Traduzione di un guest post per una richiesta di spiegazioni su Sylvania dopo la lettura di Star Minds Frammenti – Donne.
Mi è stato chiesto di approfondire come vedo la galassia nella serie di science-fantasy Star Minds, soprattutto per quanto riguarda il pianeta Sylvania, tossico per il cromosoma Y, doce cioè sopravvivono solo le femmine.
A parte gli estratti da altre storie, il punto di partenza per questo approfondimento è il racconto Soldatessa. Nella primissima versione di Angelo Tecnologico, le Sylvaniane erano autofecondanti.
Estratto da Angelo Tecnologico versione 3
– Non vi riproducete come noi? – chiese Claudia incerta. – Maschi con femmine?
– No. – Maela alzò le spalle. – Facciamo tutto da sole. Intorno al ventesimo anno il nostro corpo raggiunge la maturazione fisica e rimaniamo automaticamente incinte.
– Autofecondazione? – esclamò Claudia incredula.
– Sì – sorrise Maela. – Ci succede di nuovo ogni dieci anni. Nasciamo tutte femmine con questa capacità di autoriproduzione.
Non molto scientifico, lo so. Può funzionare nel fantasy con la magia, ma non proprio con la fantascienza. Così ho cominciato a fare ricerche e ho scoperto che l’autofecondazione esiste attraverso lo sperma creato dal midollo osseo, che permette di mettere al mondo una bambina che è quasi un clone della madre. Da cui Sylvania ha acquisito Centri di Fecondazione dove le donne possono rimanere incinte da sole o con la compagna, usando le cellule del loro midollo osseo per creare lo sperma.
Estratto da Star Minds Frammenti – Donne (Soldatessa)
– Sei tu che guardi Erika in maniera malsana – replicò Juna. – Credo che dovresti andare al centro di fecondazione. Hai quasi vent’anni e hai avuto un assaggio di cosa significa essere madre. Fatti una gravidanza vera.
Sorpresa, Maela la guardò.
– Pensi che dovrei? – chiese.
– Certo. – Juna annuì, decisa. – Erika sarà contenta di avere una sorellina e l’esperienza ti aiuterà a superare questa folle gravidanza.
Maela ci pensò su. Una gravidanza normale che sarebbe durata nove mesi. Sperma creato dalle cellule del suo midollo spinale, una forma di autofecondazione perfezionata su Sylvania perché il cromosoma Y ci viveva troppo poco.
Guardò la piccola Erika, ora in braccio alla madre. Entrambe brune e molto simili. “Una piccola me” pensò addolcendosi al pensiero. “Una bambina…”
– Devo prendere un appuntamento al centro di fecondazione? – chiese illuminandosi.
– Mm, no, ma credo che devi fare domanda per la maternità, prima. Io intendo prolungare la mia licenza di un altro anno, quindi posso starti vicina mentre aspetti – rispose Juna, sollevata dalla decisione di Maela.
– Allora mando subito la domanda! – decise Maela balzando in piedi e precipitandosi al computer vicino al muro.
La malinconia era svanita. Era di nuovo eccitata. Avrebbe avuto una bambina, alla maniera di Sylvania. La vita era bella.
Erika assomiglia a Juna e Dadina è la piccola copia di Maela. Sono sorellastre solo perché le madri vivevano insieme quando sono nate. Ecco Sylvania spiegata a una donna di un altro pianeta:
Extratto da Mercanti di Schiavi (Star Minds libro terzo)
– Se hai così tanta voglia di maternità, vieni con me su Sylvania – suggerì. – Abbiamo perfezionato l’autofecondazione, e potrai avere una bambina senza il contributo di nessun uomo.
– Davvero? – Gli occhi di Kelikana si spalancarono per la meraviglia. – Come?
– Creiamo lo sperma usando le cellule del midollo spinale, così possiamo fecondarci. E le neonate sono tutte femmine, dato che abbiamo solo il cromosoma X.
– Oh. – Kelikana meditò sull’informazione. – È così che hai avuto Dadina?
– Sì.
– E come le allevate? Un genitore? Comunità?
– Fino a cinque anni con la madre, che spesso, ma non sempre, ha una compagna. Poi c’è la Casa delle Bambine. Non per la mia Dadina, però, dato che l’ho portata via da Sylvania prima che ci dividessero.
(…)
– So che la società su Sylvania non ha bisogno degli uomini per tirare su le figlie, ma il resto della galassia pensa che due genitori di sesso opposto siano la cosa migliore per farli crescere sani ed equilibrati – disse Kelikana esprimendo i suoi dubbi.
– So che la maggior parte delle società Umanoidi ha bisogno di entrambi i sessi per riprodursi – rispose Maela. – Tu vieni da un pianeta matriarcale dove l’importanza degli uomini è minore rispetto ad altrove.
– Ma il vostro metodo li rende specie in via di estinzione!
– Sono comunque condannati su Sylvania, e le donne vengono da tutta la galassia per avere bambine senza gli uomini – assicurò Maela. – Che sia concezione partenogenica o sperma creato dal midollo spinale, la donna può avere una figlia biologica e sana come la mia Dadina.
Quanto al rapido decadimento del cromosoma Y, avevo trovato articoli in inglese a cui avevo collegato la teoria del circuito temporale artificiale dopo aver letto di un uomo che aveva perso il suo time-lock e invecchiava di un anno all’ora finché è morto, che era una cosa a cui avevo già pensato (il cromosoma Y che vive un anno in un’ora, o quattro giorni, suonava come una storia divertente da scrivere).
Dato che avevo introdotto l’idea di time-lock in questo universo, la teoria era perfetta per Sylvania, rendendola più verosimile nella scienza metafisica. Il mio gruppo di scrittori anglofoni ha avuto commenti diversi su questo racconto, anche contraddittori, con una persona che ha detto “il ragazzo doveva reagire diversamente” e un’altra che ha detto “dato che è l’esperienza che fa crescere una persona, come lo hanno nutrito e come si è sentito?” Avrei probabilmente potuto espandere l’idea del figlio di Maela, ma dato che la storia era dal punto di vista di Maela, l’ho reso solo molto silenzioso (e un assaggio di come si è sentito viene raccontato in Star Minds Seconda Generazione): probabilmente non è abbastanza maturo per parlare anche se il suo corpo ha tredici anni!
Prossima puntata: Soldatessa, il racconto! È incluso anche in Star Minds Frammenti – Donne e in Star Minds Frammenti. Sarà presentata una versione completa, anche in formato stampabile!