Stiamo parlando di un romanzo di Iain M. Banks, presentato su Urania Jumbo, di Mondadori abbastanza recentemente (2024), e intitolato Matter.
Per ciò che riguarda l’autore, attingo a piene mani da Wikipedia:
Iain Banks (16 febbraio 1954 – 9 giugno 2013) è stato uno scrittore scozzese, noto sia per la narrativa tradizionale, pubblicata con il nome di Iain Banks, sia per la fantascienza, pubblicata come Iain M. Banks, aggiungendo l’iniziale del suo secondo nome adottivo, Menzies (si legge più o meno come ‘maines‘). Dopo il successo di La fabbrica degli orrori (The Wasp Factory, 1984), iniziò a scrivere a tempo pieno. Il suo primo romanzo di fantascienza, Consider Phlebas, uscì nel 1987, inaugurando la serie della Cultura (Culture series). Le sue opere sono state adattate per il teatro, radio e televisione. Nel 2008, The Times lo ha incluso nella lista dei “50 più grandi scrittori britannici dal 1945“. Nell’aprile 2013, Banks annunciò di avere un cancro inoperabile e che probabilmente non sarebbe vissuto più di un anno. Morì, purtroppo, il 9 giugno 2013.
Vediamo di cosa si tratta:
Il principe Ferbin assiste all’assassinio del proprio padre, re Hausk, per mano di tyl Loesp, suo uomo di fiducia e secondo in comando. L’assassino mira a usurpare il trono di Ferbin e dei suoi fratelli, il giovane Oramen e la sorella Djan Seriy. Inviata all’esterno del pianeta, nello strato dove risiede la Cultura. Djan è stata addestrata come un agente della famosa sezione Circostanze Speciali e, in combattimento, è più forte e abile di tutti gli umani del suo mondo natale. La morte del padre segna il tempo di tornare a riprendersi quel che è suo… Scritto nel 2008 e fino a oggi inedito in Italia, Matter è il grande ritorno nell’universo della Cultura.
Questa è la trama riportata in quarta di copertina in un libro davvero mastodontico: Matter, 667 pagine! Un volume Urania abbastanza diverso dai soliti e piuttosto soddisfacente per i nostri gusti.
L’azione si svolge nella complessa struttura di un Mondo a Strati – un pianeta artificiale composto da sfere concentriche abitato in ogni strato da diverse popolazioni e razze. Dal suolo di ogni Strato si sollevano colonne alte svariati chilometri che sorreggono lo Strato superiore e, all’interno delle colonne (ma non in tutte), scorrono grandi ascensori, controllati da una razza appositamente dedicata a questo compito in tutti gli Stratomondi.
Ed è così che sull’ottava sfera di Sursamen, il principe Ferbin, erede al trono della dinastia Sarl, assiste all’omicidio del Re, suo padre per mano dell’apparentemente più fidato dei suoi consiglieri, tyl Loesp. Ferbin assiste non visto a tutta la scena, sente dei piani dell’assassino, il quale farà in modo di accusare del crimine proprio Ferbin.
Il Principe dunque fugge, cercando chi potrebbe scagionarlo: il fratello minore, Oramen, purtoppo è al momento nelle mani di tyl Loesp, resta solo la loro sorella, Djan Seriy Anaplian, la quale non è più quella di un tempo: è diventata un’agente della sezione Circostanze Speciali della Cultura, incaricata di interventi di alto livello nelle civiltà di tutta la galassia.
Nascondere la sua nuova identità e l’acquisito insieme di abilità straordinarie, potrebbe essere pericoloso. Nel mondo al quale la giovane donna fa ritorno, nulla è davvero come sembra.
Non conoscevo Iain M. Banks prima di questa lettura, né il suo mondo. Il senso del meraviglioso che abita il suo racconto è veramente esaltante per un vecchio appassionato di Fantascienza. Magari non proprio esaltato dalla direzione che sta prendendo questa letteratura nelle interpretazioni di molti moderni scrittori.
Se devo dare un’idea precisa ai miei lettori, dovrò anche confessare che solo leggendo questo complicato romanzo, non risulterà ben chiaro che cosa sia la Cultura! Avendo io dato una veloce guardatina ad altri volumi delio stesso autore, mi rendo conto che forse sarebbe giusto leggere prima qualche altra cosa di Iain Banks.
Del resto, questa impressione non è solo la mia, ma di Banks stesso. Leggo su Wikipedia, un’intervista di Stuart Jeffries su The Guardian del 25 maggio 2007 (il libro, nel Regno Unito, è uscito nel 2008):
Banks mi racconta che negli ultimi tre mesi ha lavorato a un altro romanzo ambientato nell’universo della Cultura. Si intitolerà Matter e sarà pubblicato il prossimo febbraio. “È davvero un bel malloppo,” dice entusiasta. “È lungo 204.000 parole e le ultime 4.000 sono dedicate ad appendici e glossari. È così complicato che persino nella sua complessità risulta complesso. Non sono sicuro che gli editori approveranno le appendici, ma i lettori ne avranno bisogno. È pieno di neologismi e di personaggi che spariscono per 150 pagine e poi ricompaiono, con molti flashback e flashforward. La storia coinvolge civiltà a diversi stadi di evoluzione tecnologica. C’è perfino un gruppo che è sparito nei propri fondamentali per trasformarsi in società non basate sulla materia.”
Il problema è che veniamo a contatto con la Cultura solo nel momento in cui compare la misteriosa sorella Djan Seriy Anaplian, che da molti anni vive nell’ambito della Cultura.
Djan Seriy Anaplian, principessa di sangue della casa di Hausk, una dinastia di una specie panumana a largo spettro trasferita di recente in un livello mediano dello Stratomondo di Sursamen, e il cui secondo nome significava in sostanza “degna di sposare un principe”, vigilava da un alto dirupo sovrastante un deserto rugginoso nel cuore del continente di Lalance, sul pianeta Prasadal. Un forte vento sferzava il suo lungo mantello e le si aggrappava ai vestiti.
Apprendiamo che vivendo in ambiente Cultura, la donna ha sviluppato capacità tecniche e di combattimento assolutamente eccezionali. E questo è praticamente quasi tutto ciò che possiamo intuire di questa filosofia. Per esempio, mal si comprende come la presenza delle macchine senzienti, sia un altro aspetto della Cultura: il fatto non è chiaramente messo in relazione con tale filosofia per tutto il libro.
Dal punto di vista filosofico la Cultura è davvero qualcosa di unico nella letteratura di qualsiasi genere.
In questa filosofia è abolito l’uso della moneta e il lavoro non è un’attività obbligatoria. È sufficiente esprimere le proprie necessità e saranno soddisfatte senza chiedere nulla in cambio. Il che è solo la base di partenza: la tecnologia e la politica sono talmente avanzate da aver eliminato qualsiasi situazione di mancanza di risorse.
Direi che tutto questo non si evince completamente dalla lettura di Matter. Difficile anche capire la Cultura delle macchine senzienti, le cosiddette Menti: noi vediamo le astronavi che si guidano da sole potendo anche discutere con gli esseri senzienti della Galassia. O anche il coltello-drone che fa da solo le sue strategie. Ma finché io non l’ho appreso da altra fonte, non avevo capito che tutto ciò fosse in effetti la vera origine della Cultura!
Ci sono lavori in rete e forse nelle librerie, che provano a definire tutte le caratteristiche della Cultura, ma ovviamente non è questo l’ambito per approfondire tale argomento. Noi ci limiteremo a parlare con leggerezza di Matter.
Al termine del volume di Urania è stata comunque riportata l’appendice per cui Banks temeva l’eliminazione da parte degli editori: nel nostro caso glossari e appendici compaiono puntualmente.
Sono sicuro che ben pochi leggeranno queste pagine, ché infatti si presentano piuttosto macchinose:
SKETEVI continente di Bulthmaas
SOPRAQUADRO livelli di uno Stratomondo oltre i quali la distanza crescente dei filamenti secondari di sostegno che si diramano dalle Torri non permette più di utilizzare i filamenti per spostarsi tra una Torre e l’altra (solitamente nella metà superiore dei livelli); opposto di Sottoquadro
SOTTOQUADRO vedi Sopraquadro
…
Non sono sicuro che ci siano tutte le 4000 parole annunciate da Banks, ma in definitiva direi che molto di ciò che è qui scritto non aggiunge comprensione al lettore. Ritengo ci siano stati anche dei bei problemi di traduzione e tutta la mia simpatia va alla redazione di Urania e ad Alessandro Vezzoli che ha tradotto.
In definitiva, per noi, vecchi rimuginanti di Fantascienza, Iain M. Banks non è poi troppo diverso da Jack Vance.
Me lo diceva, giustamente, anche l’amico Roberto Kriscac: “Non avevo dubbi che ti sarebbe piaciuto perché ricorda molto Jack Vance che so essere tra i tuoi preferiti; anzi direi che è una specie di Vance con un humour un po’ più britannico e un po’ più aggiornato su questioni come l’Intelligenza artificiale…”
E vabbè.
Franco Forte, nell’estate del 2021, ha anche prodotto per Mondadori una trilogia intitolata Il ciclo della Cultura. Prima trilogia. Contiene i primi tre romanzi del ciclo, vale a dire Pensa a Fleba (1987), L’Impero di Azad (1988) e La guerra di Zakalwe (1990).
Immagine e copertina realizzate con AI Microsoft.
nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.