Un “incredibile caso” di Sherlock Holmes!
Mary Robinette Kowal  mi ha inviato questo breve racconto che rispecchia il suo stile, di chiara ispirazione steampunk. Tutto nasce da un Twitter in cui la vincitrice del premio Nebula e Hugo 2019, affermava che avrebbe inviato come regalo di compleanno, a chi le avesse risposto, un suo racconto inedito. In realtà a me l’ha mandato subito, l’ho tradotto velocemente, ansioso di condividerlo con voi. F.G.

Un Incredibile caso

Il mio nome da ragazza era Rosa Carlotta Silvana Grisanti, ma a metà degli anni ottanta l’ho cambiato legalmente e adesso mi chiamo Eva. Dalla vostra lettera intuisco che sappiate il perché: in seguito allo sconvolgente caso del Vapore Olandese Friesland, i miei carissimi amici Sherlock Holmes e Watson mi avevano suggerito, per la mia sicurezza, di allontanarmi dalla famiglia.

Ma sto correndo troppo; non possiedo la capacità che ha Watson di spiegare i segreti investigativi di Sherlock Holmes e temo che il vostro desiderio di conoscere tutti i particolari di questo strano caso, possa andare incontro a qualche manchevolezza.

***

Il dodici di ottobre del 1887, salii a bordo del battello a vapore Friesland, direttamente dalla mia casa sull’isola veneziana di Murano, diretta in Africa; andavo là per incontrare il mio fidanzato, Hans Boerwinkle, un uomo di parecchi anni più grande, con cui mio padre aveva stipulato una serie di contratti.

Oggi, che siamo negli anni venti, non è facile capire il tipo di vita riservata che noi ragazze eravamo costrette a subire quarant’anni fa, ma a quel tempo era del tutto naturale che mio fratello, Orazio Rinaldo Paride Grisanti, mi facesse da scorta accompagnandomi. Con noi c’era anche Anita, la mia dama di compagnia.

Portavo con me, come parte della mia dote, parecchi contenitori colmi del più fine cristallo di Murano. Mio padre aveva continuamente soffiato il vetro dopo l’annuncio del mio fidanzamento. Ricordo che zia Giulia domandava spesso: “Ma che fretta c’è?” Io volevo solo poter diventare una donna adulta e il matrimonio per me significava questo.

Ricordo ancora molto bene l’eccitazione di quella prima notte a cena, in cui splendide signore e affascinanti gentiluomini in abito da sera mi allietarono tantissimo. Orazio ed io eravamo al tavolo con due signori inglesi e una coppia che proveniva dall’Ungheria; al tavolo del capitano c’erano Agostino Depretis, presidente del consiglio italiano con la sua nuova moglie, la signora Michela.

Io che non vedevo l’ora di sposarmi e di partire in luna di miele, invidiavo quella donna, oggetto di tanti sguardi.

***

Ma è inutile tergiversare su queste mie stupide fantasie giovanili. I due signori inglesi, come certamente avrete capito, si presentarono ed erano Sherlock Holmes con l’inseparabile dottor Watson.

Holmes fu molto divertente,  parlava benissimo l’italiano e ci chiese un’infinità di precisazioni sulla lavorazione del vetro. Mentre stavamo amabilmente chiacchierando, il signor Comazzolo e signora, famiglia di soffiatori nostri concorrenti, per combinazione anche loro sulla Friesland, fecero recapitare una bottiglia di costosissimo champagne alla coppia di sposi.

Gli occhi di mio fratello si socchiusero, quindi appoggiò una mano sul mio braccio e disse in italiano: ”Perché non mandi anche tu un regalo, magari rinunciando a un oggetto della tua dote?”
Papà me ne potrà mandare un altro.” Gli sorrisi. “Scriverò io stessa il biglietto.”

Orazio fece un cenno ad Anita e le diede alcune veloci istruzioni. Un attimo dopo lei tornò con una piccola scatola contenente una coppia di opalescenti flûte per lo champagne, ornati da delicate incisioni. Fu allora che scrissi velocemente il biglietto che è in vostro possesso.

Stupido biglietto, da una ingenua ragazza, però, come avrei potuto sapere quel che avvenne dopo? Mio fratello afferrò il biglietto quando ancora non si era asciugato l’inchiostro e corse attraversando la sala da pranzo. Fece una riverenza al tavolo del capitano e porse la scatola con i bicchieri al primo ministro Depretis e alla moglie. La signora rise graziosamente e lo baciò su entrambe le guance per ringraziarlo.

***

Non è per vantarmi, ma mio padre era un brillante soffiatore di vetro e l’arte con cui erano fatti quei flûte era impareggiabile; nessun altro artigiano conosceva il segreto di quel vetro opalescente e dei suoi colori cangianti che trasformavano la luce in un arcobaleno trasparente.

A quel punto per la coppia, non c’era altro da fare se non aprire la bottiglia di champagne e fare un brindisi con i nostri bicchieri rivolti verso l’assemblea. Le bollicine danzavano felici come se volessero salutare tutti noi.

Il primo ministro Depretis disse: “Signore e signori, propongo un brindisi in questi deliziosi bicchieri di Murano per tutti i miei connazionali e per la mia deliziosa signora. Lunga vita e salute a tutti noi.”

Bevvero lo champagne e si baciarono con occhi pieni d’amore e tutti li applaudirono. Il signor Comazzolo, forse ingelosito perché i nostri flûte avevano oscurato lo champagne, gridò: ”Che ne dite dello champagne, Presidente?”

Depretis fece un inchino, poi alzò il bicchiere verso il naso per inalare l’aroma dello champagne. “Profumo elegante con sfumature di miele, pan pepato, prezzemolo e un leggerissimo odore di aglio.” Sorseggiò ancora il vino gustandolo. “Ha mineralità, gusto di pere e una vivace acidità. Delizioso.”

Applaudimmo di nuovo, forse anche più forte di prima. Io ero senza fiato per la contentezza e lanciavo sguardi alla coppia di sposi a ogni portata. Il primo piatto era di ostriche e mio fratello ordinò una bottiglia di champagne per noi affinché potessimo festeggiare allo stesso modo del nostro presidente e della sua signora.

***

Alla seconda portata, la signora Depretis chiese scusa, si guardò attorno e si alzò. Era pallidissima e teneva una mano sull’addome come se avesse mal di stomaco. Il presidente, teso in faccia, la accompagnò mentre lasciava la sala da pranzo.

Chiesi a Orazio: ”Cosa pensi sia stato?”
Scrollò le spalle: “Forse le ostriche”

Per tutto il resto della cena ebbi la sensazione di un inizio di mal di stomaco, finché, provando un po’ di nausea, chiesi scusa a tutti durante e me ne andai.

***

Il giorno dopo la coppia Depretis non si presentò affatto.
Il terzo giorno, Anita, la mia dama di compagnia, annunciò che due signori mi attendevano in salotto.
“Mio fratello dov’è?” domandai.
La donna scosse il capo sorridendo come per scusarsi.“Non lo so, signorina.”

Non sapevo se fosse opportuno andare in salotto senza accompagnatore, per cui feci cenno ad Anita di venire con me. Immaginate il mio sollievo scoprendo che i signori erano nientemeno che miei compagni di tavolo, Holmes e Watson.

Qui permettetemi di divagare un attimo per fornire una descrizione di Sherlock Holmes. Era  parecchio più alto di me e anche più della media di molti uomini: la sua figura allampanata pareva quella di un falco. Dal momento in cui arrivai in salotto, le folte sopracciglia si rivolsero in basso con un’espressione di ferma concentrazione e una scintilla di agitazione.

“Come state, signorina Grisanti?” mi domandò in un italiano perfetto.
Watson restò dietro ad osservare la nostra conversazione con un grande interesse da giornalista sulla scena, ma senza farne parte.

***

“Sto bene, grazie, signor Holmes.” Per un attimo mi chiesi se avessi dovuto chiedergli notizie del presidente Depretis e della signora.
“I Depretis sono morti,” disse Holmes senza mezzi termini.

Rimasi senza fiato, per la notizia e anche sorpresa per la risposta così immediata ai miei pensieri. “Le ostriche?”

***

“Il brindisi nuziale era avvelenato.” Holmes mi fissò a lungo. “Sapete dove sia vostro fratello?”
“No.” Quasi non riuscivo più a guardarlo, totalmente inorridita al pensiero di quella coppia felice. Assassinata.
“Bene, allora possiamo chiacchierare insieme mentre lo aspettiamo, se non vi dispiace?”
Scossi il capo stordita.

Si accovacciò dentro una delle poltrone della cabina, mentre Watson sedette su una sedia a fianco e rimase talmente immobile che nei miei ricordi risulterà quasi invisibile. Holmes si chinò in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.

“Raccontatemi delle vostre prossime nozze.”

Arrossii, ma gli raccontai balbettando del mio recente fidanzamento con il signor Boerwinkle e dei suoi affari con mio padre. Gli spiegai che stavo andando in Africa, e papà non aveva potuto accompagnarmi, perché troppo preso dalle prossime elezioni in cui lui sosteneva la campagna della sinistra. Gli parlai del mio vestito; in poche parole mi comportai esattamente da quella inutile e sciocca ragazza che ero.

Nel bel mezzo del racconto, Holmes esitò e mi chiese. “Potremmo dare un’occhiata alla vostra dote?”

“Certo.” Feci segno ad Anita di aiutare i signori a spacchettare i vasi di cristallo. Restai lì, ansiosa e inutile, mentre loro disponevano nella stanza, con infinita attenzione, vetri scintillanti e cristalli.  Holmes si fermò ad ammirare un vaso opalescente, che secondo l’idea di mio padre doveva servire come centrotavola per il nostro appartamento.

Osservò le file coordinate di bicchieri a stelo, poi di nuovo il vaso. “Avete solo flûte e vasi in questo tipo di vetro?”
“Sì.” Feci un passo per ammirare il pezzo. “Non esistono altri vetrai in grado di riprodurre questa opalescenza e perfino mio padre non la usa sempre.”
“Aveva già prodotto altre volte bicchieri a stelo come questi flûte di champagne?”
Scossi il capo pensando. “Non che io sappia, ma non sono molto spesso in fabbrica.”

Holmes sollevò il vaso e lo accostò al naso. Con mio grande stupore lo annusò. “Mmm. Questo non ci aiuta. Watson mi potreste aiutare a riporre tutto quanto, per piacere?”

Per fortuna, egli parve sconcertato quanto me, però non disse nulla e si limitò ad aiutarlo a rimettere tutti i pezzi nelle loro scatole, tranne il vaso. Holmes si rivolse a me e disse; ”Sono spiacente di averla disturbata, signorina Grisanti. “Mi faccia sapere quando tornerà suo fratello.” Fece un inchino avvicinando la bocca alla mia mano e lasciò la stanza assieme a Watson.

Quando se ne furono andati rimasi a fissare la porta, poi presi il vaso per annusarlo. Non sentii nessun odore.

***

Orazio giunse qualche ora dopo. “Allora piccola Rosa, che ne dici del tuo primo viaggio sull’oceano?”
Sono spaventata. Sherlock Holmes e Watson hanno detto…”
Attraversò la stanza in un solo passo e mi afferrò per i polsi. “Che hai detto loro?”
“Niente!” mi contorsi perché mi faceva male. “Non avevo niente da dire. Non capisco quel che sta succedendo. Orazio, mi hanno detto che lo champagne era avvelenato.”
Mi lasciò andare i polsi e fece un passo indietro, sorridendo. “Lo sapevano?”
“Ma perché sorridi, quando i Depretis sono stati assassinati!
Lui rise. “Cara sorellina, perché credi che siamo su questa nave?”

Le tante brutte notizie che avevo ricevuto avevano rafforzato la mia sagacia. O probabilmente avevo già cominciato a intuire la verità. I vari pezzi del mistero si erano improvvisamente ricomposti, assieme a qualcosa che io non avevo detto al signor Holmes. Sapevo come faceva i vetri mio padre. Non volevo che Orazio potesse capire quel che pensavo e mi sforzai di rispondere nella maniera più stupida possibile, secondo ciò che lui credeva potessi dire; ”Per il fatto che dovrei sposarmi!”

Sorrise e si voltò dall’altra parte, palesemente tranquillizzato. “Già, mia bellissima Rosa. È proprio vero.” Mi baciò sulla fronte. “Sono stanchissimo ed è già da un bel po’ che tu dovresti essere a letto.”

Mi contorsi le dita, sconvolta per ciò che aveva fatto mio fratello e lo sapevo. Se il suo primo obiettivo fosse stato il presidente Depretis forse non avrei provato tale orrore, ma il ricordo della signora Depretis che baciava mio fratello sulle guance e lo ringraziava per averle recato la morte, mi faceva star male. Mi resi conto che forse avrei potuto impedire tutto quanto, il che mi straziava. “Queste pessime notizie mi hanno agitata. Che ne diresti se andassi a fare una passeggiata sul ponte per rinfrescare i miei pensieri?”

Orazio mi strinse le mani. “Sono troppo stanco per accompagnarti.”
“Andrà benissimo Anita.” Sorrisi civettuola, cercando di mascherare l’angoscia per ciò che dovevo fare. “Pensavo ti andasse di meravigliare qualche bella signora?”
Mio fratello rise e mi baciò le guance. “Va pure Rosa, ma non stare troppo a lungo.”

Chiamai Anita e salimmo sul ponte superiore. Voi mi avete domandato del signor Holmes, per cui non voglio tediarvi con i pensieri che hanno turbato la mia lunga passeggiata. Sapevo che l’aria della notte avrebbe rinfrescato le mie tempie febbrili fornendomi la soluzione che mi serviva. Anita passeggiò sui vari ponti assieme a me, fino alla cabina di Holmes. Arrossii, perché ben sapevo quale fosse l’effetto che poteva fare una donna non sposata nella cabina di un uomo a quell’ora di notte, ma al tempo stesso eliminai dalla mia testa qualsiasi sciocco pensiero. Che senso aveva la mia reputazione in una notte simile?

***

Il suono di un violino fantasma, fuori dal mondo, quasi mi fece desistere, ma poi raccolsi le forze e bussai alla porta che si spalancò rivelando una nuvola di fumo azzurro, che turbinò uscendo come se fosse la fornace di mio padre.

“Miss Grisanti?” il dottor Watson pareva talmente stupito dalla mia apparizione, che si era dimenticato di parlare in Italiano e ciò che aggiunse fu per me del tutto incomprensibile.

Holmes mise il suo violino sotto l’ascella e disse in eccellente italiano, “Siate gentile, Watson, la signorina Grisanti purtroppo non parla inglese. Che ne dite di entrare?”

Scossi il capo. “Sono venuta solo per dirvi che mio fratello è tornato. Lui sapeva che il bicchiere era velenoso, per colpa del vetro. Signor Holmes, non è stato lo champagne.”

Il signor Holmes si inclinò sulle punte dei piedi. Mi mancava il fiato tanta era la sua attenzione, ma in qualche modo riuscii a continuare. “L’opalescenza è provocata dalla polvere di arsenico messa nel vetro soffiato.”

“Nel vetro, non sulla superficie!” Si voltò tutto contento, puntando il suo archetto su Watson. “Ecco spiegato perché le mie prove non l’hanno rilevato.”

Mi sembrava di svenire. “Ma di sicuro voi già lo sospettavate, altrimenti non mi avreste chiesto di vedere la mia dote.”

Sollevò le sopracciglia molto folte e io arrossii sotto il suo sguardo. “La vostra osservazione è astuta,” disse. “I sintomi del presidente Depretis e della sua signora sono iniziati dopo cena, in seguito al brindisi con lo champagne. La nota di aglio, che il presidente aveva notato, mi ha fatto sospettare ci fosse dell’arsenico. Lo champagne combinato con l’arsenico produce l’arsina, che spiegherebbe i sintomi dei Depretis, però non c’era alcun residuo di arsenico nella bottiglia. È stato allora che ho pensato ai flûte. Il coinvolgimento di vostro padre con la politica fornisce il movente, ma non riuscivo a dedurre il modo.”

Watson si fece avanti e domandò: “Dovete ben sapere che cosa significhi tutto questo per vostro padre e vostro fratello!”

“Infatti.” Abbassai lo sguardo e mi strinsi nelle braccia nel tentativo di proteggermi, percependo i fanoni che corredavano il mio corpetto. “Mio padre congiura contro il governo da quando l’Italia ha annesso Venezia nel 1871 e il mio fin troppo rapido fidanzamento con il signor Boerwinkle, deve essere stato un trucco per avere un motivo per essere qui. Sono certa che Orazio avrebbe presentato questi bicchieri in un altro momento, ma ha voluto cogliere l’opportunità di screditare la famiglia Comazzolo.” So che cosa c’è in gioco e mi mancò la voce, ma sollevai comunque la testa in su. “Non starò zitta, il loro tradimento è disonorevole.”

Leggendo i carteggi scritti da Watson, capii come Holmes fosse rimasto sconcertato: non tanto per quello che avevo detto io, ma per la trasformazione di una giovane ragazza, conosciuta solo poche ore prima. “Signorina Grisanti, siete una nobile persona. Vi ringrazio.”

“Magari passeggerò ancora un po’ sul ponte.” Mi voltai per andarmene, conscia di aver tradito mio fratello e mio padre, ma non erano forse loro ad aver tradito i miei ideali giovanili? Non avevano forse barattato le mie speranze, con la morte? Mi voltai e dissi dietro la spalla: “Sarete in grado di completare il vostro lavoro prima del mio ritorno?”

“Sì.” Il fumo che roteava nella stanza creò l’illusione di nebbia che gli uscisse dagli occhi.

Passeggiai sul ponte per delle ore, prima di decidermi a tornare in cabina. La stanza era troppo linda, il che tradiva i segni di una lotta, che qualche anima buona aveva ripulito. Sul tavolo, vicino al mio lavoro a uncinetto, c’era un foglio di carta ripiegato. È il foglio che accludo qui, per completare le informazioni relative a questo grandissimo uomo.

Lettera

Mia cara signorina Grisanti,
Mi complimento con la vostra fine intelligenza, che vi ha permesso di giungere alla soluzione di un mistero così intricato. Mi spiace informarvi che ho ricevuto un telegramma in cui si afferma che il vostro fidanzato, signor Boerwinkle, è anche lui implicato nella cospirazione contro l’attuale governo italiano. Con questa prima azione, pare ormai certo, che i congiurati volessero portare l’attuale partito di sinistra al governo. Vostro padre e vostro fratello sono stati arrestati per omicidio e al momento opportuno saranno processati.
“Data tale situazione, pare evidente che non potrete in nessun modo tornare a casa, né proseguire il viaggio. Il dottor Watson ed io lasceremo la nave domani e vorremmo offrirvi un salvacondotto.
In attesa di una vostra risposta,

Sherlock Holmes.

***

Piansi. Piansi per tutta la verità in quelle parole, perché non avevo più una casa e per la perdita della mia innocenza. Piansi fino a quando non venne Anita che mi prese tra le braccia, cantando canzoni che confortassero quella bambina ormai perduta per sempre.

Lasciammo la nave il giorno successivo. Holmes mi disse di fare in fretta e per questo cambiai il mio nome in Eva *** e non rividi mai più la mia famiglia. Prima di ricevere la vostra lettera, avevo visto il nome Grisanti solo una volta, in un articolo di giornale che parlava dell’arresto e della condanna a morte di mio fratello, Orazio Rinaldo Paride Grisanti. Per molti anni in seguito non lessi altri giornali per non vedere la notizia del processo a mio padre e capire che li avevo uccisi entrambi.

Ecco qui, ora sapete la mia storia, da aggiungere a quelle già scritte su Sherlock Holmes; per cui, chiudo firmandomi con il mio vecchio nome, perché questo intero caso si riferisce a una ragazza molto diversa da me.

Sinceramente vostra,

Rosa Carlotta Silvana Grisanti.

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Copyright © 2019 Mary Robinette Kowal, All rights reserved.
Traduzione italiana © 2019 by Franco Giambalvo

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Nata a Raleigh, ha studiato alla East Carolina University, diplomandosi in educazione artistica con una specializzazione in teatro. All'inizio lavora come burattinaia nel 1989. Si è esibita al Center for Puppetry Arts e ha lavorato per la Jim Henson Productions e con una sua compagnia di produzione: è una scrittrice, particolarmente nota nell'ambito della fantascienza e del fantasy.