L’uomo delle pulizie è un racconto originalmente scritto per essere pubblicato su Cose da Altri Mondi, dove Giorgio Sangiorgi, principale editor e selezionatore delle Edizioni Scudo, collabora più attivamente. Sono stato io che ho chiesto a Giorgio se gli sarebbe dispiaciuto di essere pubblicato su Nuove Vie, sito con un taglio leggermente più letterario di Altrimondi. Questo nel tentativo di farlo conoscere anche a chi ama soprattutto leggere di fantascienza. Altrimondi è il regno di Vanni Mongini e lì troverete Fantascienza di molti tipi. Soprattutto il cinema. Ditemi che ne pensate!

 

Paul Vance aveva poco meno di diciotto anni quando si presentò a un colloquio per il ruolo di uomo delle pulizie in una ditta di trasporti di Cleveland. Dopo un poco di anticamera, si ritrovò di fronte a due esaminatori, il proprietario della ditta e un amministrativo che a volte svolgeva le funzioni di responsabile del personale.

Quest’ultimo, a un certo punto, ebbe l’idea di chiedergli cosa faceva nel tempo libero e Paul diede loro una strana risposta: «In verità navigo nello spazio, con l’aiuto della fantasia e di un piccolo telescopio che mia madre mi ha regalato quando ero piccolo.»

I due restarono interdetti per qualche istante e poi scoppiarono in una grassa risata.

«Allora,» fece il proprietario, «perché non unisci l’utile al dilettevole e vai… a pulire i cessi dell’osservatorio!»

E giù tutti e due a ridere, dandosi pacche sulle spalle, contenti della “simpatica” arguzia che il capo dei due aveva saputo inventare. Tuttavia, quando poi si girarono verso il candidato, lui era sparito.

In verità, il loro grasso umorismo era stato per Paul una sorta di rivelazione e, in capo a due settimane, era riuscito a farsi assumere come uomo delle pulizie presso l’Osservatorio Astronomico cittadino.

***

Anni dopo Frank Forbes era in visita presso quell’istituzione. Suo padre Leopold, un magnate della carta stampata, era stato tra i principali finanziatori dell’Osservatorio e, in particolare, la sua donazione aveva consentito la costruzione del planetario annesso che aveva svolto un’importante azione di stimolo culturale nella città, favorendo la divulgazione scientifica.

Una delle principali occupazioni del rampollo di casa Forbes, quindi, era ora visitare le tante istituzioni sostenute dalla Fondazione voluta da suo padre, per accertarsi che i finanziamenti della medesima fossero ben spesi.

Un po’ per caso si ritrovò a incontrare una scolaresca che da qualche tempo veniva regolarmente in visita al planetario, per delle ricerche scolastiche. Un po’ per scherzo, un po’ per imbarazzo, Frank chiese ai bambini chi fosse secondo loro il più grande conoscitore delle stelle che avessero incontrato tra quelle mura e i bambini, senza esitazioni, risposero che era il signor Vance.

A quel punto lui chiese perché lo ritenessero così dotto in materia e uno dei bambini disse: «Perché è l’unico che risponde sempre alle nostre domande in modo comprensibile.»

Incuriosito Frank si girò verso il suo cicerone, un certo James Spencer, e chiese: «Non è che posso incontrare questo pozzo di scienza?»

Spencer, nel rispondere, parve un po’ imbarazzato: «Ma veramente, il signor Vance, non viene mai prima delle 17, 17,30…»

«Capisco,» fece Frank, «arriva tardi perché è sempre impegnato di notte all’Osservatorio.»

«No, no…» rispose Frank, sempre più in difficoltà. «Viene a quell’ora perché… gli uffici chiudono e lui può fare le pulizie.»

«Mi sta dicendo che si tratta dell’uomo delle pulizie?»

«Esattamente…»

«Ma che storia è questa?!»

«In verità,» ammise James, «non posso essere molto esaustivo sull’argomento perché io lavoro qui da poco tempo. So solo dirle che i miei colleghi più vecchi hanno molta stima di quell’uomo. E…» parve incerto se aggiungere ciò che poi gli sfuggì, «a volte chiedono il suo consiglio.»

Sempre più intrigato, Frank se ne andò a pranzo, ma ritornò verso l’orario di chiusura e chiese che gli mandassero il signor Vance non appena fosse arrivato. L’uomo, come sempre , fu puntualissimo e, subito dopo essersi messo la sua tuta da lavoro, un po’ frastornato si ritrovò in un ufficio di fronte a Forbes.

«Mi sa dire perché qui tutti, nonostante il suo evidente ruolo, la ritengono una sorta di decano dell’astronomia?» gli chiese quest’ultimo, dopo qualche inevitabile e necessario convenevole.

L’altro ci pensò su un attimo e poi rispose: «Forse… forse perché sono l’unico qui ad aver letto quasi tutti i ventimila volumi della biblioteca astronomica dell’edificio.»

«Sono sorpreso. E quando ha trovato il tempo per leggere tutti quei libri?»

«Beh, fin da quando sono stato assunto, tanti anni fa, io faccio il mio turno di pulizia e poi passo il resto della notte a leggere.»

«E quando dorme?»

«Beh, di giorno, come tutti i lavoratori notturni.»

«Complimenti, sono impressionato,» fece Frank. «Ma, immagino che lei non abbia un titolo di studio; come ha fatto con la matematica? È un duro scoglio per chi vuol intendersene di astronomia.»

«È vero, ha ragione,» ammise Paul. «Quel periodo è stato duro e ho dovuto andare a lezione da un mio amico che insegna matematica al liceo. Per le basi… poi le cose sono filate lisce. E, per il resto… poi ho scoperto che su all’osservatorio, di notte, gli scienziati non vedono l’ora di chiacchierare con qualcuno che si interessa al loro lavoro e che li capisce.»

«Comprendo, in parte…» rifletté Frank. «Ma una cosa non la capisco. Lei ormai è un uomo colto, come mai è ancora qui a fare le pulizie?»

«Non è ovvio?» fece l’altro con un largo sorriso. «Mi mancano ancora mille e cinquecento libri per completare la lettura di tutta la biblioteca. Dopo di che, sono pronto per la pensione.»

Ci fu un istante di silenzio in cui si sentì nettamente un forte sospiro di Frank, poi quest’ultimo disse: «Ah, congratulazioni. E cosa farà quando sarà in pensione?»

L’altro lo guardò tutto contento.

«Sa, per questo frangente bisogna essere organizzati in anticipo, se non si vuole subire una sorta di trauma…»

«Vero, quindi lei si è già organizzato…»

«Certo. Ho fatto domanda come guardiano notturno volontario alla biblioteca di Storia Naturale.»

 

Testo e copertina © Giorgio Sangiorgi 2022 

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Sangiorgi lavora e vive a Bologna. Dopo un esordio nel campo del fumetto, ha vinto alcuni premi letterari locali per poi diventare uno degli autori e dei saggisti della Perseo Libri Il suo libro "La foresta dei sogni perduti" ha avuto un buon successo di pubblico. Ora pubblica quasi esclusivamente in digitale e alcuni suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati in Francia e Spagna.