La Società Protettrice dei Kaiju (The Kaiju Preservation Society) è un’istituzione che francamente non mi è sembrata particolarmente meritevole. Anche se si tratta dell’ultimo romanzo di un beniamino della fantascienza, John Scalzi.

Il romanzo ha vinto il Locus Award 2023 e quindi è ovvio che la cosa mi avesse intrigato un bel po’ e che quindi io abbia deciso di leggerlo.

La storia è purtroppo abbastanza debole, per i miei gusti.

Un nerd, Jamie Gray, che crede di essere bravissimo, ma è decisamente sfortunato, viene licenziato da una società che consegna cibo durante la pandemia di Covid. Anche se è subito chiaro che il nostro era capitato tra le grinfie di un pescecane che voleva sfruttare le disgrazie degli altri per arricchirsi.

Un amico di Jamie gli parla di un lavoro in cui dovrà semplicemente sollevare cose. L’abboccamento è positivo e il nostro viene senz’altro assunto. Di cosa si interessa questa nuova società? Ma, niente di che: è una Società per la Protezione di Grandi Animali: i Kaiju. Risulterà a pagina dieci più o meno, che si tratta di animali che abitano una realtà alternativa di questa Terra, dove le temperature sono caldissime e dove gli animali a rischio sono simili a Godzilla. Anzi, sono proprio loro, perché in passato, a causa di situazioni complicate, alcuni di loro sono effettivamente passati nella nostra dimensione generando così le note leggende su Godzilla.

Il romanzo che io ho letto è quello nella traduzione di Francesco Vitellini, che non ho motivo di ritenere colpevole per le debolezze che ho riscontrato.

Lo stile è quello di uno Scalzi che voglia essere spiritoso, il che non è detto che gli riesca sempre. Alcuni doppi sensi (immagino) potranno essere sfuggiti nella traduzione, ma in genere si tratta di un umorismo non particolarmente brillante.

La storia, poi, a parte lo spunto interessante, si perde immediatamente nel momento in cui è finita la descrizione del viaggio verso la realtà alternativa, qualcosa tipo Stargate, per semplice mancanza di idee.

La descrizione del mondo alieno è molto raffazzonata, e noi vediamo solo una giungla di pericoli, dovuti alla qualità dell’atmosfera, o alle bestie presenti, tutte mortali.

I Godzilla sono alti cento metri, alcuni volano anche e sono infestati da orribili pidocchi grandi come mucche, descritti a lungo con il piacere sadico di orripilare il lettore. Brulicano letteralmente di parassiti mortali per noi, che si scrollano di dosso in modo ributtante…

Insomma, lo stesso John Scalzi quasi se ne scusa nella postfazione:

Ho cominciato il 2020 con l’idea di iniziare a scrivere un romanzo [ma poi sono arrivati] pandemia, proteste, incendi, elezioni, disonestà, isolamento e sgradevolezza senza fine. Inoltre, a novembre e dicembre sono stato malato, di quello che ero sicuro fosse covid, anche se tutti i test mi dicevano che non lo era. […] Qualsiasi cosa fosse, mi ha ridotto il cervello in pappa e per più di un mese, letteralmente non sono riuscito a formulare un pensiero complesso. […] Perciò ho mandato al mio editore, Patrick Nielsen Hayden, un’e-mail in cui spiegavo perché non potevo più scrivere quel romanzo. […] È stato allora che il mio cervello si è ripreso e mi ha detto: «Ehilà, possiamo lasciar davvero perdere quella cosa vecchia? Perché in effetti avrei un’altra idea, con cui poco fa giocherellavo soltanto, UN’IDEA DEL TUTTO NUOVA; ma bene.» E l’intera trama di The Kaiju Preservation Society mi è saltata in testa, in una volta sola. […] Questo nuovo romanzo è una canzone pop. Vuole essere leggero e coinvolgente, con tre minuti di motivetti e ritornelli da cantare in coro, dopodiché continui la tua giornata, spero con un sorriso. Io mi sono divertito a scriverlo e avevo proprio bisogno che così fosse. Abbiamo tutti bisogno di una canzone pop di tanto in tanto, soprattutto dopo un periodo di oscurità.

Ecco, tutto questo ce lo dice John, ma poteva benissimo farne a meno: si sente perfettamente nella lettura!

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.