Un regalo per la cugina

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Leandro sollevò lo sguardo dalla “Settimana enigmistica” e vide entrare nella guardiola Gedeone, il grande gatto nero che aveva adottato sei mesi prima. Subito sobbalzò inorridito: «Gedeone! Cos’hai combinato?”. Il felino di pece aprì la bocca per rispondere e lasciò cadere i resti di un essere di pelo marrone: «Leandro, non arrabbiarti. Sai perfettamente che noi del pianeta Mychoos siamo mossi da un atavico istinto aggressivo nei confronti degli abitanti della Luna muschiata Ractus. E guarda caso quei nostri antichi acerrimi nemici sono così simili ai topi terrestri che ogni volta che incontro un di questi roditori non riesco a controllarmi e lo azzanno!».

Leandro cercò di appiattire sulla pelata i richiamati scomposti dall’orrore per ciò che si ritrovava davanti: «Gedeone! Quello non era un topo – si disperò il portinaio -, ma il cucciolo di cane bassotto della signora Adelia! Che tragedia!».

«Ma no, Leandro! Te l’assicuro: era un topaccio!».

«Se la signora Adelia scopre che è stato il mio gatto ad accopparle il bassotto, sono un alieno morto».
«Gatto a chi? – si schermì l’alieno a quattro zampe – Io sono un mychooniano più senziente di te! E questo era un topo. E la signora Adelia non ha un bassotto, ma un chihuahua».

«No! Tu sei un trucidatore di cagnolini. Povero me… Bisogna far sparire le prove, il chihuahua-bassotto, il can-topo, la salma! Dove lo nascondo? Ci vorrebbe, una scatola, un sacchetto… Non ho nulla qui. Ah! Il giornale!».

Leandro prese un paio di fogli del quotidiano, vi avvolse pietosamente le spoglie irriconoscibili dell’animale, fece un pacchetto perfetto, prese anche un pezzo di spago verde menta, legò il feretro accuratamente con un bel fiocchetto. Poi si avviò, ostentando un’aria disinvolta, verso il più vicino cassonetto, tenendo in bella vista il pacchettino, in modo da indurre eventuali condòmini a non ventilare neanche lontanamente l’ipotesi che stesse nascondendo qualcosa di losco.

Sfortuna volle che, attraversando il cortile, incontrasse proprio la signora Adelia, anziana vedova socievole e curiosa, nonché legittima “madre” del bassottahua: «Signor Leandro sempre elegante, impeccabile! Ma che bel pacchettino! Scommetto che è un regalo per una dama. Chi è la fortunata?».

«Oh! Ma è solo un pensierino!». La fronte di Leandro era imperlata di sudore, mentre un brivido gelido gli percorreva la colonna vertebrale.

«Per chi, per chi?».

«Per mia cugina. Lo stavo portando su a casa mia. Poi, domani glielo consegnerò. Ma come mai è sola, signora Adelia? Dove ha lasciato il suo cucciolo?», La voce del portinaio era ridotta a un tremolio stridulo di tensione.

«Ah… dev’essere nei paraggi, Ogni tanto scappa, quel discolo, in cerca di chissà cosa. Tornerà per cena, conoscendolo. Ma questo pacchetto cos’è, cos’è? Sono curiosa. Posso spiare?».

«No, signora Adelia, meglio di no. Non vorrei che si sciupasse il pacchetto». Leandro stava per venir meno.

«Ha ragione, Leandro: è così bello! E lei è così gentile e premuroso con sua cugina! Sale con me in ascensore?».

Veramente Leandro aveva fretta di liberarsi dello scomodo corpo del reato… ma ormai la signora Adelia pensava fosse un regalino per una sua fantomatica congiunta. Fortunatamente era tutto ben sigillato e nessun indizio trapelava attraverso l’incarto.

Arrivato in casa, Leandro si affrettò a mettere nella spazzatura il “regalo”, chiuse bene il sacchetto e si precipitò giù a gettare il tutto nel cassonetto.

Tornato nella guardiola, rimase a bocca aperta: Gedeone stava giocando con una pallina insieme al redivivo cagnolino! «Ma, ma, ma…», balbettò il portinaio.

«Te l’avevo detto che quel coso di prima era una pantegana!», gli rinfacciò con aria di sufficienza, il mychoosiano.

Leandro, ormai sull’orlo dell’esaurimento, prese in braccio il cucciolo e si avviò verso l’appartamento della signora Adelia, che poco dopo non finiva più di ringraziarlo per averle riaccompagnato l’amato esserino.

Appena rimase sola con il presunto cane, la vedova gli parlò: «Allora, com’è andata?».

«Missione compiuta, capo – le rispose il piccolo alieno a pelo corto -. Ho fatto fuori il pericoloso invasore della Luna Ractus… facendolo cadere nell’agguato del gatto del portinaio. Ha scambiato il ractusiano per un topo e zacchete! Che animali stupidi questi felini terrestri!».

«Ah! Se è per questo, sono stupidi anche gli esseri umani! Per esempio, quel Leandro oggi aveva deciso di farmi un bel regalo, l’aveva perfino infiocchettato, e poi all’ultimo momento, per timidezza, non ha avuto coraggio di consegnarmelo!».

Così dicendo, Adelia sospirò con rimpianto.

Competenze

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Postato il

10 Marzo 2016

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