Chiavette, Metronomi e Boeri

[singlepic id=298 w=250 h=355 float=left]Faccenda imbarazzante la deformazione professionale! Soprattutto quando interferisce pesantemente con la vita privata. Lorenza lo sa perfettamente! Un suo amico informatico, ad esempio, non riesce a terminare un amplesso se prima sua moglie non gli sussurra in un orecchio: “Rimozione sicura dell’hardware. Ora puoi espellere la chiavetta”.

Anni fa, invece, il suo allenatore di nuoto cronometrava sempre le sue prestazioni amatorie, tentando di raggiungere di volta in volta più velocemente il traguardo. Ad una ad una, perse tutte le fidanzate. Solo quando cambiò mestiere e decise di lavorare nello slow food di famiglia, si sposò con una placida brunetta, appassionata di degustazioni lente.

E che dire del suo vicino di casa, geometra, che si era trovato una ragazza con il naso che di profilo era un triangolo rettangolo così perfetto da far impallidire Pitagora? Quando la baciava non resisteva alla tentazione di complimentarsi con lei per la purezza del tratto della sua ipotenusa. A lungo andare lei lo trovò noioso e fuggì, con cateti e tutto, con un tizio così digiuno della materia che a casa sua aveva un bellissimo goniometro, ma lo usava come segnalibro.

Sorvoliamo, poi, su quel maestro di solfeggio che caricava il metronomo per mantenere un ritmo costante durante la copula.

Vale la pena, invece, soffermare il fluire delle nostre riflessioni sui geologi.

Lorenza ne conosce uno che stamattina faceva colazione a colpi di brioche alla nutella nel suo stesso bar, mentre lei sorseggiava un cappuccino. La bella Lorenza si fingeva assorta nei suoi pensieri, tutta sognante con la testa su chissà quale pianeta alieno, privo d’ipocrisia e disonestà. Invece, lo sbirciava di nascosto divertita.

Con l’occhio esperto di chi è abituato a sondare strati di rocce sedimentarie, il divoratore di glucidi osservava intensamente una piramide di cioccolatini boeri, vicino alla cassa. Finalmente ne ha preso uno, l’ha pagato, l’ha scartato, e la sua perizia, acquisita in anni e anni di studio e lavoro sul campo, è stata premiata: ad avvolgere il succoso dolcetto era la tanto agognata cartina “Hai vinto un boero subito!”. Ci ha pensato un attimo, dissimulando la soddisfazione, poi ha spiato furtivamente Lorenza, senza accorgersi che lei se ne stava accorgendo. Quindi ha consegnato alla cassiera il prezioso incarto ed è stato autorizzato ad impossessarsi della meritata vincita. Sempre tenendo d’occhio di soppiatto la ragazza ancora alle prese col cappuccino bollente, ha scartato anche il secondo boero. Solo dopo essersi assicurato che non celasse un nuovo premio, l’ha ricomposto alla meglio, si è avvicinato a Lorenza e, sorridendo, le ha appoggiato delicatamente sul palmo di una mano il cioccolatino stropicciato: “Questo l’ho comprato per te!”

Lorenza avrebbe potuto chiedergli se, oltre a scartarlo, l’aveva anche leccato. In alternativa, più di qualcuno l’avrebbe giustificata se gliel’avesse tirato dietro. Per fortuna del goffo professionista scienziato della terra e corteggiatore terra terra, lei si è ricordata dell’informatico e della sua chiavetta, dell’allenatore rapido, del geometra pitagorico e del solfeggiatore ritmico. Quindi, divertita, ha ringraziato il geologo, assolvendolo per la sua goffaggine professionale: lui non poteva resistere alla tentazione di scavare sotto agli strati superficiali! Bisognava comprenderlo!

Ora però a Lorenza resta solo un dubbio: ma questo buchino nel boero che sia un tentativo di carotaggio?


“Dottore, ci sente? La chiamiamo dalla base Andromeda Bis. Ormai è su quel pianeta da sette lune terrestri! Siamo ansiosi di sapere se ha scoperto finalmente la formula”.

“Andromeda Bis, qui è il Dottore. S! Ci siamo! Ce l’ho fatta! L’ho trovata! Ho cercato per mesi senza successo, ho sondato terreni, prelevato campioni di rocce, analizzato argille e alla fine, proprio quando stavo per scoraggiarmi e tirare fuori dal garage sotterraneo l’astronave per tornarmene a casa, ho scoperto la soluzione ai nostri mali, la ricetta che salverà il nostro pianeta!”

“Dottore, la faccia breve, non ci tenga sulle spine! Ci dica subito di cosa si tratta!”

“Cioccolata, Andromeda Bis! Si chiama cioccolata!”

“Cioccolata? E si inietta in vena o basta assumerla in supposte?”

“Né in vena, ne in supposte, Andromeda Bis! Stranamente si succhia, si scioglie in bocca. E si può abbinare a delle palline secche chiamati ‘nocciola’, o a sostanze liquide ricche di glucidi e alcool o a un frutto rosso e succoso che gli umani chiamano ‘ciliegia’”.

“Ma funziona davvero dottore? Guarirà le donne del nostro pianeta dalla malinconia?”

“Sì! Ne sono certo”.

“Come fa a non avere dubbi?”

“L’ho testato personalmente stamattina su una donna terrestre, dagli occhi belli ma tristi. Le ho offerto una dose di questa sostanza, dopo averne prelevato un piccolo campione, da analizzare successivamente. E ho notato che, non solo la ragazza mi ha sorriso, ma addirittura tratteneva a stento le risate”.

“Dottore, lei ci ridà speranza!”

“C’è solo un problema”.

“Quale problema, Dottore?”

“Pare che per amplificare l’effetto della cioccolata, dopo l’assunzione si debba somministrare anche affetto maschile alla donna”.

“Pare? Quindi non ne è certo!”

“Non l’ho verificato personalmente. L’ho intuito guardando un vecchio film terrestre in bianco e nero”.

“Dottore, non indugi. Vada!”

“Dove devo andare?”

“Dottore, non ci faccia perdere la pazienza. Verifichi!”

“Verifico? E come?”

“Dottore! Torni subito da quella ragazza e la baci!”

“Baciarla? Ma come si fa?”

“Dottore, ma dobbiamo spiegarle tutto? Faccia finta che la ragazza sia un cioccolatino e se la somministri!”

Anna Laura Folena (2015)

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Chi sono:

Appassionato di fantascienza credo da sempre, ma scoperto di esserlo in quarta elementare quando mi hanno portato a vedere "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin: era il 1953 e avrei compiuto nove anni in quell'autunno.

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