È uscito di recente per le Edizioni Profondo Rosso, un libro di racconti scritti da Antonio Bellomi, con il titolo Uriel Qeta Investigatore planetario. Curatore (e molto di più) di quest’opera è Luigi Cozzi, che oggi ci presenta il libro. L’immagine utilizzata da Profondo Rosso e quindi per la copertina in questo articolo, è una libera elaborazione di Nuove Vie tratta da un disegno di Giuseppe Festino, in origine utilizzato per  “Il meglio di Jack Vance”, © Robot – Armenia Editore, Novembre 1977.

 

Ho conosciuto Antonio Bellomi, autore di questo libro, nel 1963 a Milano, quando lui si presentò addirittura a casa mia, dopo aver appreso su una rivista di fantascienza acquistata in edicola, l’indirizzo della prima fanzine italiana che avevo fondato.

Io avevo sedici anni e lui diciotto. Da allora, fino a pochi giorni prima della sua scomparsa all’inizio del 2021, io e Antonio siamo sempre rimasti vicini e in contatto. Inoltre, tante volte negli anni mi è capitato di collaborare alle collane da lui curate e, a sua volta, Antonio ha fornito suggerimenti nonché testi alle mie. Questo libro ne è la dimostrazione.

Me lo aveva proposto lui all’inizio della scorsa estate e l’abbiamo preparato insieme finché, appena prima del Natale 2020, Antonio ne ha scelto la copertina definitiva tra le tre che gli avevo inviato.

Per mandarlo in stampa mancava solo il testo della prima bandella, che lui aveva promesso di farmi avere non appena finite le festività.

Quel suo testo, purtroppo, non è mai arrivato.

Mi è giunta invece la notizia della scomparsa di Antonio e allora ho deciso di aggiungere a questo libro alcuni sentiti ricordi da parte dei suoi più cari amici.

Troverete oltre alla mia presentazione, brevi note da parte di Alberto Cersosimo, Franco Giambalvo e Alfredo Castelli.

Ho anche inserito, particolarmente toccante in questi giorni, la prefazione che Ugo Malaguti gli aveva dedicato per la pubblicazione su Elara di Con lo sguardo rivolto alle stelle, una raccolta dei più bei racconti di fantascienza di Antonio.

Ma veniamo a questo libro su Uriel Qeta e mi sembra interessante parlare di come sia nato questo progetto.

L’accordo con Antonio era semplicissimo e totalmente amichevole. Lui qualche anno fa mi aveva chiesto di ripubblicargli L’impero dei Mizar, perché non era mai uscito in volume singolo, e io allora l’avevo fatto. Lui era rimasto molto

soddisfatto, dicendomi, non so se fosse sincero o lo dicesse solo per

compiacermi, che era la miglior edizione che avesse avuto di un suo scritto.

Poi mi aveva chiesto di ripubblicargli i Racconti del PiGreco, però offrendomeli in una versione da lui riscritta senza il personaggio di Martin Mystere.

Anche in questo caso gli avevo detto ok e avevo inserito quel nuovo libro nei nostri programmi.

Antonio avrebbe dovuto consegnarmelo per settembre 2020. A settembre però non me l’aveva consegnato, scusandosi perché gli era passata la voglia di scrivere e offrendomi come compensazione di sostituire il titolo promesso, ma da lui mai riscritto, con la serie di Uriel Qeta.

Io non la conoscevo, ma naturalmente gli ho detto ok e, quando me l’ha inviata, l’ho trovata molto gradevole e ho cominciato a preparare l’edizione in libro, che poi è andata in tipografia.

Negli ultimi decenni la letteratura di fantascienza si è arricchita di molte buone, a volte ottime storie fanta-poliziesche che il pubblico ha mostrato di gradire in modo particolare.

Da Abissi d’acciaio, a Il sole nudo. Da John Carstairs Space Detective, a Sam Space Spazio Investigatore. Ma nessun fanta-giallo ha ancora raggiunto la carica di tensione e di divertimento che Antonio Bellomi ha saputo immettere in questi racconti.

Il protagonista è Uriel Qeta: uno straordinario personaggio imprevedibile, colto, simpatico e a volte addirittura geniale, che rappresenta la perfetta sintesi fantascientifica tra Sherlock Holmes e Nero Wolfe.

Costretto, quasi sempre suo malgrado, a occuparsi dei casi più intricati che le polizie di Luna City e della colonia marziana si dimostrano incapaci di risolvere.

Come il collega Nero Wolfe (e come Antonio Bellomi) Uriel è un gourmet. Abita volentieri sulla luna perché lì la gravità è bassa e perché il suo peso sulla Terra raggiungerebbe più o meno i 180 chili.

Spie, traditori, ladri, terroristi e assassini dell’intero sistema solare state in guardia: Uriel Qeta vi smaschererà facendovi arrestare tutti!

Uriel Queta, investigatore

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Attivo nel fandom fantascientifico italiano dalle sue origini, è il più famoso autore italiano di film; il suo film più famoso è forse Scontri stellari oltre la terza dimensione (1978). Nel 1962 aveva creato quella che è considerata la prima fanzine italiana del genere, Futuria Fantasia. Dal 1995, a seguito della scomparsa del cinema di genere italiano, si è dedicato attivamente alla gestione del negozio Profondo Rosso, inaugurato nel 1989 a Roma nel quartiere Prati.