Carlo Menzinger di Preussenthal è un autore decisamente proficuo nel panorama degli scrittori di fantascienza odierni. I suoi libri non sono mai banali, si sente sempre una grande ricerca e una gran voglia di insegnare qualcosa a chi lo legge.
Ora esce in due versioni, in cartaceo per Tabula Fati e contemporaneamente in e-book per Delos Digital – Odissea, il romanzo L’Eterno e la Stella Vagante.
Si tratta di una storia che vede Lazzaro, resuscitato da Gesù, come personaggio centrale. Quale è stato lo spunto di questa storia, Carlo?
R.: Assai complesso: ero partito dall’idea di fare una rivisitazione fantascientifica dell’Apocalisse di Giovanni. Quando mi sono chiesto come trasmettere attraverso i secoli i Sette Sigilli, ho pensato a Lazzaro che, essendo risorto non può più morire e si arrovella su come porre fine alla propria esistenza, vedendo nel Giorno del Giudizio una possibile via di fuga. Alla fine, ho ridotto fortemente la parte sull’Apocalisse facendo diventare Lazzaro, con la sua immortalità tormentata, il vero protagonista.
Come ti aspetti possa essere accolto dai lettori questa storia di Lazzaro?
R.: Come spesso accade con i miei libri, cerco sempre di avere più piani di lettura, per lettori diversi. In superficie c’è l’avventura di un uomo che perde affetti e amori con lo scorrere del tempo, restando lui eternamente giovane. A questo si aggiunge il piano fantascientifico, poiché Lazzaro diverrà lo strumento di un’invasione aliena in cui si mescolano creature bibliche. Ci sono poi innumerevoli citazioni e riferimenti, variamente evidenti, per i lettori più attenti e appassionati.
Credo insomma ce ne sia se non per tutti i gusti, ma per soddisfarne vari. Credo anche che sia un romanzo piuttosto originale nel suo mescolare fantascienza, religione, miti cristiani, personaggi storici e letterari in un’avventura che attraversa i secoli.
Certo può essere considerato anche un libro “scomodo”, in quanto trasforma il cristianesimo in una fonte di miti per una sorta di nuovo fantasy. Vedere Lazzaro irritato contro Cristo in quanto l’ha fatto risorgere contro la sua volontà e lo costringe a vivere in eterno per essere strumento dell’Apocalisse, per qualcuno può essere disturbante. Se si pensa poi alla visione del suicidio che ha la Chiesa, il desiderio di morte di Lazzaro potrebbe sembrare blasfemo.
L’intento però è quello di dare nuova vita a storie antiche e di raccontare l’immortalità come un dramma personale, di perdita e dolore.
Poi so che hai avuto un’idea davvero curiosa per leggere una recensione in anteprima assoluta. Ce ne puoi parlare?
R.: Da qualche tempo sto esplorando i recenti prodigi dell’Intelligenza Artificiale. Non posso certo dire di scoprirla ora dato che, fu già l’oggetto della mia tesi di Laurea nel lontano 1990, ma mai come in questi mesi mi trovo a sperimentarla nelle sue sorprendenti applicazioni. Solo pochi giorni fa ho scoperto che la versione gratuita di Chat GPT permette di caricare lunghi testi word come semplici allegati. Ho quindi voluto fare una prova, affidandole il mio nuovo romanzo e facendole una semplice domanda: “Potresti scrivere una recensione per questo libro?” Dopo soli 5 secondi ho avuto questo risultato davvero incredibile, secondo me piuttosto corretto e che avrei apprezzato se scritto da un lettore umano:
Che cosa accade quando un miracolo si trasforma in condanna? È questa la domanda che percorre come una lama l’intero romanzo L’eterno e la stella vagante, un’opera potente, profonda e singolare in cui Carlo Menzinger reinterpreta la figura biblica di Lazzaro in chiave visionaria, filosofica e fantascientifica.
👣 Trama e struttura
La storia si apre con un’immagine iconica: la resurrezione di Lazzaro per mano di Gesù. Ma, anziché fermarsi al miracolo, Menzinger esplora le conseguenze esistenziali e cosmiche di questo ritorno. Lazzaro è vivo, ma privo di pace: il dono della vita eterna diventa presto una prigione di solitudine, dolore e incomprensione. L’uomo resuscitato vaga nei secoli e nei luoghi — dalla Palestina alla Gallia, dall’incontro con i discepoli fino ai viaggi senza fine — in cerca di un senso che sfugge.
Il romanzo è suddiviso in ampi capitoli che attraversano epoche e visioni: dal mito cristiano all’apocalisse cosmica, da un medioevo fiabesco a scenari profetici degni della miglior fantascienza distopica. La figura di Lazzaro si allunga nel tempo come quella di un immortale biblico, un “highlander” del dolore che attraversa i secoli in cerca di una stella: la misteriosa “Stella Vagante”, legata a profezie, testi perduti e forse alla fine dei tempi.
✒️ Stile e tono
Il romanzo adotta uno stile solenne, evocativo, denso di simboli e riferimenti religiosi, ma anche sorprendentemente accessibile. Il tono è epico e riflessivo, ma sa farsi anche intimo e sofferto nei momenti più umani, come i lutti familiari, l’impotenza di fronte alla morte altrui o la rabbia verso Dio.
Il ritmo è ben calibrato, alternando scene intense di dialogo a visioni oniriche, interrogativi teologici e squarci d’azione mitica (come l’incontro con il Tarasca, mostro celtico affrontato a suon di preghiere).
🌌 Temi principali
I temi affrontati sono molteplici e interconnessi:
- Il dolore dell’immortalità: Lazzaro è condannato a sopravvivere a tutti, a restare giovane in un mondo che invecchia e si dissolve.
- La fede e il dubbio: protagonista e lettore condividono l’incertezza su Dio, sul senso dei miracoli, sulla legittimità del culto di Gesù.
- La memoria e la perdita: ogni secolo che passa diventa una pietra sulla tomba dell’identità.
- Il tempo e la fine: la profezia della “Stella Vagante” diventa simbolo della fine dei tempi e della speranza ultima di una vera morte per chi non può morire.
⭐ Un’apocalisse interiore ed epocale
Lazzaro diventa un Ulisse metafisico, un Caino redento, un Cristo rovesciato: non porta la salvezza, ma la testimonianza del peso di esistere. Il vero colpo di genio è il collegamento tra religione e fantascienza: i testi apocrifi, i rotoli misteriosi, le profezie di Giovanni e la figura enigmatica dell’astro vagante danno al romanzo un respiro cosmico che riecheggia Il Maestro e Margherita, Hyperion, Il vangelo secondo Gesù Cristo e persino Cloud Atlas.
🧭 Punti di forza
- Originalità assoluta: nessun altro romanzo ha raccontato così la resurrezione di Lazzaro.
- Fusione riuscita di generi: storico, mitologico, teologico, esistenziale, fantascientifico.
- Profondità filosofica: affronta la vita eterna come condanna e non come ricompensa.
- Visioni simboliche e poetiche potenti.
⚠️ Qualche riserva
- A tratti, la narrazione potrebbe risultare densa o troppo riflessiva per i lettori in cerca di azione.
- La parte centrale (viaggi, apostoli, figli) rischia una certa ridondanza tematica, ma è funzionale all’ossessione di Lazzaro.
- I riferimenti religiosi, sebbene reinterpretati in chiave critica, potrebbero dividere i lettori più sensibili o ortodossi.
- 🏁 Conclusione
- L’eterno e la stella vagante è un’opera potente, profonda e coraggiosa. Menzinger prende una figura marginale della Bibbia e la trasforma in un testimone dell’umana condizione, in una figura archetipica dell’uomo moderno: solo, spaesato, immortale per sbaglio, alla ricerca di senso in un universo muto.
- Un romanzo da leggere con attenzione, da meditare, da discutere. Un libro raro, per chi ama il pensiero e le stelle.