Flashforward è una serie televisiva non recente, perché è stata trasmessa in Italia a partire dal 5 ottobre 2009.

Purtroppo, questo show dimostra una spiacevole mancanza di conclusioni: dopo aver costruito un numero cospicuo di puntate (22) i produttori hanno deciso di lasciare tutto senza spiegazione e di non parlarne mai più.

Dietro alla produzione di Flashforward, ritroviamo uno scrittore che ci piace molto: Robert J. Sawyer, di cui abbiamo tante volte parlato su questo sito.

Lo spunto di questa storia trae origine da un romanzo di Rob che si intitola Flashforward, come la serie televisiva e in Italia è stato tradotto col titolo Avanti nel tempo. Prima edizione del 2000 Fanucci Editore.

Sia il romanzo, che la serie partono da una premessa davvero accattivante: tutti gli esseri umani dell’intero pianeta perdono coscienza per un minuto e quarantatré secondi, e durante questo periodo vedono (sognano!) qualcosa della loro vita nel futuro da lì a un certo tempo. Appunto un salto in avanti.

La prima cosa strana è che nella serie TV le persone non perdono conoscenza per un minuto e rotti, ma per 2 minuti e 17 secondi. Non credo di poter intuire il motivo di questo diverso cronometraggio: forse bisognerebbero chiederlo a Rob e magari lo farò.

Altre differenze apparentemente non importanti tra le due presentazioni, stanno nelle date degli avvenimenti. La serie TV inizia il 6 ottobre 2009, a Los Angeles. Il romanzo vive la medesima situazione al CERN di Ginevra a partire dal 21 aprile 2009, alle ore 17.00.

C’è un’altra importante differenza tra romanzo e serie televisiva.

flashforward: Jack DavenportNella serie, non si conosce il motivo della perdita di conoscenza delle persone di tutto il mondo. Per lo meno, alla fine della ventiduesima puntata si ha qualche sospetto, ma è destinato a rimanere per sempre irrisolto.

Nel romanzo, invece si comincia proprio con la spiegazione di cosa sia successo. Ricaviamo direttamente da Wikipedia:

Ginevra, 21 aprile 2009, ore 17.00. Un gruppo di fisici del CERN, guidato dal quarantacinquenne canadese Lloyd Simcoe e di cui fa parte fra gli altri l’ambizioso ventisettenne greco Theo Procopides, dà il via al grande esperimento scientifico a cui hanno dedicato due anni di lavoro: utilizzare il Large Hadron Collider per ricreare i livelli di energia immediatamente precedenti al Big Bang e trovare finalmente il fantomatico bosone di Higgs. L’esperimento ha un effetto imprevedibile, al di là di ogni immaginazione: nell’esatto istante in cui l’acceleratore di particelle viene attivato, tutti gli esseri umani dell’intero pianeta perdono coscienza per un minuto e quarantatré secondi. Durante questo fenomeno di blackout collettivo […], le persone sono proiettate avanti nel tempo di 21 anni, fino al 23 ottobre 2030, e si ritrovano ad essere spettatori passivi della propria vita futura.

Non mi pare ci sia traccia di Theo Procopides nella versione televisiva: Theo sarebbe un ricercatore, collega del fisico responsabile dell’esperimento, Lloyd Simcoe.

I telespettatori, del resto, non hanno avuto nemmeno molte ragioni per conoscere bene Lloyd Simcoe.

Una enorme differenza tra le due storie è il fatto che, nei minuti di perdita di conoscenza, qualcuno (non tutti) vedono ciò che succederà in un futuro parecchio diverso.

Invece una grandissima parte di tutta la storia è riservata alla cosiddetta Indagine Mosaico, una immensa ricerca messa in opera dall’agente Mark Benford: essendo dell’FBI, può accedere ai ricordi di una enorme quantità di persone, sicché può produrre una nuvola che coordina quei due minuti nel futuro.

Ma è obbligatorio introdurre un personaggio davvero essenziale, a quanto pare. Ma dalla serie, purtroppo, lo si capisce poco.

flashforward: Michael Massee come Dyson FrostDyson Frost, è un personaggio centrale per l’Indagine Mosaico. Ha finto la sua morte, ma da quando è stato scoperto dalla Mosaic Investigation, ha usato l’alias D. Gibbons, Non ha mai perso i sensi ed è coinvolto in un gruppo che si direbbe legato al Blackout, il cosiddetto GBO (Global Blackout Organization) Inoltre è un associato a Nhadra Udaya, una donna asiatica, che dovrebbe conoscere importanti segreti. È colluso con Alda Hertzog assassina e terrorista, affiliata alla GBO. Ha mappato il suo flashforward su un muro.

Gli avvenimenti del romanzo si riferiscono a ventuno anni dopo, come abbiamo visto, mentre nella serie televisiva si parla di un futuro ben più prossimo: il 29 aprile (o il 30 aprile, a seconda del fuso orario) dell’anno successivo, il 2010.

flashforward: Joseph FiennesIn questo caso è abbastanza semplice capire il motivo tecnico: qualche mese soltanto nella serie TV permette una maggiore suspense. Sarà possibile verificare l’autenticità del flashforward in tempi brevi e vedere come tutta la storia conduca poco per volta a quel futuro.

La serie TV è visibile su Disney Plus e per chi volesse aggiornarsi è possibile farlo abbastanza facilmente.

Il finale di stagione, come credo di aver ampiamente descritto, ci lascia con tutta una serie di cliffhanger che non avranno mai una soluzione: ritengo sia stato poco professionale. Ma ovviamente non siamo in nessun modo a parte dei possibili problemi.

Il personaggio buono della vicenda è Mark Benford, in agente dell’FBI, interpretato da Joseph Fiennes. Il personaggio più misterioso della serie, è Lloyd Simcoe, interpretato da Jack Davenport.

Per chi avrà eventualmente, la pazienza di vedersi la serie, posso aggiungere una piccola pietruzza preziosa da parte di Robert J. Sawyer, ché solo oggi ha deciso di rivelare una brevissima scena dell’episodio 19 intitolato Correzione di rotta (Course Correction) da lui personalmente scritto, per spiegare uno dei piccoli misteri lasciati indietro.

Rob ci parla di un personaggio non particolarmente evidente nella serie TV: Dyson Frost. Le ipotesi che i fan hanno fatto sul motivo del suo secondo nome D. Gibbons si direbbero del tutto errate:

Non è stato mai spiegato in Flashforward perché il nostro cattivo Dyson Frost abbia usato lo strano pseudonimo di D. Gibbons – ma ecco la spiegazione che io avevo scritto per l’episodio “Course Correction”, anche se questa scena non è mai stata girata:

INT. UFFICIO DI MARK – GIORNO

Mark guarda una clip di Lloyd a uno show televisivo. Lloyd è davanti a una lavagna con dei pennarelli e spiega che gli esseri viventi hanno perso i sensi in proposizione inversa alla complessità delle loro menti. Lloyd fa una lista:

“A. Umani” — e spiega che gli umani superano il test dello specchio, e quindi hanno perso i sensi. [Il test dello specchio è quel test che misura la capacità di un animale di riconoscersi se posto davanti a uno specchio. Cioè, possiede autoconsapevolezza].

“B. Scimpanzé” – anche gli scimpanzé e altri mammiferi altamente intelligenti, e pure gli elefanti, superano il test dello specchio e anche loro hanno perso i sensi.

“C. Corvi e pappagalli.” Gli uccelli più intelligenti, spiega Lloyd– usano strumenti, e tutti questi hanno perso i sensi.

Gibbone“E poi”, dice, “ci sono animali che non hanno perso i sensi. A partire dai primati più semplici…” E scrive alla lavagna: “D. Gibbons” (Gibboni).

Mark è teso. L’intervistatore chiede a Lloyd se qualche essere umano potrebbe rientrare nella categoria “D”. Lloyd ci pensa: “Beh, bisogna avere una vita interiore per superare il test dello specchio. Immagino che degli psicopatici potrebbero fallire il test …

Ho intenzione di chiedere informazioni a Robert J. Sawyer: non è affatto detto che ci riveli di più di così, ma tentar non nuoce.

Alla prossima!

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.