Sabato 20 agosto sono stati assegnati i Premi Hugo, al MidAmeriCon II tenuto a Kansas City, Missouri e anche quest’anno ci sono state polemiche. La maggior parte dei commenti negativi hanno riguardato un paio di gruppi definiti “di destra”, vale a dire i “Sad Puppies” (Cuccioli Tristi) e i Rabid Puppies (Cuccioli con la Rabbia). I responsabili di questi gruppi hanno pagato l’ingresso e il diritto di voto a un numero elevato di simpatizzanti, in modo da poter influenzare secondo le loro preferenze sia le selezioni, sia i premi.
La cosa non è in discussione: i gruppi esistono e hanno preparato una loro lavagna (slate) di titoli, come è possibile vedere sui loro siti: a questo link ci sono le preferenze dei Sad Puppies e qui quelle dei Rabid. Si noterà anche come le due selezioni si somiglino molto.
L’idea di “gruppo di destra” in America è in qualche modo limitato rispetto a ciò che si immagina da noi. In genere una persona è di destra se è razzista e misogina, cioè se ce l’ha con gli afro-americani e con le donne. A questo proposito mi piace sottolineare il complicato perbenismo degli statunitensi, per cui la parola negro è assolutamente vietata, ma ultimamente anche le espressioni “di colore” e “nero” (black) sono mal accettate. Credo di capire che le persone di colore in America debbano essere definite appunto afro-americane.
Mi ha sempre stupito il fatto che da noi sia diventato ineducato dire “negro”, anche se la parola in Italia non ha mai avuto un senso spregiativo. La stessa cosa in Spagna, dove la parola vuol semplicemente dire “nero”! Ma così va il political correct.
In Italia si considera di destra chi ha simpatie fasciste, il che comprende coloro che si dichiarano favorevoli alla guerra, tutti quelli che vogliono difendere il loro cortile con armi e bastoni, i ricchi imprenditori, o chi è troppo a loro favore, infine quelli che non sono decisamente dalla parte degli operai, o dei Centri Sociali. Bene, questo tipo di destrismo è decisamente più trasversale negli Stati Uniti. È vero che i gruppi (di destra in Italia) non sono granché ben visti nemmeno dai liberals americani, ma laggiù quasi tutti i cittadini hanno armi in casa e la bellicosità non è considerata particolarmente di destra. Per non parlare del rapporto con la ricchezza, che negli Stati Uniti è decisamente un valore, Il razzismo americano potrebbe essere equiparato all’odio per gli extracomunitari, da noi.
Questa lunga spiegazione per far capire meglio al lettore a che cosa si riferiscano le accuse di destrismo nelle polemiche americane e in particolare in occasione dei Premi Hugo.
[singlepic id=653 w=120 h=120 float=right]Ad ogni modo, i nemici di Sad e Rabid Puppies dicono che si tratta appunto di gruppi di destra che odiano le donne e gli afro-americani, anche se alcuni degli interessati affermano che “non è così.” Ciò è quanto afferma Brad R. Torgersen, scrittore che rappresenta i Sad Puppies.
[singlepic id=659 w=120 h=160 float=left]Per quel che riguarda invece il Capo dei Rabid, un certo Vox Day, (vero nome Theodore Beale) viene così definito in una scheda su Rational Wiki: “Theodore Beale, meglio noto come Vox Day è un autore di fantascienza, creatore di giochi, musicista, pseudo-liberal, contrario ai vaccini, razzista, apologeta cristiano, artista-seduttore, stalker, sostiene che i viaggi sulla luna fossero una truffa ed è un idiota a tutto tondo.” Dove la stessa fonte definisce un artista-seduttore come “un uomo (o, più raramente, una donna) che studi come migliorare il proprio tasso di successi con l’altro sesso adoperando modalità molto spesso scialbe e sessiste.”
Rational Wiki ha come missione quella di “analizzare e confutare la pseudoscienza e tutti i movimenti contrari alla scienza, documentare l’intero universo di idee balorde, esplorare l’autoritarismo e il fondamentalismo, analizzare e criticare il modo in cui tali soggetti sono trattati dai media.”
In verità pare proprio che Vox Day non riscuota troppe simpatie tra i liberali!
[singlepic id=660 w=192 h=120 float=right]Poi ci sono interessanti reazioni da parte dei grossi calibri. Secondo The Guardian, per esempio, George R. R. Martin ha affermato che nel contesto i Rabid Puppies sono stati “i veri vincitori … poiché se i fan tradizionali e i Sad Puppies sono in grado di esprimere idee proprie, il Rabid votano solo quello che qualcuno gli ha detto di votare.”
Martin ha poi precisato che il capo dei Rabid Puppies, Vox Day se l’è “giocata da furbetto” mettendo in nomination autori notissimi, “mescolati al diluvio della solita mediocrità e di alcune autentiche ‘cazzate’.” Gli autori famosi nominati dai Rabid erano Stephen King, Neil Gaiman e Alastair Reynolds. Secondo Martin sono stati inseriti “nella speranza che costoro si ritirassero dal contesto, [come è già successo l’anno scorso], o che alla fine si raggiungesse un verdetto di ‘non assegnato.’”
“Ma,” conclude George R. R. Martin, “ritirarsi è l’ultima cosa da fare. Questi scrittori debbono rimanere nel contesto: hanno scritto ottimi libri, belle storie, bei fumetti e non hanno nessuna attinenza con le selezioni dei Rabid. Questi Autori non sapevano niente di queste camarille. Perché punirli? Andar via solo perché Vox Day ha deciso di nominarli è da pazzi.”
Insomma, la scia delle polemiche successive all’assegnazione dei titoli è davvero corposa. Non ho intenzione di segnalare tutte le critiche, le rabbie, i malesseri dei vari partecipanti al dibattito in rete, ma mi piace comunque segnalare come già da subito le selezioni non siano state molto apprezzate. I commenti che ho raccolto personalmente erano generalmente molto delusi dai titoli in concorso. Mi sono sciroppato i cinque romanzi e in altra parte di questo blog potrete vedere (è storia recente) come l’uscita da tale esperienza non sia stata proprio entusiasmante. È vero che potrei essere considerato un critico non accreditato, tuttavia permettetemi, come lettore, di non essere per niente soddisfatto. Ha vinto “La quinta stagione,” che infatti avevo segnalato come meritevole del titolo, tuttavia se dovessi consigliare dei romanzi da leggere per un lettore che nulla sapesse di fantascienza, questo non ci sarebbe.
Quasi “tenera” la posizione di un sito che all’inizio mi aveva molto impressionato: Chaos Horizon. Per lunghi mesi sono apparse analisi; quali voti potevano essere stati influenzati dai Sad/Rabid e, in base a statistiche storiche, chi poteva vincere e con quale esito finale e via dicendo. Anche Chaos Horizon (come me) si concentrava soprattutto sui romanzi. Saputo il risultato, ecco il loro commento:
La vittoria della Jamisin è abbastanza sorprendente. Tra poco avremo a disposizione tutti i dati statistici, ma Uprooted possedeva tutte le tipiche caratteristiche per vincere: aveva vinto il Nebula, aveva vinto il Locus Fantasy, era molto più popolare della Quinta stagione nei numeri di Goodreads e Amazon. La vittoria della Jemisin dimostra l’imprevedibilità degli Hugo negli ultimi anni: i nuovi votanti hanno avuto una grossa influenza, poi c’è la violenta controversia verso i Puppy, il che praticamente ha mandato al diavolo le regole valide per i vecchi Hugo. Dopo dieci e più anni in cui chi vinceva il Nebula vinceva anche lo Hugo, dobbiamo dire che da qui parte una nuova era. Di sicuro la stagione dei premi diventerà più vivace, anche se Chaos Horizon e soprattutto io, piomberemo nel caos più nero.
Noi seguiremo lo stesso Chaos Horizon, anche se Brandon Kempner (il suo autore) è piombato nello sconforto. Per intanto dovrebbe essere abbastanza contento perché la fanzine per cui scrive molti dei suoi commenti (File 770) ha vinto un Hugo.
Ma finalmente, ecco i vincitori degli Hugo:
- Miglior romanzo (oltre le 40.000 parole): The Fifth Season di N.K. Jemisin (Orbit)
L’ordine in cui si sono piazzati i cinque finalisti è il seguente:- Fifth Season
- Uprooted
- Ancillary Mercy
- Seveneves: A Novel
- Cinder Spires: The Aeronaut’s Windlass
In questa clip abbiamo la possibilità di vedere Robert Silverberg (81 anni). Un grandissimo della fantascienza che assegna il premio al miglior romanzo. Ciò che scriveva lui, in genere, era meglio di ciò che si legge oggi. Questo è un giudizio personale, ma credo che molti possano condividerlo.
[singlepic id=656 w=120 h=145 float=left]Miglior romanzo breve (da 17.500 a 40,000 parole): Binti di Nnedi Okorafor (Tor.com) che vediamo nella foto a sinistra.
Miglior racconto (da 7.500 a 17.500 parole): Folding Beijing di Hao Jingfang, tradotto da Ken Liu (Uncanny Magazine, gennaio – febbraio 2015). Per la seconda volta un autore cinese agli Hugo. Una storia ben scritta, ma già sentita; in una Città pieghevole, quando una parte di città sparisce dietro a un piegamento, compare un’altra città che appartiene a una nuova piega. Come faranno due persone a ritrovarsi, se una abita nella Piega Numero 1 e l’altra nella Piega Numero 3?
Miglior racconto breve (meno di 7.500 parole): Cat Pictures Please di Naomi Kritzer (Clarkesworld, gennaio 2015)
Miglior saggio: Nessun premio assegnato.
Miglior fumetto: The Sandman: Overture testo di Neil Gaiman, disegni di J.H. Williams III (Vertigo): immagine a fondo pagina.
Miglior film: The Martian sceneggiatura di Drew Goddard, regia di Ridley Scott (Scott Free Productions; Kinberg Genre; TSG Entertainment; 20th Century Fox)
Episodio di serie tv: Jessica Jones: “AKA Smile” sceneggiatura di Scott Reynolds, Melissa Rosenberg e Jamie King, regia di Michael Rymer (Marvel Television; ABC Studios; Tall Girls Productions;Netflix)
[singlepic id=654 w=160 h=120 float=right]Curatore di collana: Ellen Datlow. (Nella foto qui a destra)
Curatore di riviste e antologie: Sheila E. Gilbert.
[singlepic id=652 w=120 h=174 float=left]Miglior disegnatore: Abigail Larson. (Nella foto qui a sinistra)
Rivista semiprofessionale: Uncanny Magazine curata da Lynne M. Thomas & Michael Damian Thomas, Michi Trota e Erika Ensign & Steven Schapansky (Vedi a fondo pagina)
Fanzine: File 770 a cura di Mike Glyer.
Trasmissione semiprofessionale (Fancast): Nessun premio assegnato.
Scrittore non professionista: Mike Glyer (quello di File 770)
[singlepic id=658 w=120 h=155 float=right]Miglior disegnatore non professionista: Steve Stiles. (A destra)
Premio John W. Campbell per autori esordienti: Andy Weir.
Ma in Italia che cosa se ne pensa di questi risultati? Apparentemente ancora niente. Ho chiesto al mio buon amico Giuseppe Lippi, curatore di Urania, un commento e lui mi ha detto testualmente: “Per gli Hugo di quest’anno non ho opinioni… Per farti contento, posso solo dire che l’afroamericana che ha convinto i codardi del World Fantasy Award a eliminare la faccia di Lovecraft dall’effigie del premio, ha vinto lo Hugo come miglior romanzo… Sì, credo proprio che sia lei!”
Una polemica: a molti è noto l’antico amore di Giuseppe per i romanzi e i racconti di Lovecraft. Immagino che si riferisse a questa notizia: in cui si afferma che “il consiglio del World Fantasy Awards in seguito a una ‘discussione’, ha deciso che la statuetta prevista come premio per i vincitori e rappresentante il volto di di H.P. Lovecraft, deve essere sostituita con altra immagine, poiché Lovecraft era fondamentalmente un razzista.”
Tuttavia credo che Giuseppe Lippi si confonda: la scrittrice che ha portato avanti la protesta dovrebbe essere Nnedi Okorafor, che ha vinto il premio per Binti, il migliore romanzo breve. Non “l’incolpevole” N.K. Jemisin, autrice del romanzo vincente.
Ad ogni modo, si dia inizio alle polemiche!
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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.