Oltre il buio, lo strano titolo scelto da Alex Martell per il suo nuovissimo libro. Scrittore super nuovo, che (come succede a molti) si è fatto per suo conto l’edizione.

Si tratta di un romanzo niente affatto banale: una vera space opera che si svolge in un futuro piuttosto lontano. E sappiamo come si sia a corto di Space Opera!

In questo caso la vecchia Terra, questa nostra astronave attuale, è miseramente finita in malora: colpa dell’Uomo ovviamente, ma su questo non siamo troppo originali.

La popolazione rimasta, pochi individui purtroppo, hanno costruito tre astronavi (credo di tipo generazionale, come idea iniziale) che sono partite lungo tre diversi bracci dell’universo.

Noi seguiamo solo una delle astronavi, quella chiamata Terra, che dopo molti anni di navigazione più o meno alla cieca, è capitata in un sistema solare in cui uno dei pianeti è piuttosto simile alla Terra originale. E lì si insediano!

Tutto questo in pratica non succede nel romanzo di Alex Martell, perché in realtà è già successo qualche secolo prima e noi vediamo solo una popolazione che sembra crescere bene, in un ambiente vantaggioso, che ha cominciato a costruire città, fattorie e produrre cibo in modo ottimale.

Ma allora?

Ecco, non mi è chiarissimo il motivo, ma i nuovi terrestri apprendono che quel pianeta non avrà vita lunga. Tra i documenti del recente passato, esiste però un contatto con un essere del tutto simile a un essere umano, ma certamente alieno: scavando tra quelli che pensavano fossero antichi ruderi, tutta la storia è venuta fuori.

Ecco che il romanzo si trasforma dunque in una ricerca spaziale di questo alieno, o di questa razza di alieni, sicuri che siano molto più avanzati di noi e che potranno dunque darci una mano nella gestione di questa mortale situazione.

I personaggi sono ben disegnati. I misteri sono ben gestiti. In definitiva si tratta dunque di un romanzo divertente.

Personalmente ho una sola eccezione a tutto questo: il finale fa presagire lo sviluppo di un seguito. Mi chiedo se ci sia qualcuno capace di scrivere un romanzo che non abbia bisogno di una continuazione!

Che mi dici Alex?

R.: La verità è che ho già scritto la fine di questa storia. Erano diversi anni che avevo questi personaggi nella testa. Avevo pensato a numerose storie su di loro. La prima era ambientata su un asteroide. Non ho scritto nessuna di quelle storie finché non ho pensato quella che è poi diventata Dopo il buio. Sentivo che si trattava di qualcosa che valesse la pena scrivere. Ma prima di cimentarmi nella scrittura di un libro intero, ho scritto un racconto. Volevo sperimentare i personaggi, leggerli e capire come erano fatti. Quel racconto è la conclusione dell’intera vicenda. Se si può dire che una conclusone esista. Dopo una storia, c’è sempre posto per una nuova storia. Il finale aperto l’ho voluto per dare al lettore la possibilità di metabolizzare la storia e immaginare lui il resto. Forse in futuro scriverò ancora libri ambientati in quell’universo. Forse parlerò ancora di Aurora.

Ma non si tratta solo di un romanzo di avventure: ritroviamo ben presto le battaglie tra militari e scienziati; violenti i primi, testardi i secondi. Tu come ti sei destreggiato tra queste due forze contrarie. Ci hai giocato e ti sei divertito parecchio direi.

R.: Una missione spaziale così complessa richiedeva la presenza di figure esperte in vari campi. Le diverse visioni del mondo e della missione portano inevitabilmente a dei conflitti. Mi è piaciuto molto scrivere il personaggio di Ryoichi Aoki (lo scienziato N.d.R). Al contrario Ernst Krieger (l’Ammiraglio N.d.R.) è stato più difficile da cesellare. Ho cercato di presentare sempre le diverse posizioni come farebbe un sostenitore delle medesime e poi lasciare che trionfasse quella più utile alla storia. I conflitti fra militari e scienziati non sono fini a se stessi. Tracciano la parabola dell’avventura, esprimendo le contraddizioni della società.

A mio avviso hai fatto molto bene il gioco di mettere nei guai la parte (diciamo) dei buoni, per poi trovare una brillante via di uscita. Tranne qualche volta, probabilmente perché la vita, si sa, è dura e non sempre si vince.

Ma, dovendo rivedere il romanzo, io sarei molto più vendicativo verso quegli idioti che noi sappiamo. Tu non credi?

R.: Pensavo di essere stato abbastanza cattivo. Alla fine, tutti pagano il conto, qualcuno anche fin troppo salato. È stato sfidante per me, inventare dei modi per contrastare i militari. Loro hanno la forza e le armi, controllano tutto. Come ci si può opporre a questo? Ryoichi e Arish (il politico N.d.R.), non si fanno spaventare dalla forza. Reagiscono portando il conflitto sul piano della ragione. Mettono in difficoltà Krieger e a volte lo spingono a tornare sui suoi passi. Purtroppo, non sempre ci riescono.

C’è una cosa che non mi è chiara: perché Oltre il buio?

R.: Devo ammettere che man mano che scrivevo il testo, non riuscivo a inquadrare il titolo. Alla fine, ho scelto questo, per dei motivi che ora spiegherò. I primi due titoli ai quali ho pensato, credimi, erano peggiori. Riguardo alle motivazioni per la scelta di Dopo il buio: le vicende del libro sono guidate dalla necessità di salvare tutta l’umanità da una catastrofe che sembra inevitabile. Un’oscurità, un grande buio che si avvicina minaccioso. Sopravviveranno solo coloro che sapranno andare oltre. Per questo Aurora, la protagonista è legata alla luce.

dopo il buioDove possono trovare il tuo libro i tuoi lettori?

R.: L’ho pubblicato su Amazon in formato ebook e cartaceo, per chi è abbonato a Kindle Unlimited è disponibile sul catalogo gratuitamente.

Ma, come mai scrivi fantascienza e che progetti hai?

R.: Scrivo storie di fantascienza perché mi piace il genere. Si abbina molto alla mia passione per la scienza e la tecnologia. Ho letto moltissime opere di Isaac Asimov, che è senz’altro il mio autore preferito. Un altro stile che mi piace molto è il ciclo di Dune, di Frank Herbert. Sono due autori diversi, ognuno mi parla di qualcosa che mi affascina profondamente. Asimov del destino dell’umanità e del rapporto che potremmo instaurare con delle creature senzienti come i Robot. Herbert si preoccupa della lotta per il potere. Esplora quello che succede fra esseri umani quando ci si spinge ai limiti per sopravvivere. Riguardo a me, ho in mente di scrivere altri libri in futuro e anche dei racconti. Magari non saranno proprio tutti di fantascienza, ci sarà qualche rara eccezione. Ho aperto un mio spazio su Substack, dove scrivo di fantascienza e ogni tanto pubblico dei racconti.

Ah, a questo proposito parliamone un po’… Substack non sapevo che esistesse. Descrivicela un po’.

R.: Substack è una piattaforma per la creazione di newsletter. Chiunque può iscriversi e creare una sua newsletter pubblicando i propri post, podcast, disegni o video. La piattaforma ti consente di diffondere i tuoi contenuti fra gli utenti registrati, inoltre c’è una parte social dove si possono leggere post e proporre i propri contenuti ad altri. Su Substack ho incontrato molte scrittrici, scrittori e lettrici e lettori. È un social ma sano. C’è una bella comunità di italiani. Mi sono iscritto a diverse newsletter e leggo molte cose interessanti. Purtroppo non di fantascienza. Per questo c’è la mia newsletter: “I libri di Alex Martell“.

Sì, non la conoscevo, ma non è una novità. Su questo stesso sito abbiamo parlato di Patreon, che è esattamente la stessa cosa, ma a livello internazionale: solo in lingua inglese.

R.: Rispetto ad altri social è una piattaforma spartana e ancora poco diffusa. Mi sono sempre trovato a mio agio. I post mandati via email sono mantenuti anche sul sito, quindi anche chi non è iscritto può recuperarli. È importante dire che la piattaforma permette di creare abbonamenti a pagamento e di gestire la promozione degli stessi. Io ho scelto di tenere gratuita la mia e penso che continuerò a farlo, così posso avere un rapporto diretto con i miei lettori.

Alex, descriviti.

R.: Nato nel 1974, nella vita di tutti i giorni sono un informatico. Ho la passione di inventare storie e a volte mi piace scriverle. Ho avuto esperienze in passato con quotidiani e riviste, ma il giornalismo mi attraeva solo per via della scrittura. Mi piace la fantascienza che abbino alla mia passione per la scienza e la tecnologia. Adoro anche i gialli, ma vengono in seconda posizione. Segue il fantasy e l’horror. Come autore vorrei concentrarmi soprattutto sul genere fantascientifico.

Molto bene, ti ringrazio, sia per il libro che è divertente, sia per aver introdotto questa piattaforma di divulgazione che seguiremo senza dubbio con te e con chiunque vorrà entrare in questa avventura. Come già seguo diversi autori americani e inglesi su Patreon.

Per cui, ci sentiamo non appena tu mi porterai altre novità.

 

 

 

 

 

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.

nato nel 1974, nella vita di tutti i giorni è un informatico. con la passione di inventare storie e di scriverle. Gli piace la fantascienza ha una vera passione per la scienza e la tecnologia. Adora anche i gialli, ma  in seconda battuta. Segue il fantasy e l'horror.