Le cinque vie credo sia il primo romanzo che Sergio Mastrillo ha completato da solo. Prima di questo lo avevamo conosciuto per un bell’esperimento di fantascienza sportiva, intitolato True Legends ed è stata per me la prima vera conoscenza con Sergio, ma in quella occasione si erano messi in quattro a comporre una saga calcistica, che credo non avesse precedenti.

In Le cinque vie gli altri componenti del collettivo, Riccardo Vezza e Salvatore Vita, hanno partecipato con una lettera e un canto fondamentali per l’intreccio, oltre al worldbuilding. Infatti, questo è solo uno dei tanti libri che fanno parte di un progetto che comprende altri romanzi e racconti scritti in solitaria, ma incentrati nella stessa cosmogonia.

Non si tratta per niente di un romanzo semplice, anche se è uno splendido romanzo d’avventura. Si capisce come sia nato da lunghe sessioni di scrittura e riscrittura, per via della tanta filosofia che Sergio ci mette dentro e ci fa ponderare.

Direi che non abbiamo un altro autore in Italia che sia così originale al momento. Per lo meno… Io ammiro la complessità della ricerca e della storia che Sergio Mastrillo è riuscito a mettere assieme in poco meno di trecento pagine.

Le Cinque VieSe vogliamo, l’unico difetto di questa storia è che non si adegua per niente ai metodi di scrittura né classici, né moderni. Il che chiaramente non è un difetto, se non perché la maggior parte dei lettori potrebbe dire semplicemente “non è male.” Mentre, invece, è molto di più.

L’Arcano Murdot-Hal, un monaco, o una specie di prete, come dice l’autore all’inizio, decide di mandare alcuni confratelli dal convento di Nurdeb, verso nord a investigare sul significato di un enorme masso che è caduto dal cielo.

Purtroppo, nessuno di quelli che erano partiti per la missione farà ritorno. Sicché, trascorso un tempo sufficientemente lungo, il monaco Murdot-Hal, decide di partire lui stesso, con il misero aiuto di una mappa incompleta e senza nessuna idea di cosa potrà trovare là fuori.

Si tratta infine di una sorta di Odissea, non certo di un normale romanzo di fantascienza. Direi più un insieme di Iliade e di Odissea.

Dei due capolavori di Omero pare di leggere di tanto in tanto qualche ricordo, come il gigante con un occhio solo, o le sanguinose battaglie del finale con l’intervento di un giovane dio del fuoco.

Il romanzo è ricco di episodi di viaggio, di battaglie, divinità e demoni mescolati a pensieri religioso filosofici. Sergio Mastrillo è un po’ un James Joyce che ripercorre Ulisse in un ambiente diverso. Se lo scrittore irlandese si muoveva nella città, Sergio si muove in un mondo immaginario, duro, gelido e quasi sempre mortale. Un mondo che non ci è del tutto nuovo qui a Nuove Vie, perché lo avevamo già intuito nella Leggenda del Principe Got.

  1. Sergio, hai messo tantissima filosofia in questo libro: quale è esattamente il tuo spunto?
  • L’elenco sarebbe troppo lungo. Sicuramente tutto ciò che riguarda il fatalismo, il determinismo e il sincretismo.
  1. Ho l’impressione che il testo sfugga parecchio dalla definizione di romanzo di genere. A mio avviso è un libro di avventura e filosofia. Che dici?
  • Qualcuno lo ha definito un romanzo di formazione. Avventura e mistero dell’ignoto sono sicuramente gli elementi trainanti. Antropologia, filosofia e teologia sono tra le colonne portanti di Nurdeb.
  1. Non credo di essere dell’idea di qualche tuo recensore: in pratica definisce ‘fantasy’ questo romanzo. Non credo lo si possa classificare così. Capiscimi, non dico che sia ‘non’ fantasy. Dico solo che a mio avviso è tutta un’altra cosa.
  • A volte l’High Fantasy può fare questo effetto. Comunque, non saprei definirlo con certezza. Magari avete ragione entrambi. Non saprei.
  1. Il finale, ho accennato, è una grandissima battaglia. Che senso ha per te tutto questo dolore, una sorta di catarsi?
  • Questo bisognerebbe chiederlo a Murdot-Hal. Io mi sono limitato a tradurre il suo diario postumo dalla lingua degli Adi. Dolore? Sì. Catarsi? Anche. Ma, soprattutto, penso che tutto nasca dall’esigenza di sprofondare per poi risalire. L’ascesi. Il Perfezionamento. Ecco!
  1. Chi ha preparato i disegni all’interno del testo?
  • Murdot-Hal, ovviamente. Sono gli appunti che prese durante quel viaggio. È per questo che sembrano delle semplici bozze. Avrei potuto rifarli meglio, ma ho preferito riportarli così com’erano con l’aggiunta di alcune parti tradotte.
  1. Le descrizioni tipo enciclopedia, di genere mistico e religioso, che a volte si dilungano anche su più pagine, secondo te non rischiano di disorientare il lettore medio?
  • Secondo me il punto di vista e lo stato d’animo del protagonista sono fondamentali per ottenere una certa verosimiglianza. Lui è un Arcano, e per questo è riflessivo e si perde spesso nella contemplazione, ed è visionario perché cerca continuamente la divinazione. Anche l’impostazione ricercata potrebbe rallentare il lettore, ma un Arcano, un monaco di alto rango, non poteva scriverlo diversamente.

Il romanzo è edito da Tabula Fati. Tra l’altro ha una copertina abbastanza diversa rispetto allo stile quasi sempre monotono preferito da questo editore.

Come di solito succede con Tabula Fati, invece, anche questo libro non è disponibile in versione digitale: questo temo possa essere un problema per alcuni lettori.

Le cinque vie

 

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.

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nasce a Latina nel 1976, da sempre appassionato scrittore, ma che solo recentemente ha scelto di lanciarsi nel mondo editoriale. Esordisce come coautore di “True Legends-Reclutamento”, un romanzo distopico pubblicato da Robin Edizioni nel 2019 e finalista del Premio Vegetti. Successivamente è difficile stare dietro all'esplosione dei suoi lavori...