E chi le dimenticherà più queste immagini di cadaveri dai ventri batraci, che galleggiano nell’aria?

Il trentunesimo giorno è un libro di grandi situazioni e di grandi atmosfere.

Protagonisti sono una giovane donna e un uomo che vivono ai margini della società: Alvaro, un ladruncolo di mezza tacca e Evelyn, una giovane trapezista che non ha più il circo in cui pensava di trascorrere la vita.

Due personaggi che un diluvio, quasi biblico, fa incontrare e splendere durante il sinistro passaggio di una cometa.

In pochi giorni la civiltà viene travolta per lasciare intuire un futuro apocalittico e superstizioso in cui la sopravvivenza, il cinismo e la crudeltà vorrebbero trovare legittimazione. Eppure, in questo scenario degradato, i protagonisti sono uniti da una solidarietà istintiva (e forse un amore) da cui scaturisce una sorta di riscatto, una capacità di mostrarsi e di narrarsi non per apparire, ma per condividere. Li vedremo entrare a fare parte dei Zavorranti, una specie di guardia civile che si adopera per riportare a terra i cadaveri che affollano i cieli.

La scrittura è tanto evocativa e abile nel far intuire senza dire mai troppo, che ci si affeziona anche a personaggi secondari come Scapin o Marco/Pivello cui è delegato il compito di rappresentare la gente comune, spesso simile a chi tiene il libro tra le mani.

Come dicevo: grandi situazioni, dialoghi incisivi e alle volte brillanti e tante immagini. E la storia, che resta in secondo piano, le cuce assieme con maestria, donandoci momenti (e frasi) di notevole effetto che mostrano l’abilità e la cura dell’Autore.

Cura e sensibilità che mettono in prima linea uomini e alberi intenti a fermare una ecocatastrofe troppo simile a quella del nostro quotidiano.

Vorrei aggiungere che la narrazione ha una sua profonda coerenza ed eleganza interna: affilato e moderno come un film d’autore, non si piega ai canoni della fantascienza di genere per affermarsi come letteratura al di sopra di banali etichette.

Anche se non amo i paragoni, la struttura ricorda i what if tipici di testi come Cecità, di Saramago, tanto per citarne uno.

Dario Tonani: Il trentunesimo giornoIl trentunesimo giorno resta, però, un romanzo dinamico e di grande avventura che vede Tonani destreggiarsi con disinvoltura alternando i tempi e le storie dei protagonisti con brevi spaccati che ci mostrano personaggi occasionali nel resto del mondo.

Altra particolarità che mi ha emozionata è che si vive e si muore – si vince e si perde – più per i capricci del caso e secondo logiche tipiche della vita reale, più che per soddisfare logiche tipiche dell’arco narrativo.

Ho ammirato anche l’inizio, deliziosamente provocatorio, che strizza l’occhio ai romanzi rosa, oggi tanto di moda. Inizio che ha un suo perché e dà circolarità alla vicenda.

Vorrei concludere sottolineando la mia esperienza di lettura decisamente positiva: al di là di ogni considerazione mi sono divertita molto e mi ha lasciato immagini che ricorderò per tutta la vita.

Ve lo consiglio

 

Copertina tratta dal Booktrailer di Dario Tonani.

 

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Nasce a Milano e nel 1987 si laurea in scienze biologiche all’Università degli Studi di Milano. Giornalista professionista dal 1995, lavora anche come copywriter e nell’organizzazione di eventi. Dal 2016 è docente accademico presso l’Accademia di belle arti Acme. Vive e lavora prevalentemente a Milano