Mi sono spesso domandato che cosa esattamente si intendesse per “fantascienza militare,” come se questa frase fosse sufficiente a stabilire un ‘genere’, o una qualità della fantascienza.

Sono del resto abbastanza sicuro che dire “fantascienza militare” indichi abbastanza bene che si tratterà di un romanzo di guerre spaziali, il che ai vecchi fantascientisti (come me) fa venire subito in mente Fanteria dello Spazio, (Starship Troopers). Ma ai quarantenni verrà in mente Star Wars, che non è mai stato un romanzo, ma così vanno le cose.

Ho sempre considerato il termine Fantascienza Militare una semplice etichetta; un modo per far capire al lettore di cosa tratterà la trama e nulla più. La mia più grande passione, fin da bambino, è stata la Storia e soprattutto quella militare. Ho passato decenni a leggere di guerre e battaglie e mi sono laureato in storia contemporanea con una tesi in storia militare dell’Armata Rossa tra il 1938 e il 1945. Così quando si è trattato di scrivere un romanzo mi è sembrato naturale approcciarmi da un punto di vista militare. La fantascienza mi ha poi dato la possibilità di scrivere una storia non connessa agli eventi reali. Sono nati così questi tre libri che riplasmano la Prima Guerra Mondiale, anche se dubito che all’inizio ciò sia molto evidente. Soprattutto senza guardarla nella sua interezza. Eppure, ci sono molti spunti a volte palesi, a volte più nascosti.

In questo romanzo già è strano e un po’ incomprensibile il titolo, Maschere e Ombre! Devo dire che non capisco bene l’origine di questo titolo, Giovanni Oro.

In un modo o nell’altro tutti i personaggi narranti e anche alcuni che non lo sono, si trovano a dovere indossare delle maschere che celano agli altri la loro natura, i loro dubbi e le loro incertezze. Vuoi perché lo impone il ruolo, vuoi perché si sono talmente abituati a vivere la finzione che la maschera diventa la loro vera natura. E poi ci sono le ombre. Quell’oscurità, a volte palpabile di eventi e di azioni, oppure i lati nascosti di chi si ama o si crede di amare, che rimangono lontani e nascosti. Alcuni solo temporaneamente, altri invece per sempre.

maschere e ombreLa storia è bene articolata, tra battaglie spaziali e esplorazioni dell’animo umano e non umano. Devo dire che è piuttosto originale la scelta degli alieni di questa storia: non si capisce bene che forma abbiano, ma hanno un credo davvero terribile, basato sul fatto che più soffri e più sei amato dal dio! Bella metafora di religioni e dittature attuali e passate mai dimenticate. Inoltre, questi alieni viaggiano su astronavi fatte di carne e di ossa, il che un po’ ci riporta a uno stile oggi molto usato dalla fantascienza: lo spunto della macelleria repellente. Per fortuna qui Giovanni lo utilizza un po’ in maniera ironica, senza mai premere troppo sul pedale del grandguignol. È così?

Ammetto candidamente che trovo estremamente divertente scrivere i ralt, soprattutto quando si tratta di esplorare le possibilità rappresentate da una cultura così distante. Se trovi la loro religione strana, aspetta di vedere come funziona la loro economia (spoiler: non è monetaria). Scherzi a parte, è indubbio che i ralt siano una metafora di un certo modo di intendere la religione e soprattutto i suoi riflessi all’interno della vita politica. Va da sé che neanche gli umani rappresentano una società ideale, anche se in maniera diversa. Sia l’Impero che l’Ecumene rappresentano due volti della stessa medaglia, che spingono i soldati a combattere mentendo e distorcendo una verità che non è mai oggettiva ma sempre soggettiva.

Dopo un bel pezzo di romanzo trascorso tra mortali battaglie, in cui ogni tanto assistiamo anche a capitoli più brevi in cui possiamo capire che cosa ne pensano gli alieni, con scene raccontate in prima persona da qualcuno dei loro, per fortuna una improvvisa supernova blocca ogni possibilità di volare e combattere, sia per noi, che per loro. Qui si svolge la vera storia di queste Maschere e Ombre.

Sul palcoscenico attorno a un gigante gassoso e una lontana luna abitata, incontriamo personaggi di grande impatto, come la bellissima Else, i vari piloti, la comandante Alexandra e l’ammiraglio Saint-Laurent. L’esplosione del fronte d’onda della supernova permette all’autore di svagare produttivamente verso storie e caratteri che solitamente tenderebbero un po’ a perdersi in un romanzo di pura azione.

Questo snodarsi della storia non è mai noioso e sempre succede qualcosa che tiene viva l’attenzione.

Purtroppo, proprio al massimo della tensione, quando il lettore si sente disposto a una conoscenza decisiva, all’ottanta per cento del libro, quindi con tutto il tempo e lo spazio di pagine per una meravigliosa rivelazione, Giovanni Oro ci fa uno straordinario sberleffo: fine dei capitoli normali e inizio dell’Epilogo!

Giovanni come ti sei permesso?

Diciamo che il finale del libro (o per meglio dire la parte conclusiva del volume) sono stati il frutto di un intenso dibattito, fra me e chi in un modo o nell’altro ha collaborato alla stesura del testo. Soprattutto nelle varie fasi di lettura che intercorrono tra una stesura e l’altra. Persone senza le quali questo libro non sarebbe mai venuto alla luce. Si tratta di Stefania Zeni, Livia Rocchi e Samuele Carassai che ringrazio vivamente e sentitamente. Alla fine, credo che la risposta sia molto semplice, la storia è ancora lunga e un buon giocatore non svela tutte le carte.

Questo epilogo altro non è che un ‘prossimamente’ (almeno così io l’ho interpretato) del prossimo libro. Nell’Epilogo Giovanni Oro dice moltissime cose, senza però rivelare niente. Cosa è successo a…? E la comandante, come mai…? E che succederà sul pianeta…?

Giovanni parla parecchio, ma in realtà non ci dice proprio nulla. Qualche lettore potrebbe maledirlo per tanta cattiveria!

Spero proprio di no, diciamo che mi sono potuto permettere di osare qualcosa del genere soprattutto perché so che i lettori non dovranno attendere molto per avere le risposte.

Insomma, dicci quali sono i tuoi progetti. Forza!

Tra Maschere e Ombre è il primo libro di un trittico, non una trilogia. O per lo meno non in senso stretto. I tre libri che la compongono raccontano vicende che si svolgono in parallelo le une alle altre, mostrando eventi e personaggi diversi, e che alla fine daranno al lettore un’idea completa di quello che è successo su Xipe e con i ralt. I prossimi due volumi, che usciranno nei prossimi mesi, racconteranno infatti quello che è successo su Xipe, dal punto di vista dei soldati che vi sono stati mandati, ma anche dei ralt con delle loro storie dedicate che permetteranno di esplorare e anche comprendere la loro cultura. E per il dopo, beh è semplice: se c’è una guerra c’è sempre un dopoguerra da esplorare.

Direi che l’Editore, Delos, è già una specie di garanzia di leggere qualcosa di ben fatto, molto più di altri operatori nel campo della Fantascienza: sappiamo come Delos tenda a presentare sempre delle novità non banali.

Il curatore di questa collana, Nuova Frontiera della Delos Digital è Alex Coman, che personalmente non conoscevo, ma evidentemente anche lui ha fatto un buonissimo lavoro in queste selezioni.

Avremo presto modo di conoscerlo meglio e di presentarlo ai nostri lettori.

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.

Nato a Palermo nel 1982, vive a Ponti sul Mincio in provincia di Mantova. È laureato in Storia Contemporanea, e il suo più grande interesse è la storia militare soprattutto quella che riguarda la Seconda Guerra Mondiale sul Fronte Orientale. È presidente di un'associazione che rievoca l'Armata Rossa e fa parte di un gruppo di costuming di Guerre Stellari detto 501a Legione, in cui ha infine conosciuto Stefania che è da vent'anni la sua compagna.