Il Cadetto è un romanzo recente di Pierluigi Elia, scrittore nuovo, ma non proprio nuovissimo, avendo già pubblicato per lo meno un romanzo storico.
Pierluigi, puoi dirci come nasci come scrittore?
Non sono uno scrittore nuovo ma neanche a tempo pieno, lo considero solo un passatempo mi occupo di tutt’altro. Un giorno grazie al fortuito ritrovamento di antiche lastre fotografiche in vetro e documenti d’epoca inizio un minuzioso lavoro di ricerca e dalle antiche foto emerge gradualmente la storia di un Ufficiale della Regia Marina Italiana, vissuto tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento la cui vita ed avventure mi appassionano ed affascinano al punto da comporre e pubblicare nel 2022 il volume TRA CIELO E MARE, basato su eventi e personaggi reali e di fantasia attraverso il racconto di una aristocratica famiglia tra guerre, politica e potere. Avventura nella storia d’Italia così amo definire questo romanzo.
Nel 2023 parte dell’eccezionale inedito patrimonio di inedite immagini viene raccolto in un volume fotografico dal titolo L’AMMIRAGLIO, che racconta la vita e le memorie personali di viaggio dell’Ufficiale della Regia Marina Italiana dalle Colonie Eritree al lontano Oriente fino ad Atene passando per la penisola italiana, un meraviglioso racconto per immagini di una vita in viaggio …
Con passate esperienze nel settore editoriale e grafico, curo personalmente la composizione grafica delle copertine dei volumi, l’impaginazione dei libri e la realizzazione dei video promozionali, banners, depliants, social post e locandine.
Il bagaglio d’esperienza acquisito attraverso il romanzo storico prosegue nell’esplorazione di altre forme di narrazione e di scrittura, spaziando tra lo spionaggio, il giallo noir poliziesco (collana OMBRE) ed il fantasy soprannaturale nonché la fantascienza.
Si sente che Il Cadetto non è completamente nelle tue corde; ci sono moltissime ingenuità relative al genere fantascientifico, che in effetti non si può inventare, se così posso dire.
Che ne pensi tu della fantascienza?
Ho letto moltissima fantascienza in special modo da ragazzo. Asimov, Bradbury, Anderson e tanti altri sicuramente avranno influenzato questo romanzo ma fino ad un certo punto. Oggi il mondo è cambiato, si può inventare ed anche molto …
La storia è leggibile con discreto piacere, anche se personalmente non amo il genere distopico. E qui, bisogna dirlo, è distopia a tutto tondo. Tutto ciò che ultimamente ha scandalizzato i fantascientisti woke e non woke, naturalisti, politically corrects e quanto altro possiamo immaginare tra i distopici moderni è qui rappresentato come fosse già avvenuto e con catastrofiche conseguenze. L’unica cosa che mi pare manchi è il riscaldamento globale e mi chiedo come mai.
Questa storia non sfiora neanche minimamente le culture e ideologie woke e/o il politically correct, non c’entrano nulla. Non è distopia ma è la storia del mondo che ci insegna che nel vecchio pianeta Terra ogni tanto c’è stato un periodo di glaciazione, qualche alluvione e qualcuno di tanto in tanto ha sganciato qualche bomba atomica.
Be’, che non sia distopia direi che non è esatto, anche se tu hai lavorato molto sull’avventura e questo è un pregio del romanzo, benché le trovate non siano del tutto originali: c’è il popolo guidato da Alex Toma, un intelligentissimo giovanotto che si ribella a una dittatura analoga a quella che si legge in 1984. Naturalmente, essendo Alex intelligentissimo è molto difficile, se non impossibile, acchiapparlo.
Allora, non vedo analogie con l’orwelliana storia distopica dal titolo 1984 in quanto oggi il controllo delle masse con strumenti tecnologici è divenuta una realtà e nel mio romanzo a capo del regime totalitario troviamo un computer. Semmai è Orwell che ha avuto il pregio di essere riuscito a prevedere cosa sarebbe successo nel futuro. Non vedo nulla di distopico.
Sai, distopico, in fantascienza, non significa per forza parlare di qualcosa che non è successo, ma potrebbe succedere: cioè di una previsione! È solo una ambientazione di scrittura e soprattutto non è una nota di disprezzo. La distopia, dunque, non è un male, ma solo un ambiente. Se vuoi, il tuo romanzo potrebbe essere anche classificato come Fantascienza apocalittica e postapocalittica.
Comunque, nella tua storia abbiamo una guerra che tra le distopie non poteva mancare: il nemico però non sono i marziani come è successo all’ingenuo Herbert George Wells, ma semplicemente dei cinesi. Qui trovo qualche imprecisione: l’imperatore ha un nome cinese (Xu Liang), mentre il suo luogotenente più fidato ha un nome giapponese (Masaru Hokinata).
Nel mio racconto le due fazioni che si combattono sono la Federazione, America ed Europa, occidentale, e l’Ordine che rappresenta l’est del mondo, l’oriente in cui sia la vecchia Cina che il Giappone sono confluiti. Nessuna imprecisione quindi. Altro esempio sono proprio i protagonisti: Alex Toma, chiaramente di origini italiane e Paul Foster proveniente dalla vecchia Inghilterra ma tutt’e due appartenenti alla Federazione.
Ah, ok. Be’, questa fanta-storia mi piace abbastanza. Infatti, da qui si prosegue con una bella serie di salti mortali e battaglie che tutto sommato rendono piacevole e movimentata la lettura. Poi ci sono due donne, una bella e traditrice, l’altra che si erge come la migliore tra i nemici, audace, bellissima e leale. I personaggi non sono ben evidenziati, perché in definitiva non fanno quasi nulla.
Ma i protagonisti principali sono due uomini: quello super intelligente (Alex Toma) e quello più normale, ma animato da amore per la giustizia, Paul Foster. Devo dire che i personaggi sono davvero pochi, perché tutti gli altri in pratica sono destinati a scomparire nel corso della storia come burattini di scarsa importanza, perché un po’ dimenticati.
Eppure il romanzo può risultare abbastanza piacevole, anche se (mi spiace ripetermi) le trovate sono decisamente logore: un territorio invivibile per via delle tante bombe atomiche lanciate ora e nel passato, una guerra fuori controllo, i robot che sono tutti e solamente cattivi e l’Intelligenza Artificiale che dovrebbe essere la protagonista e invece scompare abbastanza presto nella storia: una I.A. ovviamente mortale e invasiva.
La motivazione per cui l’umanità è controllata da un supercomputer è proprio perché i territori sono divenuti invivibili, non governabili. L’IA è la protagonista principale, il nemico. Forse ti è sfuggito qualche passaggio del libro, ma non farmi spoilerare troppo …
No, non mi è sfuggito, ma anche se qui non se ne può parlare, la trovata a cui accenni non è del tutto nuova. Proprio la gestione dei personaggi avrebbe potuto essere fatta in modo migliore, ma qui si vede la tua inesperienza come scrittore di fantascienza che, col tempo, diventerà esperienza migliore, visto che è già vivace.
Chissà: noi auguriamo molta fortuna a Pierluigi Elia.
Grazie della tua sincerità, ti invito a leggere altri miei libri
A proposito di Intelligenza Artificiale, anche la nostra copertina è stata suggerita da Microsoft Designer.