La minaccia è un romanzo di Filippo Guida, scrittore che sicuramente mi aveva contattato per presentarmi il suo lavoro. Purtroppo, quando ho finito di leggere il libro, non sono più riuscito a mettermi in contatto con lui.
Mi dispiace, perché come al solito, se parlo di un romanzo su queste pagine, mi piace far intervenire l’autore.
Non in questo caso, ahimè.
Filippo scrive e pubblica questo romanzo in proprio, attraverso l’organizzazione Youcanprint.
Noto ultimamente quanti buoni autori siano alla fine costretti a pubblicare la loro fatica senza l’aiuto di un editore professionale. Tutto questo succede per l’assoluta carenza di editori. È proprio così: per quanto riguarda il fantastico, gli editori stanno velocemente scomparendo.
È un peccato, perché il libro di Filippo Guida è migliore di molti romanzi che oggi appaiono presso le due o tre grandi case editrici italiane sopravvissute.
La sensazione è che in genere le Case Editrici importanti preferiscano andare sul sicuro sui tre o quattro nomi vagamente conosciuti. Spero proprio che non ci sia una preferenza dettata dalle amicizie. Anzi, sono sicuro che non sia così.
Il fatto, comunque, è che non c’è molto spazio per i principianti.
Veniamo però a questo romanzo, La minaccia.
Scrivevo non molto tempo fa, che gli scrittori di fantascienza italiani non sono mai (almeno questa era la sensazione) dediti alla cosiddetta Hard Science Fiction:
Un requisito per la fantascienza hard è procedurale o intenzionale: una storia dovrebbe cercare di essere precisa, logica, credibile e rigorosa nel fare uso delle odierne conoscenze scientifiche e tecniche […]
Su questo argomento è recentemente intervenuto Fabio Calabrese, che invece si ritiene tutto sommato, uno scrittore di Pura Fantascienza Tecnologica!
Ok! Dopo aver letto La minaccia, devo comunque confessare che qualcuno che scrive fantascienza tecnologica, certamente esiste: Filippo Guida.
Il racconto nasce con una ipotesi decisamente inquietante: uno scienziato, il signor Pagek, che osserva l’universo attraverso un radio telescopio, scopre qualcosa di straordinario all’interno della galassia M-31, lontana 80 anni luce e ne parla con un responsabile del Pentagono:
“Su M-31 […] erano state notate delle emissioni di onde radio provenienti da quella galassia. Ma in effetti non fu mai notata la presenza di pulsar in quella zona […] Circa un anno fa, costruendo un grafico […] ci siamo accorti che M-31 non possedeva niente che potesse emettere onde radio […] Risultò subito evidente che alcune delle sorgenti emittenti, per la precisione venticinque, si erano spostate lungo una linea retta. Tutte della stessa entità, cioè le venticinque sorgenti erano traslate in avanti mantenendo le stesse posizioni reciproche. Dallo spazio percorso e dal tempo impiegato, siamo risaliti alla velocità di questo spostamento: 240.000 km al secondo. Una velocità prossima a quella della luce, per la precisione 0,8 volte la velocità della luce […]”
Filippo Guida porta avanti benissimo questa straordinaria rivelazione che viene proposta già nel primo capitolo.
L’originalità dell’idea non sta nel possibile sbarco di esseri alieni sulla Terra, ma proprio nel fatto che tale arrivo è qui ampiamente preannunciato: a quella velocità, le invisibili navi impiegheranno più di cento anni per approdare sulla Terra e quindi dobbiamo preparaci. E ne abbiamo il tempo. Forse.
Ma, prepararci a che cosa?
Sempre con il suo formidabile istinto alla Hard Fiction, Filippo Guida indaga sul carattere degli scienziati che si dedicano alla risoluzione di questo imprevisto problema: un incontro di quel tipo potrebbe essere amichevole?
Forse. Ma e se non lo fosse? Questi alieni possiederebbero una tecnologia enormemente superiore alla nostra. Come potremmo essere pronti per affrontarli? Cosa dobbiamo fare?
Il romanzo prosegue con ricerche, soluzioni, sbagli, sconfitte politiche e tecniche senza mai essere noioso. Solo per questo varrebbe una considerazione che non credo gli sia stata concessa.
Fino al finale, chiaramente molto diverso da quanto ci si potrebbe aspettare, anche se un po’ troppo innaffiato da tecno-ottimismo.
In conclusione, Filippo Guida rivela una buona mano nello scrivere. Una onesta e invidiabile capacità a gestire un plot complicato sia tecnicamente, che psicologicamente. Il finale potrebbe essere un po’ rivisto, ma la soluzione trovata tutto sommato regge.
Quindi speriamo che alla fine questo romanzo ottenga le attenzioni che si meriterebbe. Bravo Filippo!
nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.
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