Dopo aver letto qui e là delle polemiche improvvisamente sorte in seguito alla Worldcon di Chengdu, in Cina, credo si debba dire qualche cosa anche su Nuove-Vie, per informare i nostri lettori.

Tutto sembra nascere dal fatto che autori cinesi, dimoranti in occidente, siano stati ritenuti non votabili agli Hugo. Non si sa bene quanti.

Da parte nostra, avevamo già notato come fosse strano che un romanzo come Babel non fosse stato inserito nella sestina dei finalisti. E adesso apprendiamo che la scrittrice R. F. Kuang, cinese, ma abitante negli stati Uniti, non è stata considerata inseribile in lista. Perché?

A questo proposito è tutto abbastanza imbarazzante.

Da più parti, come per esempio sulla nota fanzine File 770, si sottolinea come tale decisone sia stata una incredibile imposizione non del governo cinese, come forse si era inizialmente creduto, ma di tre o quattro occidentali che hanno dato un taglio secco e ingiustificato alla presenza di alcuni autori. Ecco un passaggio tratto da File 770:

E-mail e file rilasciati da un membro della squadra di amministrazione degli Hugo, Diane Lacey, affermavano che le regole “da seguire” devono tener conto delle leggi cinesi inerenti ai contenuti e alla censura. […]

La stessa, Diane Lacey successivamente con una e-mail di scuse a File 770 scriverà “Dico subito che NON cerco giustificazioni, non esistono scuse adeguate. Mi vergogno profondamente per questa storia e probabilmente non mi perdonerò mai. Ma i fan che hanno sostenuto gli Hugo, i nominati e coloro che sono stati ingiustamente ed erroneamente dichiarati ineleggibili, meritano una spiegazione. Forse l’unico modo per iniziare a lenire la mia coscienza è fornirne una.”

La Hugo Award Administration per il 2023 a Chengdu secondo il sito ufficiale degli Hugo doveva essere composta dalle seguenti persone: Dave McCarty, Ben Yalow, Ann Marie Rudolph, Diane Lacey, Shi Chen, Joe Yao, Tina Wang, Dongsheng Guo e Bo Pang.

Si noti che tra i nomi citati non si fa mai cenno a una certa Kat Jones, che compare tra le e-mail condivise da Diane Lacey, dove si dice che la quasi ignota Jones dichiara in una conversazione via e-mail di aver “lavorato in misura limitata al margine del processo degli Hugo 2023, ma non sono stata coinvolta in nessuna decisione.”

Dave McCarty in una email datata 5 giugno 2023, annuncia al gruppo di amministrazione degli Hugo Award quali siano “le persone che devono convalidare i finalisti degli Hugo” e nessuno dei membri presenti tra queste persone è cinese: solo amministratori provenienti dai paesi occidentali.

Nel messaggio del 5 giugno, McCarty aggiunge: “Poiché stiamo operando in Cina e le leggi qui sono diverse, oltre alla consueta revisione tecnica… dobbiamo evidenziare tutto ciò che riguarda argomenti politicamente sensibili. Non è necessario leggere tutto, ma se il lavoro si concentra su Cina, Taiwan, Tibet o altri argomenti che qui potrebbero creare dei problemi… bisogna evidenziarlo in modo da decidere se sia sicuro metterlo in scheda [o] se la legge ci obbligherà a prendere una decisione amministrativa.”

Il 5 giugno, Kat Jones chiede a McCarty un “elenco o una risorsa a cui possiamo fare riferimento per approfondire gli argomenti che potrebbero essere problematici per la Cina?

McCarty risponde sempre il 5 giugno alle 19:18 dicendo “Al momento, faccio riferimento a citazioni su Hong Kong, Taiwan, Tibet, aspetti negativi della Cina. Cercherò di ottenere una guida più precisa quando potrò approfondire la questione con i cinesi che fanno parte del comitato.”

Il 6 giugno, Kat Jones scrive una e-mail al gruppo di amministrazione dal titolo “Potenziali problemi nella scelta dei romanzi migliori.

Nell’e-mail, solleva preoccupazioni sui romanzi Babel, or the Necessity of Violence di R. F. Kuang e The Daughter of Doctor Moreau di Silvia Moreno-Garcia.

Secondo Kat Jones, Babel “tratta molto della Cina. Non l’ho letto e non sono aggiornata sulla politica cinese; quindi, non posso dire se può essere considerato negativo qui in Cina e ‘The Daughter of Doctor Moreau’ parla dell’importazione di lavoratori dalla Cina nella hacienda. Non ho letto il libro e non so se questo può essere considerato negativo.”

Babel, che ha vinto il premio Nebula come miglior romanzo, è stato considerato “non idoneo” per gli Hugo Awards nonostante avesse 810 candidature, più che sufficienti per entrare nella lista finale. The Daughter of Doctor Moreau invece è stato accettato. Vedremo con un risultato non eccezionale.

Quando i giornalisti di File 770 hanno contattato la scrittrice R. F. Kuang per avere un commento sull’argomento, il suo addetto stampa ha risposto con una e-mail in cui dichiarava che a causa di un impegno accademico e delle scadenze di scrittura, Kuang non era disponibile per un’intervista.

Il risultato di tutto questo è che Kat Jones, che “non era mai stata coinvolta in nessuna decisione” pare in realtà parecchio coinvolta in questo scandalo di censura e infatti, ha dovuto rassegnare le dimissioni anche dal prossimo Wordcon che si svolgerà a Glasgow, di cui avrebbe dovuto far parte.

Devo dire che questa ricostruzione partita soprattutto da File 770, mi pare non chiarisca appieno i motivi per cui l’organizzazione sia andata così in ritardo in ogni parte del programma.

Per esempio, perfino le statistiche con cui è possibile conoscere l’ordine esatto di piazzamento di ogni lavoro agli Hugo, in genere emesse al momento della premiazione, qui hanno subito dei ritardi mai giustificati. Episodio quindi successivo alla selezione della shortlist e addirittura dell’assegnazione di premi.

I romanzi si sono in definitiva piazzati nel seguente ordine:

  1. Nettle & Bone (vincitore dell’Hugo)
  2. Legends & lattes
  3. Kaiju Preservation
  4. Docteur Moreau
  5. The Spare Man
  6. Nona the Ninth

La votazione è andata più o meno come era giusto: personalmente avrei fatto vincere Legends & Lattes, ma tra tutti certamente il titolo più meritevole sarebbe stato Babel, purtroppo censurato!

Sono sicuro che questo scandaloso episodio di censura operata da responsabili occidentali, per far piacere (!) al Governo cinese sarà sempre ricordato come una ferita enorme nella storia della fantascienza.

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.