…che non è il paese dei balocchi

Riceviamo da Barbara G. Tarn il seguente reportage e alcune sue fotografie che pubblichiamo. La foto della copertina si intitola: “Barb terrorizzata dal fatto che possa arrivare un’onda improvvisa con un tronco che mi travolge e addio a tutti…” Poi abbiamo: “L’Oceano Pacifico (che stranamente non ha l’odore salmastro dell’Atlantico e del Mediterraneo)” e infine “I pancake di Kip a colazione in albergo.” Chi se la sente di ritentare l’esperienza di Barb? 😉
F.G.

Sapete cosa sono gli Anthology Workshop? Come dice la parola sono dei Workshop (laboratori) e nel mio caso sono dei laboratori letterari, messi su dagli editor di Fiction River per trovare racconti da pubblicare sulla loro rivista. Si svolgono una volta l’anno sulla costa dell’Oregon ed è abbastanza difficile essere ammessi. Loro controllano su Google che tipo di scrittore chiede di partecipare prima di accettarlo. Pagare il costo del workshop più il volo più l’hotel significa un bell’investimento sui 2000 Euro per poter finire non pubblicati… e passare una settimana a sentir sviscerare le proprie e altrui storie!

Per cui, ho prenotato un Anthology Workshop a maggio dell’altr’anno, incuriosita da alcuni amici che avevano venduto racconti. Dato che cerco di andare a questi workshop sulla costa dell’Oregon ogni tre anni e che ero stufa di andare a quelli di business che poi non riesco a utilizzare in Italia, ho deciso di optare per questo che è più basato sul mestiere di scrivere.

Gli editor erano Dean Wesley Smith, Kristine Kathryn Rush, Allyson Longueira, Mark Lefebvre, Dayle Dermatis e Leah Cutter.

Tanto per dire, Dean Welsey Smith ha scritto libri di Star Trek e Men in Black. Kristine Kathryn Rusch è pubblicata anche dalla Delos. Sono marito e moglie e tra le altre cose hanno realizzato Pulphouse specializzata in fantascienza e fantasy, e so che ritornerà in vita nel 2018.

Così è iniziata l’avventura a dicembre scrivendo due racconti in due settimane, e poi altri quattro a gennaio in altrettante settimane. Pensavo “Che ci vuole a scrivere un racconto in una settimana?” anche se in generi che non conosco?

In effetti quella è stata la parte facile. Mi sono anche divertita a scrivere storie che non avrei mai scritto senza l’obbligo di cambiare tema per ogni antologia. Arrivava la domenica sera (lunedì mattina per me) e il testo andava consegnato. In genere spedivo prima, tipo giovedì o venerdì, a meno che non dovessi fare ricerche sull’argomento.

La prima storia in realtà l’ho scritta almeno due volte (senza contare i tentativi falliti, circa quattro), e l’ho spedita la domenica, del tutto insoddisfatta (e i commenti degli editor mi hanno confermato che non era adatta al genere prescelto).

Comunque adesso ho due storie ambientate nel presente, d’estate, in Toscana, che prima o poi tradurrò in italiano. In una ho citato il Pascoli dato che la protagonista quindicenne guarda le stelle cadenti e l’ho ambientata in Garfagnana una sera d’agosto. L’altra sono cinque giorni di agosto a Massa Carrara. Dovevano essere sul tema “Romantic Suspense” ma mi sa che sono solo romantiche. Più o meno.

Scrivere rosa o giallo non è il mio forte. Non leggo più rosa (overdose negli anni 80) e non ho mai letto molti gialli, quindi se voglio esplorare quel mercato urge leggere qualcosa e magari fare un corso online. Ma per ora ho i miei progetti di fantasy e fantascienza, per cui soprassiedo.

Le altre sono state molto più rapide e indolori, nonché divertenti. La storia di furto l’ho ambientata nel mio universo di Star Minds, e ho intenzione di riscriverla da un altro punto di vista. L’oggetto rubato era un Battery-Operated Boyfriend (B.O.B.) (Amichetto che Funziona a Pile) che se mi suggerite una traduzione sono contenta. Magari lo chiamo solo “robot da letto”, ma l’acronimo così non funziona… (Squallido suggerimento di Frank: Boyfrend Orgasmico a Batteria?)

C’era un portale che conduceva alla Terra d’Argento originale della mia infanzia, ma non hanno gradito. Speravano di trovare del marcio sotto. Non nel mio mondo ideale di bambina, mi dispiace. Il marcio lo lascio al mondo reale.

Poi c’era la storia che facesse provare amore, e ho scritto una meta-storia perché, appunto, in questo momento sono a-romantica totale e scrivere storie d’amore proprio non ci riesco. Neanche tra animale e padrone, genitori e figli, niente. Nessun tipo di amore mi è venuto in mente se non una discussione sull’amore, dove però non c’era una storia.

Per le eroine improbabili avevo scelto un’introversa che si mette in casa degli estranei per fare un piacere al suo istruttore di ballo, ma non è stata gradita. E poi c’era la storia di spie, che ho deciso di scrivere più lunga perché in effetti era più di un racconto (anche se non è un romanzo).

Quindi appena finisco la storia di Saif (mio personaggio di cui ho intenzione di parlarvi in futuro), mi rimetto sulle due storie che voglio rivedere e correggere (la storia di spie e il robot da letto rubato). Le altre le mando direttamente alla correttrice di bozze per futura pubblicazione. Non ero autorizzata a far leggere a nessuno le storie prima di spedirle (del resto nessuno dei miei lettori era abbastanza rapido da rispondere in giornata, quindi non c’era proprio il tempo di mandarle in giro), quindi tra orrori di stompa e di grammatica sono molto contenta di non essere finita tra gli “incubi dei correttori di bozze”!

E poi, pensavo, a febbraio posso rimettermi a scrivere le mie storie. Manco per niente, perché prima di partire ho dovuto leggere 240 storie (quelle degli altri), un milione e rotti di parole, in modo da sapere di cosa stessero parlando gli editor al workshop.

Ammetto che una decina non le ho finite (e qualcuna di quelle che io non ho finito sono anche state acquistate, ed è tutta una questione di gusti), ma ho passato il mese a leggere. Per fortuna un’efficiente tedesca aveva fatto degli ebook per poter leggere senza stampare, ma mi è anche morto il Kindle nel bel mezzo di una delle ultime storie: batteria scarica! Mai successo dal 2011 quando l’ho comprato!

I commenti comunque sono stati positivi, solo che o la storia non reggeva o non era adatta al tema dell’antologia (e mi rincresce, ma non posso essere più specifica di quanto sono stata finora, fino sl momento in cui i numeri di Fiction River non saranno pubblicati). Qualche “forse” ma molti “no”. Pazienza, ci riproverò fra qualche anno, se faranno ancora questi workshop!