà tu non sia. Infatti, non solo gestire, ma creare personaggi memorabili è una parte fondamentale del lavoro di uno scrittore. Quindi, senza scimmiottare i personaggi inventati da qualcun altro. Quando finalmente riuscirai a pubblicare, ti potrebbe essere offerta la possibilità di scrivere storie basate su ambientazioni non tue, ma di successo. Si chiamano media tie-in. Non accettare. Il tuo compito è quello di farti un nome; ti stai inserendo in un mercato competitivo e lo fai raccontando storie che sono solo tue, originali su personaggi ed eventi che hai inventato esplorando questioni che ti appassionano. Molti scrittori di esperienza scrivono dei media tie-in sotto pseudonimo, proprio perché non vogliono che l’associazione con quelli contamini il loro modo di scrivere originale. Ma, per l’amor del cielo, non prendere minimamente in conto la possibilità di iniziare la tua carriera con un media tie-in; non è un modo per farsi conoscere; è sempre un vicolo cieco. Se vuoi davvero farti conoscere, il tuo primo romanzo dovrà essere del tutto originale. E però, tieni presente che…

  1. I primi romanzi sono molto difficili da vendere

Quindi non cercare di fare un romanzo complicato. La ragione numero uno per cui i primi romanzi vengono rifiutati è perché sono scritti male; ma tu non hai certamente questo problema! La seconda ragione per cui i primi romanzi sono spesso rifiutati – cioè, la ragione per cui la stragrande maggioranza dei romanzi ben fatti, gradevoli e scritti come si deve non vengono acquistati dagli editori – è che non sono facilmente classificabili. Quasi nessuno di quelli che dovranno vendere il tuo romanzo lo leggerà mai. Costoro dipenderanno totalmente dalle parole dell’unico incaricato dall’Editore il cosiddetto ‘Curatore editoriale, il quale farà una riunione presentando il romanzo in sessanta secondi, forse aggiungendo un riassunto di150 parole nella documentazione della Casa Editrice.

Ciò che la forza vendita vuole sentirsi dire su un primo romanzo è: “Si tratta di un romanzo militare di fantascienza in stile Heinlein che piacerà ai fan di David Weber e David Feintuch” o anche “Questo è un fantasy urbano contemporaneo, sul genere di Charles de Lint“. Tieni il tuo bel romanzo multi-genere che non si sa come inserire, per un momento futuro della tua carriera. Per quando tutta la forza vendita vorrà sentirsi dire: “Questo è il nuovo romanzo di te, autore“. Nel mio caso, il mio primo romanzo, Golden Fleece – che è nato da un lavoro più breve presentato a Writers of the Future nel 1986 – era un romanzo di fantascienza su un computer assassino a bordo di un’astronave. Era un chiaro riferimento a 2001: Odissea nello spazio di Arthur C. Clarke, ed è così che il mio editor lo ha presentato al tempo. Naturalmente, come per quasi tutti i primi romanzi, non è bastato proporre qualche capitolo, ma ho dovuto scriverlo tutto prima di inviarlo all’Editore.

Invece, per il mio dodicesimo romanzo, Calculating God, l’ho venduto dopo una normale conversazione telefonica; ho detto che volevo scrivere un romanzo in cui due persone si siedono in una stanza e discutono di evoluzione e di creazionismo e nessuno dei due si arrabbiava. Non avrei mai potuto vendere quel libro come mio primo romanzo, ma è stato facile più tardi nella mia carriera. E, amzi, ha raggiunto il numero uno nella lista dei bestseller di Locus, ed sono stato finalista negli Hugo. Perché, a quel punto, tutto ciò che contava era che fosse un libro nuovo con un nome ben conosciuto. Detto questo…

  1. Con il tuo primo libro, devi assolutamente stupirli

Molte persone leggono un brutto libro e poi dicono: “Diamine, io avrei potuto scriverlo bene!” e poi si mettono a provare a farlo – e infatti lo fanno, producendo un brutto libro tutto loro. Guarda sempre in alto. Per il mio primo romanzo, volevo fare qualcosa che non avevo mai visto far bene prima: un libro dal punto di vista di un computer intelligente (e credo di averlo fatto, perché nella recensione del mio libro per The Magazine of Fantasy & Science Fiction, Orson Scott Card ha detto che avevo creato “il personaggio informatico più profondo di tutta la fantascienza“). È importante avere ambizione: dovresti aspirare alla grandezza, non alla mediocrità e la tua migliore ispirazione sono le migliori opere disponibili. Perché la verità è…

  1. Se vuoi scrivere, devi leggere

Quando a una convention incontro qualcuno che mi dice di voler provare a scrivere fantascienza, faccio una domanda apparentemente non correlata: “Hai letto qualcosa da mio?” Sembrerebbe un egocentrismo, e forse lo è, ma in realtà è un piccolo e utile test. Il fatto è che ho avuto la fortuna di vincere entrambi i premi più importanti del genere: Hugo e Nebula, e sempre per il miglior romanzo dell’anno. Se vuoi vendere in questo mercato, devi sapere quale è il miglior lavoro secondo quel mercato. Se alla domanda la persona risponde no, cioè non ha mai letto Sawyer, sorrido educatamente e mi allontano, perché costoro non possono avere una seria idea di come cominciare. Dopotutto, se fossero davvero interessati, leggerebbero non solo i vincitori di Hugo e Nebula, ma anche i candidati dell’anno; farlo è una parte fondamentale della conoscenza del mercato. Il che ci porta a…

  1. La tua migliore guida al mercato è una libreria

Otto consigli per aspiranti scrittori : Bakka-Phoenix di TorontoCerto, ci sono molti siti web con consigli di scrittura (incluso il mio a sfwriter.com), ma per vendere in questo campo, devi conoscere il mercato dentro e fuori, e il posto migliore per saperne di più è in una libreria. Domanda banale: cosa hanno in comune gli scrittori Cory Doctorow (Tor), Nalo Hopkinson (Warner), Tanya Huff (DAW), Robert J. Sawyer (Tor) e Michelle West (DAW)? Risposta: lavoravamo tutti alla Bakka-Phoenix di Toronto, la più antica libreria del mondo specializzata in fantascienza, e Michelle lavora ancora lì, e non perché le serva uno stipendio da libraia, ma perché in una libreria si sente il polso di ciò che succede sul mercato SF & F.

Dimentica le pubblicità online. Piuttosto, devi guardare libri veri, studiare il tipo di lavoro che ogni editore pubblica. Un aspirante autore dovrebbe essere in grado di nominare non solo i suoi cinque autori di SF & F preferiti. Ma contemporanei: se la migliore lista che puoi produrre fosse Asimov, Clarke e Tolkien, allora non leggi abbastanza cose nuove. È anche importante essere immediatamente in grado di dire quali sono i loro editori e quindi capire perché sono stati pubblicati da quella casa editrice e non da altri.

C’è un mondo di differenza tra un romanzo di fantascienza militare della Baen scritto da John Ringo, un thriller di fantascienza contemporanea della Del Rey scritto da Greg Bear e un fantasy letterario Tor scritto da Gene Wolfe. Se spedirai il tuo manoscritto all’editore sbagliato, sprecherai non solo il tempo dell’editore, ma il tuo. In genere gli editori impiegano un anno o più per rispondere a una presentazione non richiesta, per cui ti conviene fare i compiti. Perché…

  1. In definitiva, dipende tutto da te

Gli editori si preoccupano e gli agenti possono aiutare. Ma, alla fine, sei solo tu che hai davvero un grande interesse acquisito nel fatto che tu abbia successo o meno. Alcuni autori affermati pensano che sia loro compito scoraggiare i nuovi arrivati, perché i deboli di cuore potrebbero non fare bene in un mercato ruvido e competitivo.

In definitiva, penso che sia miope. Sì, il mercato è duro e indifferente, ma che perdita sarebbe per la nostra cultura se gli unici libri pubblicati fossero di tipi induriti, dalla pelle spessa, duri come le unghie. C’è un posto sugli scaffali delle librerie anche per i timidi e i delicati.

Quindi, prendi ciò che ti incoraggia, sorridi educatamente e ignora i consigli che ti scoraggiano e, soprattutto, non arrenderti. Più che talento, più che fortuna, più di ogni altra cosa, questo è un gioco di perseveranza – e l’unico modo sicuro per perdere è non giocare.

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nato a Ottawa, 29 aprile 1960 è uno scrittore di fantascienza canadese. Si definisce un autore di fantascienza hard, ma di fatto il suo interesse per la caratterizzazione e la psicologia dei personaggi è molto superiore a quello tipico di tale filone. Le sue opere hanno spesso connotazioni metafisiche.