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Kansas City, Missouri

Alla fine di questa settimana saranno assegnati i premi Hugo del 2016, nel Convention Center di Kansas City. Come ormai molti sapranno (se ci hanno seguiti) partecipano ai premi del 2016, romanzi, articoli, racconti, romanzi brevi, film, eccetera pubblicati entro il 2015 e che abbiano trattato di fantascienza, o di fantasy.

Non appena ci arriveranno i risultati pubblicheremo i vincitori sul nostro sito Facebook e ne discuteremo successivamente in un articolo, in cui inviteremo Autori ed Editori italiani al commento.

Ci siamo proposti di leggere per lo meno i romanzi che parteciperanno alla votazione finale e quest’anno sono cinque:

  • Ancillary Mercy di Ann Leckie
  • The Aeronaut’s Windlass di Jim Butcher che con questo libro inaugura il nuovo ciclo “The Cinder Spires
  • The Fifth Season di K. Jemisin
  • Seveneves: A Novel di Neal Stephenson
  • Uprooted di Naomi Novik

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Sandro Pergameno

Per avere un’opinione da un esperto mi sono permesso di contattare Sandro Pergameno, uno dei selezionatori di Delos, uno di cui Silvio Sosio si fida per le sue pubblicazioni.

Sandro mi dice che non ha letto nessuno dei libri in concorso, tuttavia le sue dichiarazioni meritano di essere riportate qui assieme ai mei commenti. Dice infatti:

Ho sempre preferito leggere racconti e romanzi brevi piuttosto che romanzi, e comunque, se devo leggere un romanzo prediligo la sf al fantasy. Ultimamente poi i candidati al premio Hugo mi sono sembrati davvero scarsi e quindi li ho scartati in partenza. Entrando nel merito devo dire che nessuno dei candidati mi attira particolarmente.”

[singlepic id=647 w=250 h=249 float=right]Franco: Non ho letto tutto Ancillary Mercy. Lo confesso. ho chiesto una selezione gratuita attraverso Amazon, l’ho letta e non mi ha convinto per niente. Per cui non ho letto il romanzo intero. Non mi sono piaciuti i primi due libri. È un universo triste che non mi appartiene. Come ho detto, questa nuova proposta di Ann Leckie: non mi sembra entusiasmante.

Sandro: Ho letto il primo della Leckie e non mi è piaciuto granché. Ho iniziato il secondo ma dopo poche decine di pagine l’ho mollato. Il terzo non lo leggerò nemmeno se mi pagano.

[singlepic id=648 w=250 h=250 float=left]Franco: Parlando di The Cinder Spire, debbo dire che l’operazione portata avanti da Jim Butcher è, a mio avviso, assolutamente straordinaria. Certo, il racconto è chiaramente uno Steam Punk, genere che a me piace moltissimo, ma la cosa che colpisce è come sia riuscito Butcher a fare seicento pagine che una volta lette sembrano meno di cento: il libro scorre via veloce e leggero.

 

Si tratta di una ‘guerra’ su un pianeta non identificato. La guerra avviene tra due ‘guglie’ immense e i soldati si spostano usando navi (veri galeoni) galleggianti nell’aria: l’aeronauta del titolo. In realtà le guglie sono costruzioni a pianta quadra alte tremila metri. Fin qui niente di strano… se non fosse che poco dopo l’autore rivela che tali guglie sono anche larghe 3000 metri! Che razza di guglie sono?

Questa ed altre stramberie sono trattate in un apposito ‘forum’, in cui i lettori si lanciano in precisazioni, interpretazioni, possibili rivelazioni. Insomma, un’operazione molto stimolante. Abbastanza unica per le mie esperienze. Nel romanzo c’è di tutto: la pseudoscienza che fa galleggiare delle navi di legno, gli antichi costruttori delle ‘guglie’, esseri misteriosi che nessuno ha mai visto, i mostri che vengono dal ‘suolo’… Insomma, mi è sembrato un grande racconto di fantascienza. Sarà anche stato spinto dai Sad Puppies, ma questo è un gran libro. Peccato che Jm Butcher in Italia sia completamente sconosciuto.

Sandro: Lo steampunk mi diverte abbastanza ma 600 pagine sono davvero troppe.

Franco: Tra l’altro a fine aprile ho provato a contattare Jim Butcher. Non ho trovato nessun indirizzo personale e ho scritto alla sua agente, dicendo “Non sono un Editore, ma mi piacerebbe fare qualche domanda a Jim su The Aeronaut’s Windlass.” Mi ha riposto questa Jennifer Jackson <jjackson@maassagency.com> dicendo: “Grazie dell’interessamento, ma purtroppo il Sig. Butcher ha un calendario piuttosto fitto in questo periodo. Se lei sarà ancora interessato potrà riscrivere tra sei mesi.”

[singlepic id=649 w=250 h=250 float=right]The fifth season, per proseguire, è un romanzo meraviglioso. Difficile raccontarlo, perché si rischia facilmente di fare degli spoiler. L’impressione iniziale è di seguire il viaggio di tre donne in un pianeta in cui i terremoti sono all’ordine del giorno. Già così si rivela troppo, dicendo che si ha l’impressione… Una parte della popolazione (gli orogeni, detti rogga) sono in grado di controllare i terremoti, sia per placarli, ma anche per farli scatenare. Non esiste un finale, per cui ci aspettiamo un seguito. Le trovate fantastiche sono davvero notevoli: alcuni orogeni utilizzati come macchine, legati a sedie e costretti a controllare i terremoti in speciali stazioni, una scuola di rogga in cui succedono cose misteriose, una popolazione che abita all’interno di un gigantesco geode, le cui case sono scavate nei cristalli, pirati, guardiani e uomini di pietra… Un bel libro.

Sandro: Sì, la Jemisin, mi sembra meritevole. Prima o poi proverò ma non credo di avere il tempo e soprattutto la voglia di leggere gli altri…

[singlepic id=651 w=250 h=250 float=left]Franco: Già. Personalmente ho rinunciato a leggere Seveneves. Altro libro lunghissimo: lo sono tutti quanti! La prima parte non è originalissima come idea: un piccolo buco nero in viaggio ad alta velocità nello spazio, perfora da una parte all’altra la nostra Luna, che subito si spezza in sette parti. Il tempo è ‘adesso’, nostra tecnologia, nostre conoscenze, o poco più. L’idea è che le sette parti nel breve periodo si scontreranno e si divideranno al punto da diventare sassolini, che in gran quantità cadranno sulla Terra (tre anni?) per distruggere ogni forma di vita. È un libro di una pesantezza mostruosa fino a quel punto: cento e più pagine di noia mortale!

Sandro: Stephenson scrive mattoni troppo pesanti per me. Dopo i primi capolavori che ha scritto non sono riuscito a leggere altre sue opere.

[singlepic id=650 w=250 h=250 float=right]Franco: Infine Uprooted. Ha vinto il Nebula e ha una sua originalità interessante. Un mago ai limiti di una foresta ‘malvagia’ seleziona dai villaggi della Valle una fanciulla diciasettenne ogni dieci anni. La storia è una specie di Harry Potter: il mago non ha intenzioni sessuali sulla ragazza, ma vuole educarla alla magia. È una specie di romanzo gotico, pieno di cose magiche e di streghe malefiche nate dalle piante, qui viste come l’origine di ogni male.

Sandro: Della Novik hai già detto tutto tu, ma c’è di meglio da leggere, anche nel fantasy. Tra l’altro, ci sono molti romanzi del passato che dovrei ancora leggere, candidati allo Hugo o al Nebula. In passato cercavo di leggere almeno i primi dieci finalisti del premio Locus ma è un’impresa troppo impegnativa, almeno in questo momento…

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.