Ettore uscì con passo deciso dall’ascensore, attraversò il pianerottolo e pensò: «Oh! Ma guarda! Mia zia ha cambiato zerbino. Che bello, con le farfalle!».

Diede una scampanellata decisa, e dopo qualche secondo gli aprì una bella ragazza con il naso sporco di marmellata e tutta profumata di fragola e vaniglia.

La osservò perplesso: «Ma a che piano siamo?», le chiese.

«Siamo al terzo. Lei è il nipote della signora Matilde, del secondo piano, vero? Mi scusi, ma mi si brucia la torta».

Lisetta, così si chiamava la pasticcera, scomparve di corsa in cucina, ed Ettore rimase impalato sulle farfalle davanti all’entrata.

«Venga, venga qui, gliene offro una fetta», lo invitò lei.

Ettore fece timidamente capolino nella cucina folk, allegramente disordinata. Sul tavolo vide una crostata sorridente, con uno smile di pastafrolla disegnato sulla marmellata di fragole che ancora bolliva, fumante di calore e profumo.

«Forse è troppo calda per assaggiarla ora», si rese conto Lisetta e chiese ad Ettore se aveva voglia di cocomero. Ne aveva uno bello fresco nel frigorifero.

Lui non rispose, ma fece cenno di sì con la testa. Era rimasto muto da quando le aveva chiesto a che piano si trovassero, assolutamente ipnotizzato dallo sguardo di Lisetta, profondo come la sua scollatura e morbido come la curva del suo seno sotto alla camicetta sporca di farina.

La ragazza tagliò due generose fette della cucurbitacea, ne porse una ad Ettore e affondò il viso in quella che aveva tenuto per sé, confondendo il colore della sua bocca con quello della polpa succosa e socchiudendo gli occhi, quasi come se il non vedere ciò che la circondava l’aiutasse ad assaporare meglio il frutto.

Ripensando a ciò che avvenne nei minuti seguenti, Ettore non si sarebbe mai spiegato come e perché si fosse comportato così impulsivamente e audacemente, e Lisetta non avrebbe mai capito come avesse fatto lei a permetterglielo con evidente approvazione. Fatto sta che, mentre le gocce di anguria lambivano il mento grazioso della ragazza, il giovane si lanciò sulla stessa fetta di lei, succhiando con voluttà cocomero e labbra femminili insieme. Poi, senza rendersi conto del cambio repentino di posizione, si ritrovò dietro Lisetta a baciarle il collo, mentre lei continuava a gustare il frutto di stagione che aveva tra le mani, e mentre lui le offriva il proprio frutto più intimo, trovando una calda accoglienza.

Tre settimane dopo, quando Ettore, come tutte le sere, suonò alla porta di Lisetta, la trovò agitatissima e misteriosa: non voleva assolutamente rivelargli il motivo del proprio turbamento.

Dopo un po’ bussò alla porta zia Matilde che piangeva e rideva contemporaneamente. L’anziana trascinò i due innamorati al piano di sopra e li guidò nella veranda. Lì trovarono in una grande cesta la gatta Pupa, che stava allattando cinque tenerissimi micetti bianchi e neri appena nati. Vicino a lei, l’orgoglioso padre, Gedeone.

Matilde era fuori di sé per la gioia. Era sempre stato il suo sogno avere la casa piena di gatti!

Lisetta abbracciò commossa Ettore e gli sussurrò: «Era per questo che mi vedevi emozionata stasera. Perché sta per succedere anche a noi».

Il giovanotto la guardò inebetito: «Anche noi ci riempiremo di gatti?».

«Ma no, sciocco! Anche noi saremo presto genitori. Avremo un bambino».

Ettore rimase muto, come quel giorno, quando aveva sbagliato piano mentre lei cuoceva la torta, ma non poté far a meno di sorridere, mentre stringeva la madre del suo bambino.

Quando gli umani si tolsero di mezzo, il dott. Dyno, il medico-iguana che aveva assistito Pupa durante il parto, uscì dal suo nascondiglio dietro alla cesta. Gedeone, lo abbracciò e stava per dirgli quanto gli fosse riconoscente, quando l’abitante del pianeta Sauron proclamò con aria da luminare della diagnosi: «Quella terrestre si sbaglia. Non aspetta un bambino. Ne aspetta due».

Zia Matilde si era dimenticata gli occhiali a casa del nipote. Tornò su di corsa per recuperarli, suonò il campanello, ma nessuno le aprì.

I due futuri genitori erano troppo occupati a… mangiare un cocomero.

Competenze

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Postato il

21 Aprile 2016

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