Molto, quasi tutto quello che dice Robert J. Sawyer nel suo articolo è vero e ci mancherebbe che non lo fosse! Uno che vince i Premi Hugo, Nebula ed Aurora se parla di fantascienza sa quello che dice e se mai dovrei tacere io.

Anche se…

[singlepic id=525 w=98 h=140 float=right][singlepic id=528 w=100 h=140 float=right]Non so quanto negli Stati Uniti i pareri degli scrittori di FS siano considerati, soprattutto come dice lui in materia di sicurezza. Di sicuro in Italia, dati i pregiudizi e le prevenzioni nei confronti delle scienze esatte che avevano sia Gentile che Croce, che le disprezzavano in favore di quelle umanistiche, non ci chiede niente nessuno. Secondo me meglio: finché ci ignorano non ci infastidiscono con i loro pareri. Sarei solo curioso di sapere se [singlepic id=527 w=233 h=140 float=left]Fabiola Gianotti, dal 1° gennaio direttore del CERN, terzo cittadino italiano a farlo, ha mai letto FS. So che è diplomata in pianoforte al conservatorio, chissà se vuol dire qualcosa: la responsabile della più grande macchina mai creata dall’uomo, del più grande centro di ricerca scientifica della storia di questo pianeta, per rilassarsi chessò, suona un notturno di Chopin? O la marcia imperiale di Guerre Stellari?

Il fatto è che a me interessa soprattutto la fantascienza “escapista”, stile appunto (ma non solo) Guerre Stellari, in omaggio all’antico principio che l’evasione è sempre un viaggio da una prigione verso la libertà.

[singlepic id=529 w=200 h=182 float=right]Poi trovo che l’inizio della FS vada fatto risalire più ai “Viaggi di Gulliver” che al Prometeo Moderno di Mary Shelley, che senza dubbio è fantascienza, ma appunto non il primo: Gulliver sale su Laputa, una vera e propria astronave magnetica ed i popoli che incontra sono a tutti gli effetti mutanti dell’homo sapiens.

[singlepic id=524 w=200 h=268 float=left]Condivido il resto delle citazioni in relazione ai passaggi e alle paure fanta-scientifiche, ma mentre leggevo mi sono ricordato che la FS contrariamente a quello che si dice e si crede di solito, non ha mai veramente previsto il futuro. Ad esempio c’è una infinità di romanzi di FS degli anni 50 nei quali l’eroe appena sceso dall’astronave intergalattica su cui è arrivato da Proxima Centauri cerca disperatamente una cabina telefonica perché deve chiamare non si sa chi: i telefonini non li ha previsti nessuno. I computer sì, e casomai erano Dio, ma “personal computer” mai, sempre enormi, grandi quanto una casa, piccoli mai. Il Web poi! Ci è arrivato fra capo e collo a tutti! Ma nessuno in 50 anni di previa fantascienza ci ha mai pensato. Eccetera.

Il fatto è che gli scrittori di FS non sono genii o supereroi, anche noi seguiamo le mode. Nessuno scriveva di catastrofi ecologiche ai tempi degli esperimenti nucleari e della paura della bomba: scenari post catastrofe nucleari, mutanti a tutti gli angoli, piovre gigantesche e meduse-balene a iosa.

L’AIDS non lo ha previsto nessuno, e nemmeno che le strade di Roma, come quelle di Berlino o New York o Rio de Janeiro sarebbero state piene di musulmani. Che a Roma a Forte Antenne sarebbe sorta la più grande moschea d’Europa. Per dire.

[singlepic id=523 w=260 h=200 float=right]Ma ci sta. È vero comunque che gli scrittori di FS sono quelli più attrezzati a descrivere bene le paure presenti e le paure del futuro. E lo fanno o dovrebbero farlo in modi più precisi di quanto non facciano gli scrittori mainstream quando prendono i nostri stilemi. Il romanzo più venduto da mesi in Italia è “Anna” di Ammanniti che descrive una Sicilia ed un mondo dove gli adulti sono tutti morti per una misteriosa malattia ed i bambini devono sopravvivere da soli. Ditemi voi se non è un panorama fantascientifico.

Seguiamo le mode, forse le anticipiamo. Anche se… L’ultima novità vera come sottofilone FS è il cyberpunk, ma risale a più di 30 anni fa, e a parte la Rete, il resto c’era già: i cyborg c’erano perfino nei fumetti di Nembo Kid (ok, Superman, ma è per dire tanto tempo fa).

La FS è senza dubbio attrezzata alla grande per descrivere la contemporaneità. Ma ancora di più per raccontare storie che abbiano l’universo intero per arena, ma che dico, tutti gli universi paralleli possibili ed immaginabili, e non solo tutto il tempo ma anche il tempo-prima-del-tempo e quello-dopo-il-tempo. Volete mettere?

Voler rapportare la Fs alle paure del presente ci sta, lo fanno tutti, va bene. Ma è riduttivo.

[singlepic id=533 w=105 h=150 float=left]Resta vero che la definizione di Asimov, secondo cui La fantascienza è quel ramo di letteratura che tratta le risposte dell’umanità ai cambiamenti proposti dalla scienza e della tecnologia è precisa. Basta aggiungerci un “anche”: “… letteratura che tratta ANCHE le risposte …” In realtà è anche letteratura d’avventura, pura evasione, letteratura tout court, in nulla inferiore al main-stream ed a tutti i suoi contenuti, moduli, stilemi.”

Del resto lo sappiamo tutti, si fa prima a dire cosa non è fantascienza che non cosa è.


Massimo Mongai si riferisce all’articolo di Robert J. Sawyer apparso qui il 4 gennaio 2016.
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È divenuto noto con la fantascienza umoristica vincendo il premio Urania nel 1997, per poi dedicarsi anche al giallo e al noir. Prima di diventare scrittore a tempo pieno si è dedicato a varie occupazioni, tra le quali 'art' e poi copywriter, in qualità di freelance, per varie agenzie pubblicitarie- Morì prematuramente a Roma, il 1º novembre del 2016