Pierfrancesco Prosperi ha da poco sostituito Vanni Mongini alla guida di Cose da Altri Mondi rivista web che Vanni ha a suo tempo creato e che poi ha deciso di lasciare ad altri.

Pierfrancesco è uno degli Autori italiani di fantascienza con più esperienza e Cose da Altri Mondi non poteva rimanere senza un coordinatore di grande qualità.

Tuttavia questo articolo non ha l’intenzione di parlare di tale argomento.

Invece vorremmo presentare una trilogia scritta da Prosperi tra il 2007 e il 2015, che comprende La Moschea di San Marco (2007),  La casa dell’Islam (2009) e La terza Moschea (2015), tutte edite da Bietti, a cui si è appena aggiunto un quarto capitolo, Bandiera nera! del 2018 (Tabula Fati).

I primi tre volumi sono adesso disponibili in versione e-book (Ebooksitalia di Simonelli Editore) cercare Trilogia islamica. Al momento io ho letto solo il primo libro, La Moschea di San Marco, e quindi concentrerò la mia attenzione su quest’opera.

Cosa è La Moschea di San Marco?

È una curiosa storia che si anima attraverso brevi, o brevissimi capitoli, alcuni dei quali sono stralci di articoli da giornali inesistenti: le vicende si svolgono in un 2015 ucronico e nulla di ciò che succede è davvero successo nelle nostre esperienze.

Il tutto si svolge in Italia e, come accennato, ha un piglio cronachistico.

Ci racconta l’Autore che esiste una fastidiosa minoranza islamica la quale, per un senso di correttezza politica, pretenderebbe dal Parlamento italiano l’accoglienza degli usi dettati dalla loro religione, imponendoli a tutta la popolazione.

Tra questi, la ‘sana’ norma di avere fino a quattro mogli, o la lecita possibilità di uccidere chiunque sia colpito da fatwa: complicato meccanismo coranico, che in genere è considerato una condanna a morte in contumacia pronunciata da una personalità islamica.

Malgrado l’argomento in genere rivolto al tragico, dalla mia frase precedente si evince un sottotesto di tipo decisamente ironico. Di più: satirico.

I personaggi che si muovono nell’ambito del romanzo sono molti: alcuni ricorrenti, alcuni per un’unica breve apparizione. Non tutti sono islamici stranieri: moltissimi sono dei convertiti italiani che assumono nomi come Hallam Gregorio Sandullà, Governatore della Sicilia.

Non so se questo possa essere uno spoiler, ma il libro è composto esattamente da 99 capitoli, quanti sono i Nomi di Dio. Ci fa però sapere l’Autore che esiste anche un centesimo nome segreto e quindi sconosciuto.

Esiste proprio per questo, anche una specie di centesimo capitolo, in cui è riportata una articolata Postfazione, dove l’autore immagina alcune delle critiche che potrebbero essergli rivolte:

Il funzionario scosse il capo. “Personaggi appena abbozzati, e schierati in modo fin troppo prevedibile, o di qua o di là. Quelli di sinistra coi musulmani, pur con qualche distinguo e qualche mal di pancia, quelli di destra rigorosamente contro… Non è così, la realtà è molto più complessa.”

Si tratta infatti di un libro molto complesso. Un libro di fantapolitica che ha però il grande vantaggio di essere godibile e veloce.

Dal punto di vista politico è chiaramente esasperato, ma credo che fosse proprio questo lo scopo di tutto il racconto.

Ho molto apprezzato la qualità stilistica della prosa.

Parlando di questo argomento, faccio spesso un parallelo che apparentemente nulla ha a condividere con la letteratura.

Penso a Frank Sinatra: esistono grandissime voci del canto, cantanti capaci di acuti meravigliosi e apprezzabili. Frank aveva la sensibilità dì far sentire ‘facile’ qualsiasi cosa cantasse. La voce non si sforzava mai. Non si percepiva alcuna fatica nelle sue note. Così unico che nessuno è mai più riuscito a uguagliarlo.

Pierfrancesco Prosperi

Pierfrancesco Prosperi

Ecco, esiste una prosa che ha le medesime caratteristiche. Nessun apparente uso di frasi a effetto, mai parole difficili, costruzioni nobili, ma semplici…

Come un Frank Sinatra che scrive.

Non so come prosegua la serie: questa Moschea di San Marco è un romanzo perfettamente autoconclusivo.

Ma per questo lascio la parola a Pierfrancesco Prosperi, che potrà dirci perché ha avuto voglia di scrivere i seguiti.

 

Garibaldi a GettysburgIn effetti, se si eccettua il seguito di Garibaldi a Gettysburg apparso quest’anno su Urania Collezione col titolo Ritorno a Gettysburg, non avevo mai scritto seconde o terze puntate.

Fu Tommaso Piccone, il responsabile della Bietti, a darmi l’idea quando ci incontrammo per concordare la pubblicazione della prima Moschea.

Decisi allora di seguire le vicende dell’Italia alle prese con un Islam aggressivo, d’attacco, a intervalli di cinque anni; La casa dell’Islam si svolge nel 2020, La terza Moschea nel 2025. Il che significa che le prime due Moschee, oggi, non sono più fantascienza ma ucronia; grazie a Dio, o ad Allah, gli avvenimenti previsti per il 2015 e il 2020 non si sono verificati.

Quelli del terzo volume ambientato nel 2025 potrebbero ancora verificarsi, ma è molto, molto improbabile.

Franco ha in precedenza accennato al carattere ironico, anzi satirico del primo romanzo. Ebbene, nel secondo il tono satirico si accentua: islamizzati a forza, gli italiani decidono di resistere utilizzando le loro risorse di fantasia.

Vediamo così preti che montano a sorpresa chiese gonfiabili sulla spiaggia di Rimini per farle sparire a messa terminata, pensionati fiorentini che si travestono da turisti per entrare nelle chiese precluse ai residenti, atlete italiane che si rifiutano di partecipare alle Olimpiadi intabarrate nei costumi islamici, e via dicendo.

Il finale però è tragico, e un tono drammatico percorre anche il terzo volume, che tuttavia si conclude in modo positivo, con un happy end che però viene bruscamente ribaltato dal quarto, imprevisto volume le cui vicende si svolgono sempre nel 2025 e introducono in Italia, in modo violento, le vicende dell’Isis, lo Stato Islamico che ha progettato di conquistare prima il Medio Oriente e poi l’Europa.

Una quinta puntata non si può escludere del tutto: dipende dal taglio che prenderanno i rapporti tra Islam e Occidente. Due civiltà che difficilmente riusciranno ad integrarsi…

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.