Il guaritore giapponese è un altro dei racconti prodotti da Christopher T. Dabrowski, il nostro amico polacco che da tempo collabora attivamente con Nuove Vie. Vista la qualità e la fantasia di queste brevi storie ci viene spontaneo domandarci come mai in Italia non ci sia la medesima spontaneità.
Scendendo dal taxiplano, mi guardai attorno, anche se per tutta la corsa avevo controllato che nessuno mi seguisse e infatti ero sicuro.
Tuttavia, stavo per commettere un crimine e quindi preferii controllare bene.
Mi fermai davanti alla porta.
Non notai alcun dispositivo di segnalazione presenza. Nemmeno un reperto del passato tipo un campanello.
Stavo per bussare quando, stranamente, la porta si aprì da sola.
Davanti a me c’era un asiatico con la lunga barba grigia.
— Buongiorno, signor Yamamoto.
Il vecchio si limitò ad annuire facendomi cenno di entrare.
l’ultima volta che mi ero rivolto a lui, un anno prima, la guarigione era ancora legale e Kazumi Yamamoto disponeva di un grande studio moderno.
Oggi, invece, fui accolto in un ambiente vecchio, pieno di oggetti vecchi e odorante di muffa e incenso.
— Ho di nuovo un tumore — annunciai.
— Lo so, non importa. Egli sarà curato.
— Ti voglio ancora ringraziare per come mi hai aiutato l’ultima volta. I medici lo considerano un miracolo. Come hai fatto a far sparire il cancro così, di colpo? Cerco ancora di capirlo ma non so spiegarmelo.
— Siediti — indicò un cuscino rotondo e frusto sul pavimento. — Ora esso guarirà, poi egli saprà. Egli si sieda qui.
Obbediente, mi sedetti.
Kazumi si mise accanto a me e per un attimo poggiò una mano nodosa e tremante sulla mia fronte. Era fresca e aveva un che di rassicurante.
— Ecco — annunciò dopo pochi secondi, poi si sedette di fronte a me. — Ora egli spiegherà.
Passò un lungo, lunghissimo momento prima che parlasse di nuovo e per un attimo pensai che il vecchio si fosse perso nei suoi pensieri.
— Conosce egli l’effetto osservatore?
— Lo conosco — risposi, ricordando un esperimento di oltre un secolo fa. Si trattava di come alcune particelle si comportassero in modo diverso se venivano osservate da uno scienziato o se non lo erano.
— Quindi egli sa che noi abbiamo un impatto sulla realtà. Ma ne abbiamo uno ancora maggiore quando lo facciamo consapevolmente e alleniamo la mente a essere abilitata alla trasformazione della realtà.
— Ma come è possibile farlo così, al volo?
— Il mondo è un sogno… è solo un’illusione.
Credo si sia accorto della mia espressione confusa, perché decise di essere più chiaro.
— Per usare la vostra terminologia moderna, il vostro mondo è una simulazione. E questa simulazione è un gioco. Ogni gioco ha un codice. Ma, per me, è solo energia. Ora meglio egli capisce?
Annuii.
— Allora egli mi ascolti di più. Scoprirà come ho guarito.
Yamamoto rimase di nuovo in silenzio per un istante lunghissimo.
— Tutto è energia. L’energia è una sorta di codice di questo gioco. E nel codice di ogni parte del corpo è codificata l’energia della salute. Ma può esserci anche un codice della malattia. Codici diversi si influenzano quando il codice della salute persiste. E se prevalgono i codici negativi, compare il codice della malattia.
— Capisco.
— Ho visto un codice di malattia in te. Così, ho preso ed estratto dal passato il modello del codice di salute nel tuo cervello. Ho trasferito quel codice nel presente e l’ho scambiato con quello malato.
— Ma come è possibile accedere al passato? Non possiamo viaggiare nel tempo, lo sappiamo.
— Ma il tempo non esiste.
— Cosa significa non esiste?
— Esiste il tempo in un gioco? No. È solo illusione creata per non confondere il giocatore. Ma il gioco è solo una stringa di caratteri e simboli. È un unico grande codice. E dov’è il tempo in esso?
Volevo ringraziarlo per la sua spiegazione che, da un lato, mi aveva sconvolto e, dall’altro, mi aveva affascinato facendomi riflettere sulla natura del mondo, ma non ne ebbi il tempo.
Un fragoroso rumore rimbombò alla porta.
Istintivamente, mi voltai e fui sorpreso nel vedere che tutto intorno a me stava diventando man mano più grande.
— Polizia! Aprite immediatamente la porta o la sfonderemo!
Incredibilmente, la porta si aprì da sola.
Due uomini in uniforme si precipitarono dentro. Erano davvero enormi.
Senza più capire, mi voltai verso il vecchio. Ma al suo posto c’era un gatto seduto su un cuscino rotondo.
Aprii la bocca. Invece di un urlo, mi uscì un miagolio lamentoso.
Volevo coprirmi la bocca, ma al posto della mano avevo una zampa felina.
— Segnaliamo che è vuota — disse uno dei poliziotti nel suo comunicatore. — Torniamo in pattuglia.
Un attimo dopo erano spariti.
Sbattei le palpebre e, in quel breve periodo, tutto tornò normale. Davanti a me c’era di nuovo l’anziano asiatico, e anche io ero tornato umano.
— Egli ci crede? Egli ci crede adesso? — il guaritore rise.
Le immagini sono state elaborate con il supporto di Microsoft Designer.
Titolo originale “The Healer”
© 2025 by Christopher T. Dabrowski
Traduzione © 2025 by Julia Mraczny
è uno scrittore e sceneggiatore polacco. I suoi libri sono stati pubblicati in Polonia, Stati Uniti, Spagna e Germania. Le sue storie sono state pubblicate in molti paesi. Gli piace collaborare con registi e fumettisti - è specializzato in Drabble scritti in polacco, ma facilmente adattabili a qualsiasi lingua.