Cosa è un antico nuovo?

In fantascienza si parla di qualcosa normalmente definito steampunk, vale a dire scrivere un racconto come lo avrebbe fatto Jules Verne, o magari H. G. Wells. Ma non sono i soli punti di riferimento.

Sono alcuni anni che quest’idea mi ha affascinato personalmente, tanto è vero che l’unico romanzo che ho scritto (Nuove Vie per le Indie) utilizza un linguaggio decisamente particolare e anticheggiante.

Anche ultimamente, a contrastare una fantascienza che in Italia sembra andare in tutt’altra direzione, alcuni curatori ed editori stanno esplorando l’antico fantastico per proporlo in una confezione moderna. Purtroppo, non sono ancora molti che fanno questo e per lo più temono l’ondata negativa di lettori in diminuzione, che sono abituati a un genere e a uno stile molto diverso.

Inizialmente, è probabile che l’operazione di recupero vecchi testi fosse suggerita dal fatto che esistono ormai migliaia di racconti del secolo scorso e addirittura precedenti, non più soggetti a copyright. È chiaro che non dovendo pagare i diritti, già si fa un bel risparmio.

Ma non è solo questo.

Mentre i lettori più giovani sono parte di un ambiente fantascientifico come ho detto, diverso, i vecchi lettori ricordano cose che vorrebbero forse rinverdire. Per esempio certi romanzi su Urania, o Galaxy, o i racconti di Galassia, o di altre riviste che non dovrebbero andare perduti.

Come ho anche recentemente detto, un benemerito di tale iniziativa è senza dubbio Luigi Cozzi, che poco per volta sta riscoprendo diversi scrittori e li ripropone con coraggio.

Purtroppo, in Italia non ci sono molti autori che scrivano steampunk!

Al momento sembrerebbe che lo stile più amato dai giovani scrittori (ma anche dai lettori?) sia qualcosa che parte dal cosiddetto Cyberpunk, per confluire sempre in un distopico che io trovo estremamente fastidioso. Come ha detto una volta Robert J. Sawyer, la fantascienza sta andando giù in una latrina.

Se vogliamo precisare un po’, come ho altre volte sottolineato, gli Autori italiani hanno da sempre preferito racconti e romanzi morali: come siamo mal messi, verso quale disastro stiamo andando, come l’uomo distruggerà il mondo, come combattere questa politica dittatoriale, la fine dell’umanità…

I primi romanzi italiani dichiarati (non quelli scritti con pseudonimi inglesi) avevano già questo stile.

Da questo cliché non mi pare che ci siamo mai molto spostati da che io ricordi.

Con Luigi Cozzi sottolineavamo che esistono autori vecchi, decisamente più interessanti di quelli moderni. Solo a volerli cercare!

In questo tipo di operazione, non è necessario fermarsi alla pura fantascienza, ma volendo includere tutta la letteratura fantastica, ho recentemente scoperto un autore americano di inizio secolo scorso, che scrive giallo-scienza: Arthur Benjamin Reeve (1880, 1936). Il suo personaggio Craig Kennedy Scientific Detective è sempre in coppia col giornalista Walter Jameson, dello Star.

Lo abbiamo presentato recentemente in un racconto su Cose da Altri Mondi intitolato La Mano Nera.

Il racconto è stato da me tradotto usando il ‘voi’ al posto del ‘lei’ proprio per dare meglio la sensazione del periodo, inizio secolo scorso.

Ultimamente, in tutte le mie realizzazioni steampunk, mi piace utilizzare lo stesso meccanismo: probabilmente è la nostalgia dei vecchi Urania!

Vedremo che cosa ci riserverà il futuro della fantascienza in Italia.

Per il momento, la mia sensazione è che il pubblico non sia pronto a questo passo verso l’antico nuovo. Non abbiamo fatto progressi rispetto a quel che io ricordo.

Ma non abbiate paura: forse il mio è solo pessimismo di un vecchio barbogio e allora abbiate pazienza.

 

Copertina tratta da Freepik.

 

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.