Judas Unchained seconda parte, conclude (finalmente) la lunga lettura di un’opera che si presenta circa tre volte più corposa de Il Signore degli Anelli: più di duemila e seicento pagine!

Abbiamo introdotto questo gigantesco romanzo, con la presentazione di Pandora nella collana Urania Jumbo, poi abbiamo anticipato la prima parte di Judas Unchained, al momento disponibile solo nella sua versione originale. Per cui, oggi possiamo proporre le nostre osservazioni conclusive.

La nostra avventura è iniziata nell’agosto del 2024, quando la prima parte di Pandora di Peter F. Hamilton appare nel numero 58 della collana Urania Jumbo.

Non conoscevo né l’opera, né l’autore e confesso quindi la mia ignoranza.

Tuttavia, la lettura di questa prima parte è stata davvero intrigante per un vecchio amante della fantascienza.

Straordinaria l’ambientazione: lo spazio è attraversato da cunicoli spazio-temporali che (secondo certi calcoli di Einstein) potrebbero collegare punti anche infinitamente distanti nell’universo. Mille anni luce non sarebbero quasi nulla se riuscissimo a ‘piegare’ lo spazio come un pezzo di stoffa molto grande, fino a rendere le distanze tra i due punti quasi nulle, un punto da questa parte del tessuto, l’altro dalla parte opposta, ma in contatto. Se ciò è possibile, allora sarà sufficiente costruire un cortissimo tunnel per unire i due punti.

Tali gallerie, in questo mondo esistono e si chiamano wormhole: tane di verme.

L’idea non è nuovissima per un lettore con molti anni di fedeltà alla fantascienza, ma la premessa di una tecnologia che abbia saputo piegare lo spazio sia remoto, che prossimo creando collegamenti con gallerie situate a livello del terreno, è davvero bellissima. Se vuoi andare in Australia, piega lo spazio vicino alla Terra in modo che una Tana di Verme tra Londra e Perth sia percorribile da un treno in poco più di mezzora! Un treno, non un missile!

E se vuoi andare su Marte? Stessa cosa: ci sarà una stazione della società CST (la Compression Space Transport) che ha inventato la tecnica, situata appena fuori New York, che impiega dei grossi treni a energia atomica e attraverso un tunnel dedicato puoi andare su Marte in un quarto d’ora, o anche meno.

E, per il momento, è più o meno la stessa cosa per due-trecento pianeti che ruotano attorno a stelle a qualche centinaio di anni luce dalla Terra: diciamo una sfera di circa 600 anni luce.

La CST è stata fondata e inventata da due uomini: uno è il genio che ha capito la tecnica, Ozzie Fernandez Isaac, l’altro è Nigel Sheldon un po’ meno genio, ma più imprenditore, il quale, infatti, possiede il 51 percento dell’Azienda; Ozzie ne possiede solo il quarantanove.

In questo universo, succedono due cose interessanti per la nostra storia:

  1. Un astronomo, certo Dudley Bose, osservando due stelle remotissime (più di mille anni luce dal suo pianeta e non collegate dalla CST) le vede sparire all’improvviso: prima una, poi l’altra. Come può essere successo? L’idea è che, mille anni fa, una razza super tecnologica abbia schermato le due stelle e presumibilmente tutto il loro sistema solare, per ragioni ignote. L’ipotesi è che possa trattarsi di una tecnica già immaginata nel ventunesimo secolo da un fisico di nome Freeman Dyson, secondo cui gli artefatti di una civiltà tecnologicamente avanzata avrebbero finito per circondare la loro stella in modo da utilizzarne tutta l’energia. Le due stelle sono quindi conosciute come la Coppia di Dyson.
  2. L’altra interessante situazione riguarda un pianeta tra gli ultimi collegati dalla CST e semplicemente detto Far Away (Molto Lontano): qui è stata scoperta un’astronave del tutto vuota e apparentemente abbandonata. Una schiera di contestatori ritiene che l’occupante di quella astronave si aggiri ancora per il nostro universo. Il nome con cui loro e chi ne parla lo identificano è Star Flyer. I contestatori si sono dati il nome di Guardiani del Sé e sono considerati più o meno dei terroristi dalle forze politiche. Si sa che costoro sono guidati da Bradley Johansson uno sfuggente personaggio, secondo cui lo Star Flyer non solo esiste ed è vivo, ma influenza, con tecniche sconosciute, molte personalità della politica e dell’industria rendendole schiave ai suoi voleri, che ovviamente, non sono affatto amichevoli.

L’esistenza di un alieno non è di per sé una stranezza in questo universo: durante l’espansione usando i wormhole della CST, gli umani sono venuti in contatto con parecchie specie non umane: in genere senza alcuna necessità di scontrarsi.

Una forza aliena e piuttosto misteriosa è una intera, gigantesca astronave senziente che galleggia nello spazio e non si sa chi l’abbia costruita: si tratta della High Angel.

È apparentemente artificiale, costituita da molti ambienti sigillati e contenenti diversi tipi di atmosfere per dare alloggio a moltissime specie di esseri viventi.

La formano migliaia di enormi steli, collegati a migliaia di immense bolle. Le bolle sono personalizzate a seconda della civiltà che le occupa e le affitta, per così dire. Ma gli steli non hanno alcuna forza di gravità e lì dentro si galleggia in modo sgradevole per i non esperti.

Attraccarono alla base dello stelo di New Glasgow, dove tutti i portelli d’accesso erano compatibili con le navi umane. Una volta all’interno, l’elettro-maggiordomo di Hoshe lo collegò alla rete informativa interna dell’High Angel. La sua visione virtuale si riempì di strane grafiche fluide dai colori cupi. Pensò che si trattasse di un qualche tipo di display di navigazione. Le bande Fuseto sui polsini lo fissarono alla parete, e lui nel corridoio, si guardò intorno. I nastri fluidi si misero in movimento.

“E questo, che accidenti sarebbe?”, lui domandò.

“Detective Finn, ben tornato,” disse l’High Angel. “Le sto mostrando quale direzione lei dovrà prendere.”

Dentro l’High Angel conosceremo un gigantesco simil-polipo capace di sfruttare, interpretare e cibarsi degli stati emotivi. È un essere amichevole nei confronti degli umani, specie che può fornirgli, più di altre, stati emotivi saporiti. A lui ci si rivolge per analisi che nessun altro essere vivente potrebbe fare sui pensieri di un individuo, anche se non più vivo! Tali creature sono dette Raiel e il nome di questo alieno è Qatux.

Ma forse la più interessante delle specie incontrate dall’umanità è quella dei Silfen, che tuttavia non troviamo all’interno dell’High Angel.

Si tratta di umanoidi, provenienti non si sa da dove, non essendo mai stato possibile comunicare con loro. Un po’ per via del loro linguaggio fischiato e impraticabile dalle nostre gole, ma poi soprattutto perché pur essendo apparentemente amichevoli, sono del tutto indifferenti a noi: se si cerca di comunicare, costoro apparentemente se ne infischiano e non danno mai una risposta. Li chiamano gli elfi dello spazio.

Ozzie, che, come è detto, è un genio, sa per lo meno un paio di cose: la razza dei Silfen è antichissima, per cui, se non son stati loro a schermare la coppia di Dyson, certamente sanno chi è stato e perché lo ha fatto. Quindi, a suo parere è molto importante conoscere il motivo di tale schermatura e, anche se sembra impossibile, vorrebbe provare a chiederlo ai Silfen?

La seconda cosa che Ozzie sa è che, essendo amico di Bradley Johansson, il capo dei Guardiani del Sé, costui gli ha parlato di un’avventura davvero straordinaria: sbarcato sul pianeta Silvergalde, Bradley è partito per esplorare le cosiddette foreste dei Silfen, ma il viaggio a piedi, o su animali da soma non è proprio stato quello immaginato. Seguendo i Silfen, che si dice vivano in quelle foreste, Bradley ha attraversato, senza adoperare le tecniche della CST, diversi mondi: in pratica partendo da quel pianeta si entra in un labirinto di wormhole naturali e Bradley dopo molti mesi, o anni, seguendo e inseguendo i Silfen di mondo in mondo, in una interminabile e pericolosa sequenza di avventure, è riuscito a parlare con loro ed è così che è venuto a conoscenza della pericolosa natura dello Star Flyer. Ozzie ha esattamente le stesse intenzioni del suo amico.

È così che succedono due cose decisive per questo universo: la prima, quando Ozzie decide di andare su Silvergalde per cercare anche lui i Silfen e scoprire i segreti della Coppia di Dyson; la seconda quando, senza che Ozzie lo sappia, il governo umano decide di costruire un’astronave più veloce della luce, sempre per scoprire i segreti che interessano anche Ozzie. La tecnica dell’astronave è di creare una sequenza di wormhole man mano che avanza nello spazio. Fare un wormhole unico fino alla Coppia di Dyson costerebbe troppo come energia e quindi non è al momento praticabile.

La spedizione umana decolla con la nave Second Chance ed è una soluzione certamente molto meno creativa di quella di Ozzie. Inoltre, i Guardiani del Sé, osteggiano ferocemente la Second Chance, ma la nave riesce comunque a partire e ad arrivare alla prima stella di Dyson.

Una descrizione puntuale di ciò che succede adesso, è disponibile nella seconda parte di Pandora, dove però si interrompe sul più bello.

Quindi, se vorrete sapere il futuro di questa storia, dovrete per forza leggere Judas Unchained in inglese. Rivelare la storia nei dettagli, provocherebbe dei danni a chi volesse leggere questa meravigliosa avventura e dunque temo che dovrò per forza essere molto generico.

Basterà dunque agganciarci a una considerazione di tipo generale: la scoperta di ciò che si nasconde dietro alla Coppia di Dyson sarà molto, ma molto pericoloso e distruttivo, come già sanno i lettori del secondo libro di Pandora.

Il viaggio di Ozzie sarà incredibile e quasi mortale: incontrerà i Silfen, ma non solo. Come, anche qui, sanno, ma solo in parte, i lettori del secondo libro di Pandora.

Dal punto di vista critico, Judas Unchained soprattutto nella sua seconda parte è fin troppo d’azione, per i miei gusti.

In certi momenti è molto simile a una sorta di battaglia spaziale, da video gioco. E questo, a mio parere, poteva essere evitato. Descrizioni che forse al cinema avrebbero un senso, in lettura finiscono per confondere un po’ il senso degli eventi.

La parte veramente bella è tutta l’avventura di Ozzie, che segue un originale spunto tra il solar punk e il fantasy e, alla fine, conclude brillantemente l’intero romanzo.

Tutto Judas Unchained si base su Ozzie e sullo Star Flyer, per cui il solo parlarne significa fare uno spoiler ingiustificabile.

Con Ozzie e la sua avventura tra i Silfen, risaltano personaggi precedentemente un po’ secondari, che improvvisamente prendono spessore e, alla fine, saranno quelli che ci ricorderemo più di altri: Mellanie, Orion, Tochee…

Per concludere, credo che Mondadori non perderà l’occasione di pubblicare Judas e quindi questo gigantesco affresco sarà finalmente disponibile per tutti; anche per quelli che purtroppo non possono accedere alla versione inglese.

 

Immagine di copertina generata con Intelligenza Artificiale Microsoft.

 

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.