Sergio Mastrillo, scrittore e amico, pubblica proprio pochi giorni fa una sua considerazione su Facebook, che mi ha dato da pensare. Dice tra l’altro:

Ci ho messo anni per scrivere Le Cinque Vie, e quando ho capito che il romanzo non stava riscuotendo il consenso sperato, mi sono reso conto che la gente vuole leggere cose più alla portata, vuole divertirsi senza il fardello di crisi mistiche, filosofie complesse o digressioni nell’ignoto. La gente vuole restare nella zona di comfort o vuole semplicemente leggere in discesa.

Purtroppo, io non sono molto d’accordo con l’amico Sergio e, secondo me, si tratta di una crisi molto più grave di quella che lui configura.

Ovviamente, non appena lo dirò, spero di essere smentito da poderosi editori, o Editors, o operatori di vario genere, ma temo che invece la mia sia una sensazione giusta.

Ho in precedenza trattato la crisi nella fantascienza letteraria, non solo qui in Italia, ma anche all’estero. Per cui vorrei dire all’amico Sergio di stare tranquillo: non è forse il tema complesso del suo racconto a limitare le vendite, ma molto probabilmente qualcosa di completamente diverso.

Poche sere fa, sono venuti a trovarmi dei buonissimi amici, forti lettori, i quali non hanno resistito all’offerta un po’ fuori stagione della meravigliosa zuppa di cipolle che fa mia moglie: piatto che ha imparato direttamente interrogando i cuochi di Les Halles a Parigi. Fuori stagione perché ormai non sono più trovabili le cipolle bianche e quelle dorate non sono la stessa cosa!

Come sempre, a un certo punto della preparazione in tavola si viene a parlare di libri. E, come sempre, qualcuno degli amici mi rivela, che lui legge parecchio, ma rifiuta per principio di affrontare tutto ciò che sia di fantascienza! Sia chiaro, non ha niente contro i film, anche se a lui è piaciuto davvero tanto il film della Cortellesi,un autentico capolavoro!“, ma anche Dune, ammette, non è male…

Poi non gli è dispiaciuto “Il problema dei tre corpi“. Dico, “ti confesso che i tre libri mi hanno deluso,” la risposta: “Ah, perché? Ci sono dei libri? Addirittura tre?

Ovvio, lo dicono perché sanno benissimo per quale squadra io tenga! Probabilmente vorrebbero che io li convincessi di quanto sia bello leggere fantascienza, ma devo confessare che al momento non ho riportato alcuna vittoria.

Del resto, Sergio Mastrillo ha fatto il massimo per lanciare il suo romanzo. Non so che cosa abbia fatto Tabula Fati per facilitare le vendite: si tratta di un pool di editori (Edizioni Amicizia Cristiana, Edizioni Della Vigna, Edizioni Solfanelli, Edizioni Tabula Fati) che formano il Gruppo Editoriale Tabula Fati, di Elena Pelaccia.

Il fatto è che la dichiarazione dei miei amici è da tempo irrevocabile: “leggo tutto, tranne la fantascienza.”

Con tali premesse, mi domando che cosa sarebbe successo alla Divina Commedia, o a Odissea, se qualcuno li avesse classificati come fantascienza.

Ma anche Il Maestro e Margherita, la cui vena fantastica è preminente. A quasi tutto Buzzati, compresi i racconti. E Calvino: Il barone rampante, Il cavaliere inesistente, Le città invisibili

Come dice Simon McNeil nell’articolo di cui ho parlato all’inizio, “Penso che possiamo intravedere speranza per la fantascienza attraverso figure come Jeff Vandermeer, il cui lavoro spesso non viene collocato sugli scaffali della fantascienza.”

Esattamente ciò che hanno detto i miei amici di fronte a una zuppa di cipolle fuori stagione: c’è speranza solo se la fantascienza non è presentata come tale! Vale a dire, solo se loro credono di leggere qualcosa che non sia fantascienza.

 

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.