L’Innominabile
[singlepic id=317 w=250 h=351 float=left]Se c’è una cosa che ho imparato sul pianeta Terra è che, quando meno te l’aspetti, scopri che la persona che hai davanti non è immune dalla superstizione. Tu sai per certo che quell’umano è dotato di una sua forma di intelligenza e di istruzione, è riuscito a conquistare perfino una laurea e una posizione lavorativa rispettabile, eppure crede in cose assurde, e a nulla vale ogni tuo sforzo per indurlo alla ragione. Così accade che quasi tutti i giornalisti della Lombardia siano convinti che un loro collega porti iella.
Dunque, questo giornalista di una nota testata locale porta così sfortuna che basta pronunciarne il nome per divenire vittima di eventi catastrofici. Tanto che nell’ambiente si parla di lui come dell’Innominabile.
Si narra che da giovane, per colpa di qualcuno che l’aveva chiamato a voce alta, avesse provocato addirittura un terremoto del nono grado della scala Mercalli. Alcuni sostengono che abbia perso un piede proprio in quell’occasione. In effetti, zoppica un po’, ma non sono sicuro che dipenda da un arto artificiale. Forse è solo per via della sua tendenza congenita a soffrire di occhi di pernice.
Si racconta poi di assessori regionali incastrati in porte girevoli che si sono bloccate dopo che gli sventurati hanno salutato il personaggio in questione. Pare, inoltre, che i calciatori del Brescia, una volta che gli hanno dato un passaggio sul loro pullman in qualità di corrispondente sportivo, abbiano perso 11 a 0 una partita amichevole contro i pulcini del Quartiere Sant’Eustacchio.
Questi ed altri fatti, inducono i colleghi ad evitare ogni tipo di contatto con l’Innominabile, dalla stretta di mano alla pacca sulla spalla. Ma soprattutto, guai a chi lo nomina!
Così, quando tempo fa il direttore di Canale Grumone – nota emittente televisiva di Cremona – annunciò che l’Innominabile, appassionato di ermetismo, aveva organizzato la presentazione di un suo libro di poesia a Desenzano del Garda e che bisognava assolutamente andare a fargli un servizio televisivo, mezza redazione si diede malata, ostentando colpi della strega e tossi canine. L’altra metà affrontò il capo apertamente, rifiutandosi categoricamente di sfidare la sfiga. L’unica a offrirsi volontaria con encomiabile sprezzo del pericolo fu Chiara. La giornalista si dichiarò immune da qualsiasi superstizione e decise di partire alla volta della meta lacustre, trascinandosi dietro un terrorizzato cameraman, Marco, un ragazzone grande e grosso che quando seppe dell’impavida missione che lo attendeva inciampò in una pila di dvd e strappò il cavallo dei pantaloni, lasciando intravvedere i boxer a farfalline rosa. Dopo aver imprecato contro la sfiga e contro Chiara che lo portava incontro ad una sciagura inevitabile, Marco si fece rammendare il fondoschiena dalla materna segretaria di redazione e poi, rassegnato, si mise al volante alla volta di Desenzano.
Durante il viaggio di andata, il ragazzo si raccomandò con la giovane reporter di non nominare L’Innominabile mai e per nessun motivo durante il servizio televisivo. Chiara rideva, prendendolo in giro, tanto che Marco era sempre più preoccupato. E poi accadde: giunti sul luogo della presentazione dei misteriosi versi ermetici dello iettatore, la giornalista lo intervistò, scandendo nome e cognome, incurante dei gemiti di dolore del suo cameraman.
Il terrore si dipinse sul volto di Marco, che da qual momento in poi si aspettava che accadesse il peggio. Infatti, erano da poco sulla via del ritorno, quando, Poco prima del casello di Brescia Sud, cominciò ad uscire un inquietante fumo nero dal cofano dell’auto aziendale. Marco accostò in una piazzola di sosta. I due inviati di Canale Grumone scesero dalla vettura, sotto al sole pomeridiano di luglio. Marco era fuori di sé: “Hai visto cos’hai combinato?”, urlò dietro a Chiara.
“Ignorante superstizioso!”, rispose arrabbiatissima lei.
“Sei un’irresponsabile!”, s’infuriò lui.
Chiara scosse la testa sconsolata e si lasciò cadere seduta sul guard rail. Subito rimbalzò in piedi con un urlo. Il metallo era incandescente e la stoffa sottile del pigiama palazzo che indossava non aveva protetto le sue delicate imbottiture naturali posteriori. Massaggiandosi la parte lesionata con entrambe le mani, Chiara sentiva Marco che ripeteva come un disco incantato “Te l’avevo detto io!”, mentre osservava il motore fumante con aria poco convinta di ciò che stava vedendo.
Temendo danni irreparabili per le morbidezze ustionate, la ragazza cominciò a dubitare delle proprie convinzioni: forse era vero, forse l’Innominabile era innominabile. Chiara scoppiò a piangere. Marco, furibondo, si avvicinò accigliato: “Sei patetica! Adesso piangi? Troppo tardi!”. La mano di Chiara partì, più veloce del pensiero. E planò col palmo sulla guancia di Marco, che con occhi fiammeggianti le afferrò il viso e la baciò. Un lungo bacio, appassionato, imprevisto, insensato. Chiara fu colta di sorpresa, ma dimostrò un’eccezionale capacità di adattamento, passando repentinamente dall’ira alla voracità. Cose che solo le donne terrestri riescono a fare. Non si saprà mai esattamente quanti minuti durò la tempesta di baci, travolgente come una raffica di maestrale alle Bocche di Bonifacio, come una grandinata estiva, come fiammate di drago verso impavidi cavalieri.
Improvvisamente, così come aveva cominciato, il motore smise di fumare.
I due ragazzi si guardarono confusi, poi salirono in auto. Marco provò a metterla in moto: funzionava.
Fu allora che avvertirono una presenza alle loro spalle. Si voltarono di scatto e videro un piccolo di Golden Retriever che li guardava con gli occhioni dolci da trovatello. Lo chiamarono Cucciolo.
Cucciolo vive già da un anno a Canale Grumone, viziato da tutti.
Va bene, lo ammetto: Cucciolo sono io. Volevo esplorare la Terra osservando gli umani attentamente, ma senza doverne assumere tutti gli atteggiamenti e senza essere costretto a sostenere faticose ed inutili conversazioni. Per questo ho assunto le sembianze di un cane. Così sono stato accettato senza domande e senza sospetti. Non è stato difficile. Ho visto a Desenzano quei due buffi tipi che continuavano a discutere fra loro, mi sono piaciuti, mi sono teletrasportato lungo il loro percorso, ho simulato con la mia pistola ad ologrammi un’avaria fumogena al motore della loro vettura, per farli fermare e riuscire a salire di soppiatto. Quindi la iella non c’entra niente! Aveva ragione Chiara. Non succede proprio nulla a nominare l’Innonimabile, ovvero Gregorio Cazzaniga De’ Mantovani!
Aiuto! Cosa sta succ…
Interrompiamo le trasmissioni di Canale Grumone a causa di un’intensa scossa sismica con epicentro a Cremona. Riprenderemo appena possibile.
Anna Laura Folena (2015)