La mia collaborazione con Nuove Vie è cominciata quanto ho mandato a Franco il racconto S.E.T.H. della serie Star Minds. S.E.T.H. è l’acronimo per Super Enhanced Trans Humanoid, un avanzamento tecnologico della seconda generazione di Star Minds.
Se già in Angelo Tecnologico C’ell’andy aveva un corpo bionico (vedi Guardia del corpo cibernetica), dieci anni dopo la tecnologia si è ulteriormente evoluta.
Izzy-lee è l’ex ragazza di Shan-leo, figlio di Ker-ris, e a diciassette anni si è schiantata con lui nella sua macchina volante. Shan-leo ci ha rimesso il braccio, lei tutto il corpo.
La storia è stata ispirata da un’illustrazione di Maurizio Manzieri che diventata la copertina di Star Minds Next Generation Diaries.
Questa è la sua storia, divisa in quattro parti per comodità e illustrata dall’ottimo Silvano Beltramo.
Buona lettura.
S. E. T. H. (Parte prima)
prima cosa che si guastò fu la gravità artificiale. Uomini e macchine si ritrovarono a fluttuare senza nessuna sensazione di sopra o sotto se non fosse stato per i muri intorno a loro.
Gli allarmi scattarono sulla stazione spaziale conosciuta come Mondo SETH mentre la gente cercava di fermare la reazione a catena del malfunzionamento dei sistemi. Chiunque avesse bisogno di ossigeno per respirare si diresse il più velocemente possibile agli hangar, nuotando nell’aria sempre più rarefatta, in cerca di un’astronave per evacuare.
Izzy-lee aveva un corpo artificiale, perciò cercò di raggiungere il computer centrale con Alex per capire cosa stesse succedendo.
– Ho perso il controllo di Mondo SETH – annunciò la voce mesta del padre di Alex. – Temo che questa stazione spaziale sia condannata. È diventata la Morte Nera…
Izzi-lee sapeva solo vagamente di cosa stesse parlando. Alex le aveva detto che quando era giovane, il padre aveva visto un film dove c’era una stazione spaziale a forma e dimensione di una luna artificiale, che gli aveva fatto esclamare: – Un’altra galassia, un’altra era! Stiamo entrando le Guerre Stellari! – quando aveva visto Mondo SETH per la prima volta dieci anni prima.
– Questo non è un film di fantascienza Gaiano, dottor Da Vinci – fece Izzy-lee brusca. – I migliori scienziati Umanoidi della galassia lavorano qui! Dicci cosa possiamo fare.
– Andatevene, ragazzi.
– Non ti lascio, papà – ribatté Alex. – Che possiamo fare per invertire il processo?
– Niente, temo… Oh, cielo, sembro Alan Rickman quando ha dato la voce a Marvin il robot depresso nella Guida Galattica…
– Piantala, papà, non è il momento di scherzare! – scattò Alex. – Non sei venuto fin qui dalla Terra per essere distrutto da un malfunzionamento di sistema! Non ci sono caccia a X che stanno cercando di distruggerci in giro!
– Alex, sono così fiero di te. – La voce incorporea sospirò. – Izzy-lee, portalo via adesso. Non può trasformarsi in megarobot e salvare questo mondo artificiale.
Izzy-lee era una potente telepate Sire di cui tutti erano un po’ intimoriti, ma non Alex, che la amava e andò subito in modo-protezione anche se era quello che rischiava di più. Si ritrovò chiusa fuori dalla stanza del computer centrale, a urlare frustrata contro il testardo ragazzo che voleva sempre essere l’uomo in carica, o un eroe.
Vattene, ci rivedremo, trasmise Alex.
Se riusciva a scappare o caricava la mente sul computer o… Izzy-lee brontolò tra i denti e si diresse verso gli hangar. Abbassò il volume dell’udito prima di rovinarsi i sensori con tutti quei suoni intorno e si tuffò lungo il corridoio, afferrando un robot che aveva piccoli jet sotto i piedi.
– Portami alle astronavi – gli ordinò. Non poteva fare molto per la stazione spaziale, perciò tanto valeva andarsene e cercare aiuto altrove.
La navetta mutaforma di Izzy-lee fu l’ultima nave a lasciare la luna artificiale. Mondo SETH aveva quasi un secolo di vita, tollerato quando c’era ancora un Impero Galattico e ora, diciassette anni dopo la morte dell’ultimo imperatore, il primo e più importante laboratorio interstellare indipendente per la cibernetica e la robotica.
Era stato costruito come stazione orbitale nell’orbita di Serenaide, poi era stato trasportato in un altro sistema solare ed era diventato una piccola luna in orbita intorno a un sistema binario a eclissi, con una gigante rossa e una nana bianco-azzurra. L’esterno desertico, costruito con crateri e formazioni rocciose per sembrare naturale, aveva ombre bicolori da entrambi i soli.
Mondo SETH terminò la sua vita in maniera ingloriosa, come una palla di fuoco che si espandeva ad altissima velocità per poi svanire in un lampo azzurro, i frammenti vaporizzati nell’esplosione silenziosa. Gli spettacolari effetti fluorescenti si dissolsero rapidamente dagli schermi di Izzy-lee e mentre le comunicazioni con le altre navi svanivano, il silenzio invase la navetta che si allontanava rapidamente dalle impassibili stelle.
Izzy-lee si lasciò cadere sul sedile da pilota con uno sbuffo molto biologico. Dieci anni di corpo artificiale, e la mente ancora la faceva reagire come se fosse di carne e sangue quando era sotto pressione. Aveva perso il contatto con Alex, che probabilmente aveva caricato la mente sulla megarete per mettersi al sicuro. Poteva solo aspettare finché lui non la ritrovava e scaricava la mente in un luogo fisico temporaneo finché lei non riusciva a fargli ricostruire un corpo artificiale.
Gli scienziati che vivevano e lavoravano su Mondo SETH le avevano dato una nuova forma quasi perfetta come la precedente, che era uscita dai Vaurabi Labs: lunghi capelli bruni, pallidi occhi verdi e pelle chiara su una figura dal seno di taglia decente e gambe relativamente lunghe che faceva girare la testa a molti.
Avrebbe dovuto tornare a casa, soprattutto adesso che Mondo SETH era scomparso. I Sire avevano di nuovo la tecnologia più avanzata della galassia. Potevano dare ad Alex un’altra forma androide come quella che avevano dato a lei dieci anni prima.
A ventisette anni, Izzy-lee era ormai una SETH completa. L’acronimo stava per Super Enhanced Trans Humanoid, Umanoidi dal corpo aumentato per superarne i limiti biologici. Aveva mantenuto le sue abilità mentali nel corpo bionico, anche se all’inizio non era stata cosciente del cambiamento.
A ventidue anni aveva scoperto la verità: il suo corpo originale era andato distrutto durante un incidente con la macchina volante quando lei aveva diciassette anni, e i Vaurabi Labs le avevano fornito un corpo artificiale che era la copia esatta di quello biologico.
Lo aveva scoperto solo perché si erano interrotte le mestruazioni, e quando era andata da un ginecologo, lui le aveva detto che lei non aveva più un corpo biologico. Il suo ex Shan-leo (che era con lei durante l’incidente, ma ci aveva rimesso solo un braccio) l’aveva aiutata a vedere le possibilità infinite di un corpo non biologico aumentato.
Così si era trasferita su Mondo SETH e si era unita alla folla di SETH e altri Umanoidi che lavoravano per creare l’essere post-umano, e dato che veniva dall’ex pianeta Imperiale e aveva il miglior corpo androide che fosse mai stato costruito, era stata accolta a braccia aperte. Al contrario dei tanti cyborg della galassia, sembrava completamente umana.
Così aveva conosciuto Massimiliano Da Vinci, detto Max, uno scienziato di Gaia che si era trasferito su Mondo SETH circa dieci anni prima e che ormai era una voce senza corpo nel computer principale di Mondo SETH. Suo figlio Alessandro, accorciato in Alex, aveva un anno più di lei e portava un esoscheletro per sostenergli il corpo rovinato da un brutto incidente motociclistico su Gaia, o la Terra, come veniva chiamata adesso.
Gli scienziati, guidati da Max, avevano studiato la sua forma fisica e poi avevano deciso di replicare il processo costruendo due nuovi corpi artificiali sia per Alex che per Izzy-lee, che era stufa di dimostrare diciassette anni ed essere trattata come una ragazzina.
Alex e Izzy-lee erano stati completamente scannerizzati e i computer avevano lavorato sulle loro forme in 3D. Nel caso di Izzy-lee, avevano elaborato l’invecchiamento della forma bionica, in modo da farla sembrare più grande ma sempre lei, mentre per Alex avevano replicato il processo che era stato usato su di lei.
L’unico aumento per Alex erano stati i trasmettitori radio interfacciati in modo da permettergli un minimo di telepatia. Izzy-lee non aveva richiesto aumenti. Il suo e quello di Alex erano i corpi bionici più apparentemente naturali di Mondo SETH.
Né lui né lei sembravano cyborg, entrambi erano Umanoidi, ma non avevano bisogno delle cose di cui avevano bisogno gli esseri organici. La tecnologia era autosufficiente e virtualmente immortale, il che era un aumento sufficiente per entrambi. Sarebbero stati morti o storpi se non avessero avuto quelle protesi totali per mantenere in vita i cervelli.
E ora era sparito tutto. Il corpo nuovo di zecca di Alex, e Mondo SETH. Izzy-lee si chiese quando avrebbe rivisto Alex. Sapeva che la mente di lui era probabilmente al sicuro da qualche parte nella megarete, e anche se si era innamorata di ciò che c’era nella testa di lui, più che del corpo danneggiato, preferiva stare con lui nel mondo reale che in quello virtuale. Non voleva rinunciare al corpo fisico e sperava che anche lui ne avrebbe voluto uno nuovo.
– Connessione con la megarete fallita – disse il robot con voce piatta.
– Accidenti – brontolò lei tornando alla realtà. Doveva raggiungere un sistema solare civile al più presto. – Rotta per Marc’harid – istruì il computer. – Energia necessaria?
– Questa non è una navetta interstellare – obbiettò il robot.
– Lo so, ma non mi serve respirare né mangiare – ribatté lei. – Modificare navetta per massima energia ai motori.
Il computer obbedì. La nanotecnologia della piccola astronave lasciò appena una bolla per contenere il cruscotto e i due esseri non biologici e trasformò tutto il resto in energia per lanciare la navetta verso il sistema solare di Marc’harid.
Nonostante la risistemazione delle nanoparti, Izzy-lee arrivò appena oltre la Mega Arena, la stazione spaziale grande quasi come un pianeta che conteneva il teatro più grande della galassia e le strutture annesse, e che aveva un’orbita leggermente più ampia del pianeta Marc’harid. Sbuffando, ordinò al computer di riassumere l’aspetto di una normale navetta a corto raggio mentre sintonizzava la radio su astronavi in arrivo.
La Titanium Hammer veniva da Alahairo con un carico di merce per i Sire e lei li contattò.
– Stavo tornando da uno spettacolo alla Mega Arena quando la navetta mi si è guastata… potete darmi un passaggio?
Per fortuna la nave cargo non era completamente carica, così le permisero di attraccare nella loro stiva. Lei disse che non avrebbe lasciato la navetta, dato che il pianeta era vicino e non aveva voglia di indossare la tuta spaziale per raggiungere il resto della nave. Il che non era proprio vero, ma non aveva voglia di socializzare. Sapeva che tutti erano nervosi in presenza di una telepate Sire, così pensò di risparmiare loro il problema.
La Titanium Hammer atterrò allo spazioporto principale e Izzy-lee li ringraziò. Utilizzò l’ultima energia per portare la navetta ai Vaurabi Labs dove poteva essere rifornita e riparata dopo il lungo viaggio interstellare. I tecnici scossero la testa nel vedere lo stato della navetta. Aveva usato la tecnologia fin quasi al punto di rottura.
“Meno male che non ho bisogno di respirare” pensò lei lasciando la navetta e il robot con i tecnici e dirigendosi agli uffici dei Vaurabi Labs. Prima doveva parlare con le persone che le avevano dato il corpo artificiale, poi forse sarebbe riuscita a rintracciare Alex. Se erano fortunati, Alex aveva già scaricato la mente in un corpo temporaneo ai Vaurabi Labs.
Si diresse spedita all’ufficio del capo del reparto cibernetica, un Ypsilantiano quarantenne che la fissò stupito.
– Buongiorno, Faka Sumirasko – disse lei sedendosi decisa davanti a lui. – Sono certa che hai sentito parlare della dipartita di Mondo SETH.
– Siamo stati inondati dai dati di Mondo SETH – rispose lui sorpreso. – Ci stiamo ancora lavorando. Sei una SETH?
– Sono Izzy-lee, Mondo SETH mi ha dato un nuovo corpo – rispose lei.
Lui le lanciò un’occhiata ammirata.
– Ottimo lavoro. Sono diventati veramente più bravi di noi.
– Sì, be’, non è rimasto nulla. Vorrei che tu preparassi il corpo per un ragazzo, ma prima devo trovare la sua mente. Chi può aiutarmi a localizzarlo?
– Ah, probabilmente Lyssa. Viene da Mondo SETH ed è la nostra esperta di Mind Upload.
– Intendi Lyssa Wright? – Izzy-lee alzò gli occhi al cielo. La ex di Alex, un’insignificante telepate il cui padre aveva caricato la mente nel computer prima di Max Da Vinci e ci si era perso. – Non sapevo fosse qui.
– Era l’assistente del padre – rispose Faka Sumirasko. – È diventata esperta sul campo. Vuoi che la chiami?
– Per favore. – Izzy-lee non voleva rimanere sola con Lyssa. Non poteva leggere la mente schermata di Lyssa e pensò che fosse meglio avere testimoni quando incontrava la ex di Alex.
Lyssa arrivò qualche minuto dopo.
– Ciao, Izzy-lee – salutò senza sorridere. Non era cambiata in tre anni, sempre insignificante e con gli schermi mentali alzati. – Se stai cercando la mente di Alex, l’ho perso nel diluvio di dati da Mondo SETH. L’ho colto per un attimo, ma poi è svanito. Ti servirà un vero esperto per rintracciarlo.
– Dannazione – brontolò Izzy-lee. – Non lo stai facendo apposta, vero? – Guardò storto Lyssa.
– Alex era mio amico prima che tu entrassi nelle nostre vite. Ma si è innamorato di te. E ho trovato qualcuno da amare quando ho lasciato Mondo SETH, quindi no, non lo sto facendo apposta. Sono molto preoccupata per lui anch’io. Non voglio che svanisca come mio padre. Infatti stavo per chiedere a Markandeya di coinvolgere l’Hacker. – Lyssa fissò decisa Faka Sumirasko che annuì, assorto.
– Suppongo sia l’unico modo – disse. – Non gli piace lavorare con altri, ma dato che siete entrambe femmine, penso che farà un’eccezione. E poi adesso ha un apprendista.
– Quindi non è più un recluso come prima? – chiese lei divertita. – Ottimo. Fammici parlare. Devo chiamare Shan-leo per l’autorizzazione a preparare il corpo androide?
– No, ma devi farci avere le specifiche. Se sono state caricate sulla megarete prima della distruzione di Mondo SETH, potremmo lavorare da quelle.
– Sicuramente, cerca il corpo di Alex Da Vinci tra i dati ricevuti da Mondo SETH. Vedi anche se riesci a trovare traccia di Max Da Vinci, anche se aveva caricato la mente sul computer centrale e si era liberato completamente del corpo.
– Anche Max è andato – disse Lyssa. – Come mio padre. Penso di sapere dove sono le specifiche del corpo di Alex. – Si voltò verso Faka Sumirasko. – Te le mando appena abbiamo parlato con l’Hacker. Andiamo, Izzy-lee.
L’Hacker aveva dimenticato da tempo il suo vero nome. Era un uomo alto e magro di età indefinita. Aveva i capelli grigi e portava gli occhiali. Tutto in lui dava l’impressione di lunghezza: viso lungo, braccia lunghe, mani con dita lunghe, gambe lunghe. Eppure passava la maggior parte del tempo accartocciato sulla sedia.
L’apprendista era un ventenne con lunghi capelli neri e l’aria da cattivo ragazzo. Sia l’Hacker che il suo apprendista erano molto occupati a smistare i dati trasmessi dal computer centrale di Mondo SETH, un lavoro sia eccitante che frustrante, perciò furono felici dell’interruzione.
Il giovane, che si chiamava Wim Drake, lanciò un’occhiata ammirata a Izzy-lee che gli sorrise. Gli lesse nella mente indifesa che era il ragazzo di Dadina e si chiese cosa lui avesse trovato in quella stronza della sorella adottiva del suo ex Shan-leo. Se non fosse stata così preoccupata per la sorte di Alex, Izzy-lee avrebbe dato una possibilità a Wim, se non altro per far dispetto a Dadina.
La voce dell’Hacker era roca per lo scarso utilizzo, ma fu felice di incontrare una SETH. Le chiese della realtà virtuale che era così perfetta su Mondo SETH ma era temporaneamente scomparsa dalla megarete.
– La mente nel computer centrale è sparita – disse lui con un sospiro quando lei gli chiese cosa avesse scoperto. – Mi confermi che era una mente biologica che teneva tutto insieme?
– Sì, prima il padre di Lyssa e poi un neuroscienziato Gaiano avevano caricato la mente sul computer centrale. Apparentemente la nuvola è immensa e molto attraente, ma Max era riuscito a rimanere su Mondo SETH, finché non è esploso.
– E si era liberato del suo corpo?
– Stava invecchiando male, con artrite precoce e altri problemi, quindi sì, se n’è liberato. Ma aveva creato un magnifico corpo androide per il figlio che era rimasto tetraplegico dopo un incidente.
Lyssa gli disse come il padre aveva rinunciato al corpo per perdersi nella realtà virtuale, il che colpì molto l’Hacker.
– Ma Alex è appena passato per la nuvola – aggiunse. – E conosceva i rischi, perciò probabilmente ha cercato un posto fisico dove scaricare la mente. Sia il suo che il cervello originale di Max sono stati distrutti, ma la copia sulla megarete era probabilmente uguale a quella biologica.
– Quindi sei una SETH? – chiese Wim mentre l’Hacker lavorava. – Cosa è rimasto del tuo stato naturale?
– Solo il cervello e sono una Sire – rispose lei con un sorriso malizioso.
– Oh! Scusa – disse lui mentre i pensieri erotici svanivano dalla sua mente nello scoprire che le curve perfette erano macchine e tecnologia. – Ma hai le sensazioni di un corpo vero, no?
– Come se fosse ancora il mio sacco di ossa – assicurò lei. – A parte che non ho bisogno di mangiare. O di respirare.
– Fico! – Lui aveva un bel sorriso con la fossetta sulla guancia. Izzy-lee non era stupita che Dadina si fosse innamorata di lui.
– Lyssa ha ragione, Alex non è più nella nuvola – annunciò l’Hacker, richiamando la loro attenzione. – Ha scaricato la mente in un oggetto fisico o un corpo robotico.
– Dove? – chiese Izzy-lee preoccupata. – Doveva contattarmi, ma…
– Non ha avuto tempo. Nemmeno Lyssa è riuscita a beccarlo. Ha trasmesso la mente sul pianeta natio. Vai sulla Terra, suo padre lavorava all’IIT. Alex ha contattato i colleghi del padre per farsi aiutare.
– Ah. – Izzy-lee non fu tanto contenta di sentire ciò. – Meglio che affitto un’astronave interstellare – brontolò. Dubitava che avessero già riparato la navetta. – Grazie. – Carezzò la guancia dell’Hacker, sentendo tutte le sue rughe. Stava invecchiando male, come il padre di Alex. – So che non dovrei dirtelo, ma la realtà virtuale è fantastica – fece divertita. – E sono certa che Wim può fare il tuo lavoro. E poi sarai comunque in grado di comunicare con lui o chiunque altro dalla nuvola. A meno che non decidi di sparire, naturalmente. La scelta è tua.
L’Hacker offrì uno dei suoi rari sorrisi.
– Grazie, Izzy-lee. Buona fortuna con la tua ricerca.
– Se ti serve altro aiuto, non esitare a contattarci – aggiunse Wim con un sorriso malizioso. Il giovane hacker amava il suo lavoro, ma non era asociale come il maestro. Non si sarebbe liberato del suo bel corpo tanto presto.
– Mi dispiace di non aver potuto aiutare Alex – disse Lyzza mentre uscivano dalla stanza dell’Hacker. – Suppongo che il canale con la Terra era libero mentre noi eravamo sommersi di dati…
– Purchè la sua mente sia al sicuro offline. – Izzy-lee alzò le spalle.
Lyssa la fermò in mezzo al corridoio.
– Izzy-lee. Non sono la tua rivale. Sono io quella che dovrebbe non fidarsi di te. Smettila di essere così ostile.
– Non sono ostile – brontolò Izzy-lee rifiutando di guardare Lyssa. – Devo andare sulla Terra e trovare Alex.
Lyssa sospirò.
– Ve bene. Quando tornate qui, vi presento Yoshio.
Sorpresa, Izzy-lee guardò Lyssa che finalmente sorrise.
– Te l’ho detto che ho un ragazo. Vai a prendere Alex. Siamo qui, quando avete fatto. Aiuterò Alex a scaricare la mente nel corpo artificiale e poi possiamo vivere tutti felici e contenti.
– Grazie. – Un po’ sollevata (sperava sempre che Lyssa abbassasse gli schermi, ma non osava chiederlo), Izzy-lee andò a cercare un’astronave a noleggio per andare sulla Terra.
CONTINUA…
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