Lettera a Sferottonio

[singlepic id=327 w=250 h=353 float=left]«Cari abitanti del pianeta Sferottonio,

è con estremo turbamento che mi accingo a trasmettervi questo messaggio telepatico attraverso la galassia.

Parola mia: strane creature questi terrestri! Non tutti, intendiamoci! Alcuni, come quelli dotati di ali, non danno fastidio a nessuno e si comportano sempre con ineccepibile coerenza, popolando mirabilmente i cieli di giorno e di notte. Mi riferisco piuttosto ai mammiferi, ma nemmeno alla loro totalità. Quelli chiamati cani, ad esempio, sono fedeli e razionali quasi come noi. Quelli conosciuti come delfini sono i migliori. Tanto che, ad un certo punto della storia dell’evoluzione terrestre, hanno deciso di abbandonare la terra ferma e di tornarsene nel mare per sfuggire alla follia degli altri, di quelli a cui mi riferivo all’inizio: degli umani.

Davvero, garantisco, gli umani sono fuori di palla… o, come dicono loro, “di testa”.

Per esempio, al posto di camminare in compagnia, preferiscono chiudersi da soli, uno alla volta, dentro ad ampie astronavi con quattro ruote da combattimento. Loro chiamano tali mezzi bellici “SUV”, perché la lingua che parlano si arricchisce di giorno in giorno di vocaboli che utilizzano inconsultamente senza conoscerne il significato. Così, oltre a non comprendersi più tra loro, non capiscono nemmeno ciascuno le proprie parole, pronunciate meccanicamente.

I SUV vengono solitamente parcheggiati sui marciapiedi… ormai inutilizzati dai pedoni, visto che nessuno più cammina.

Particolarmente ostruiti di SUV sono i marciapiedi davanti a luoghi puzzolenti di gomma, di umori ghiandolari e di calzino cagliato. Luoghi denominati PA-LE-STRE. Qui, i piloti di astronavi terrestri, del tutto insensatamente, camminano e sudano su pedane scorrevoli su rulli semoventi, preferendoli ai sentieri, ai prati ed alle spiagge, che usano invece come discariche di rifiuti e come base per far scorrere maleodoranti nastri grigi bituminosi su cui viaggiano con le loro astronavi belliche, lasciando dietro di sé fetide nuvole di peto nero.

Gli umani vivono un’era di involuzione tale che stanno addirittura perdendo completamente la facoltà di comunicare fra loro guardandosi negli occhi.

Per trasmettersi messaggi devono ricorrere a mezzi artificiali, come tastiere piene di pulsanti o oggettini vari, infilati o appoggiati nelle, o sulle orecchie. Per questo, gli umani, quando non si trovano nelle palestre, si barricano in luoghi chiusi, inondati di luce ed aria artificiali e forse radioattivi. Sono gli uffici. Gli uffici servono proprio per comunicare attraverso gli stratagemmi più complicati, elettrici, elettronici, telematici, eccetera, senza mai incontrarsi veramente.

Quando tornano a casa, gli umani accendono un quadro appeso alla parete e si lasciano convincere da sconosciuti e sconosciute troppo magri a comprare un sacco di cose assolutamente inutili. Fare acquisti è facilissimo: basta spararsi un colpo di pistola. Una strana pistola nota come “telefono fisso”.

Ma è di domenica che raggiungono il culmine della follia, a testimonianza del loro progressivo imbarbarimento! Si ammassano tutti in un luogo affollato e pieno di confusione: lo stadio. Qui per un’ora e mezza urlano dietro a 22 uomini in mutande e calzettoni, che prendono a calci senza pietà una creaturina indifesa molto simile a noi. Dobbiamo subito organizzare una spedizione di salvataggio per liberare dalla schiavitù questi nostri fratelli PALLONI!

Anna Laura Folena (2015)

Invia commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Aprile 2024
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930  

Chi sono:

Appassionato di fantascienza credo da sempre, ma scoperto di esserlo in quarta elementare quando mi hanno portato a vedere "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin: era il 1953 e avrei compiuto nove anni in quell'autunno.

Seguici su Pinterest