Premi Hugo e Locus, perché assieme in questo breve articolo?

Tanto per cominciare, qualcosa non sembra funzionare nel meccanismo dei Premi Hugo 2023.

È passato giugno e ancora non si sa quali siano le short list di quest’anno. Il premio dovrebbe essere consegnato in ottobre, anche se sembra impossibile trovare una data precisa.

Tutta l’organizzazione è in mano a un comitato di Chengdu, città cinese in cui dovrebbe svolgersi la manifestazione, ma il loro sito dedicato all’evento è quantomeno provvisorio, per non dire amatoriale.

Sul sito ufficiale degli Hugo Awards, è riportata una nota risalente al 21 maggio scorso, “Secondo un post sulla pagina Facebook di Chengdu del 19 maggio 2023, la “shortlist” sarà pubblicata all’inizio di giugno.”

Inutile dire che ciò non è successo e le poche risposte a questo annuncio di Facebook si esprimono tutte con frasi del tipo,

Io controllo ogni giorno e devo cominciare a leggere per poter votare!
Ci sono notizie sulle liste? A me serve un po’ per leggere e non c’è più tempo!

A un paio di queste richieste, risponde l’utente Chengdu WorldCon 2023 che si limita a dire, “Incrociamo le dita”, oppure “Un abbraccio.”

La cosa che più stupisce è tuttavia la mancanza di interesse per questa situazione da parte di gran parte dei tradizionali operatori di fantascienza americani e nel mondo.

Ho chiesto notizie in proposito al mio amico Robert J. Sawyer che è ospite d’onore a questa manifestazione e lui mi fa notare una recente uscita su Twitter che in effetti mi era sfuggita:

Pensiamo di pubblicare la lista dei finalisti alle nomination degli Hugo Awards 2023 per la fine di giugno. Al momento stiamo contattando uno a uno tutti gli autori per verificare la loro accettazione alla candidatura.

Nel momento in cui usciamo con questo articolo, nulla è cambiato!

***

Ma succede qualcosa che mi è sembrato interessante.

È sempre più diffusa la sensazione di appassionati che dichiarano di non riconoscersi nelle scelte dei Premi Hugo. Sicché, molti consigliano ai loro compagni di avventura di lasciar perdere gli Hugo e interessarsi ai Premi Locus, piuttosto.

Ora, Locus, quando l’ho conosciuto io, era nei primi anni Ottanta. Per ciò che si sapeva, Locus era solo una fanzine specializzata in notizie di fantascienza: scrittori, libri, novità. Ne avevo sentito parlare attraverso Vittorio Curtoni che ne faceva spesso cenno sulla sua rivista Robot riportando appunto le notizie da quel benemerito foglio della West Coast. Fin da quei tempi Locus è stato sempre molto informato e senza dubbio un punto di riferimento.

Intorno al 1980, mi è capitato di passare per San Francisco per lavoro e sapevo che la redazione di Locus aveva sede nella città di Oakland (California). Come succede ancora adesso: Locus Publications, 655 13th St. #100, Oakland CA 94612.

Forse lo sapete, ma per chi non lo sapesse, tra San Francisco e Oakland c’è solo un gigantesco ponte che attraversa la Baia. No, non è il Golden Gate, questo è un ponte molto più lungo e decisamente meno famoso. Non c’è pedaggio all’andata verso Oakland, si paga per tornare a S.F. a meno di non voler fare tutto il giro della Baia, il che è impensabile.

Avevo una macchina a noleggio e decido di fare un salto.

Premi Hugo e Locus: la redazione di LocusLa casa che corrisponde a quell’indirizzo oggi, non è quella che ricordo io, ma anche allora era una postazione davvero straordinaria.

Seguendo una mappa cartacea (all’epoca niente GPS) arrivo a tre numeri prima dell’indirizzo indicato, e la strada termina in un burrone.

Per fortuna passava da lì una postina su un automezzo senza porte e chiedo, “Dove posso trovare questo indirizzo?” La donna ridacchia e dice, “Mi segua.”

Scendiamo per una specie di orrido, poi risaliamo dall’altra parte ed ecco lì la continuazione della strada al di là del burrone.

La casa che io ricordo era a un solo piano, tutte vetrate, circondata da una foresta, in cima a un cocuzzolo e si poteva entrare attraverso un passaggio sospeso nel vuoto. Un ponte levatoio più o meno.

Busso, (come sempre in America sembra che non sappiano cosa siano i campanelli) e mi apre un uomo con la testa completamente avvolta nel pelo, tra grandi capelli, barba e baffi. In seguito, costui si rivelerà essere Charles N. Brown.

Dietro di lui un altro uomo che mi è sembrato più giovane e una donna, entrambi personaggi che non ho mai identificato con certezza.

Mi sembrava strano che quel posto fosse Locus!

Quindi, me ne assicuro chiedendo e tutti e tre me lo confermano.

Dico, “Non è facilissimo trovarvi, anche avendo l’indirizzo.”

Charles non è stupito, “Non sei il primo ad avercela fatta.”

È così che quel giorno ho pagato l’abbonamento a Locus, assicurandomi che lo avrebbero spedito in Italia e sono ritornato ai compiti per cui ero venuto a San Francisco, a proposito di programmi e di computers.

Ma adesso, per via dei ritardi di Chengdu, scopro che Locus Publications ne ha fatta molta di strada. Non solo come rivista, ma soprattutto come gestione dell’ormai più che prestigioso Premio Locus, di cui certamente parleremo in un prossimo intervento su queste pagine.

E vedremo tutto quello che sarà possibile appurare su queste persone che sembrano fare un gran bene alla fantascienza.

Website | + posts

nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.