Gli Uccelli di cui parleremo, prendono spunto da almeno quattro lavori, che qui identificheremo con delle sigle, per esempio, Birds di Philip MacDonald: BPM. Ecco l’elenco completo:

BPM: racconto di Philip MacDonald, Our Feathered Birds
BFB: romanzo di Frank Baker, The Birds
BDD: racconto di Daphne du Maurier, The Birds
BAH: film di Alfred Hitchcock, Gli uccelli (The Birds)

Gli Uccelli: Philip MacdonaldPhilip MacDonald (1900-1980) è uno scrittore inglese famoso soprattutto come autore di romanzi polizieschi. Lui e la moglie F. Ruth Howard nel 1934 si trasferirono in California, dove i due lavorarono come sceneggiatori. Insieme, i due lavorarono anche al film Rebecca la prima moglie (Rebecca, 1940) di Alfred Hitchcock, tratto dal romanzo di Daphne du Maurier. Nell’ambito della fantascienza, MacDonald scrisse la novelisation del celebre film Il pianeta proibito (Forbidden Planet, 1956), firmata con lo pseudonimo W.J. Stuart. Nel 1931 scrisse una delle sue occasionali escursioni nel genere horror-fantastico, il racconto Our Feathered Friends (I nostri amici pennuti, menzionato d’ora in poi come BPM), inserito nell’antologia When Churchyards Yawn, curata da Cynthia Asquith. Fu poi ristampato nell’antologia Stories for Late at Night (1961; ed. italiana Racconti per le ore piccole, Feltrinelli), curata da Alfred Hitchcock.

Trama di BPM

Gli Uccelli: Our Feathered FriendsJohn e Vi, due fidanzatini piccolo-borghesi, un pomeriggio d’estate fanno una gita in campagna. Soli in un bosco, i due sentono un insolito e melodioso canto d’uccelli. Non riescono a vederne la fonte, ma la musicalità di quel canto finisce per ammaliarli. Giunti nel cuore del bosco, il canto finisce, e un piccolo uccello si presenta davanti a loro, e sale in mano a Vi. A poco a poco una moltitudine di uccelli di varie specie finiscono con il circondarli…

Dopo un inizio in cui l’autore ironizza sui due fidanzati, dipinti come due piccolo-borghesi che cercano platealmente d’imitare modi e vestiti dell’alta società, vediamo i goffi approcci sessuali di John su una Vi distratta – quasi ipnotizzata – dall’insolito canto degli uccelli, reso persino magico dalla loro invisibilità. MacDonald riesce a passare con disinvoltura dall’umorismo a un senso di magica sospensione, per poi seminare nel lettore un crescente senso di inquietudine, concludendo in un finale dal potenziale truculento, ma che invece è reso agghiacciante dalla sua magnifica allusività.

Gli Uccelli di Frank BakerFrank Baker (1908-1983) è uno scrittore inglese oggi quasi dimenticato, ma che ebbe una certa fama in patria, soprattutto grazie al suo romanzo Miss Hargreaves (1940), tuttora il suo più famoso, e all’antologia Stories of the Strange and Sinister (1983). Parte dei suoi lavori sono legati al fantastico o al favolistico, e il suo secondo romanzo The Birds (Gli uccelli, inedito in Italia, d’ora in poi menzionato come BFB), pubblicato nel 1936, è uno di questi.

Trama integrale di BFB

BFB inizia con un prologo raccontato in prima persona da Anna, che rievoca un incontro con il padre 85enne, con vicende accadute 60 anni prima, nell’estate 1936, che portarono alla fine catastrofica della civiltà umana precedente (che Anna non ha mai conosciuto) e all’inizio di una nuova.

Il corpo del romanzo è costituito dal racconto in prima persona del padre di Anna (che resta anonimo). Nel 1936 il protagonista è un giovane ma frustrato impiegato di una compagnia assicurativa della City di Londra, che coltiva aspirazioni letterarie insieme a un piccolo gruppo di amici artisti e intellettuali. Vessato sul lavoro da un anziano Supervisore, il giovane vive con la madre vedova Lilian e la loro domestica Annie. Nonostante alcune timide esperienze omosessuali nella sua adolescenza, il giovane sogna il grande amore con una donna idealizzata e mai incontrata.

Gli UccelliIn un agosto eccezionalmente caldo e secco, prima nel cielo di Londra, e poi di tutta la nazione e di tutta Europa, compaiono strani uccelli, di una specie mai vista prima, tutti simili nell’aspetto ma con dimensioni molto diverse tra i vari esemplari. Il loro atteggiamento all’inizio è più molesto che pericoloso, anche se causano alcuni incidenti mortali. Questi uccelli (ribattezzati “pests”: scocciatori) sporcano, intralciano le attività umane, e inquinano o prosciugano le cisterne d’acqua dell’isola britannica.

Con il tempo mostrano una strana abitudine: singolarmente, uno di loro prende di mira una specifica persona e la perseguita assiduamente: sorte che capita anche al protagonista e a Lilian. Ciononostante, l’impiegato cerca di condurre una vita normale, e in un pub conosce Olga, una giovane profuga russa, amante di un celebre poeta che, molestato da un pest in quell’occasione, quella notte si suicida. In quei giorni il protagonista fa anche uno strano incontro con un ambiguo personaggio che gli propone la vendita di foto pornografiche; il giovane lo respinge, ma il venditore, con fare inquietante, gli predice un futuro incontro.

Il protagonista parte comunque per una vacanza sulle colline del Galles, in una regione dove gli “scocciatori” non sono arrivati. Qui fa amicizia con il giovane Ivor, che sogna di visitare Londra, e la sua famiglia. Durante una gita sulle alture, il protagonista vive un vero e proprio momento epifanico che gli fa vivere una specie di comunione con l’universo e tutta la realtà esistente. Tornato a Londra, scopre che gli uccelli si sono fatti via via più violenti e aggrediscono le case e le persone, sempre più spesso con esiti mortali.

Comunque il giovane corteggia e conquista Olga, e decide di lasciare il lavoro per trasferirsi con lei e la madre in Galles. Licenziatosi dopo una lite con il Supervisore, il protagonista assiste proprio alla morte di quest’ultimo, assalito da un uccello. In un incontro con Olga, il giovane si mostra stupito come lei sia una delle poche persone a non essere assillata dagli uccelli. La donna gli racconta come in precedenza lei abbia lottato contro uno di loro: guardandolo negli occhi, lei vide specchiate le sue paure e i suoi fantasmi, e da allora gli uccelli la ignorano. Olga è così convinta che gli uccelli abbiano un’origine inspiegabilmente soprannaturale, e che il loro scopo sia colpire gli esseri umani nelle loro debolezze, ma proprio affrontandole si sconfiggono gli uccelli. Poco dopo il protagonista sperimenta in prima persona l’intuizione di Olga, sconfiggendo e scacciando il suo persecutore. Un mese dopo il loro arrivo, gli uccelli partono verso il sud e scompaiono, lasciando la popolazione sollevata.

Pochi giorni dopo, nella cattedrale di St. Paul, si celebra una grande funzione per chiedere la fine della siccità, alla quale partecipa anche il protagonista. Durante la funzione gli uccelli ritornano all’improvviso in massa, invadendo la cattedrale e la città, seminando morte, panico e devastazione. Nel caos della cattedrale il protagonista incontra di nuovo il misterioso venditore di foto porno, che gli rivela, in una maligna ebrezza, che quella è la fine della civiltà e l’inizio di una nuova… che sarà uguale alla prima. Sconvolto, il protagonista fugge per le strade di Londra, dove trova il cadavere di Ivor, morto mentre coronava il suo sogno. Il giovane comunque ruba un’auto, recupera Lilian (Annie è stata uccisa dagli uccelli) e Olga e con loro fugge verso il Galles.

Il racconto finisce, il vecchio dice ad Anna, che lo ha trascritto, che il giorno dopo lo continuerà, ma nella notte muore. Anna resta con un resoconto che le lascia più domande che risposte, ma si dice comunque soddisfatta e felice della vita e della famiglia che è riuscita a costruire nel mondo nato dopo l’assalto degli uccelli.

BFB è un romanzo complesso e ambizioso, ma chi si aspetta un thriller sincopato o spettacolari scenari catastrofici resterà deluso. A tratti, e soprattutto nel finale, BFB assume simili caratteristiche, ma è in realtà un romanzo che si presta a molteplici livelli di lettura, satirici, sociali, storici, psicanalitici e persino filosofici.

Per cominciare, è uno straordinario ritratto della Londra degli anni Trenta, una città che non è ancora guarita dalle ferite della Prima Guerra Mondiale, ma che già vive nella paura di un’altra guerra. E non è quindi azzardato vedere negli uccelli anche una metafora dei bombardamenti aerei subiti vent’anni prima (e una spaventosa profezia di quelli della Seconda Guerra Mondiale). Ma è anche una città che vive straordinarie innovazioni tecnologiche e sociali, come si vede negli espliciti riferimenti alla diffusione del telefono e della radio, ai primi esperimenti sulla televisione (“un’invenzione simile alla radio, ma applicata al senso della vista”), alla sempre maggiore emancipazione femminile e persino alle prime rivendicazioni omosessuali. Il romanzo è anche una satira della tendenza, tipicamente britannica, di mantenere le abitudini quotidiane persino nelle più gravi circostanze… e saranno proprio i misteriosi invasori a riuscire a distruggere quest’attitudine.

Le mire satiriche di BFB si spostano anche alla più vasta situazione storica dell’epoca: fra le vittime degli uccelli, nella loro prima fase “molesta”, ci sono il Papa, il Cancelliere tedesco (distintosi per i suoi discorsi alternativamente pacifici e bellicosi, e per le sue persecuzioni contro gli Ebrei), e il re inglese Edoardo VIII, fresco di incoronazione. Da buon inglese, Baker descrive il comportamento del re come dignitoso e impeccabile, diversamente da quello delle altre autorità, nazionali e straniere. Baker però conclude l’episodio dicendo che Edoardo non si sarebbe più fatto rivedere in pubblico: quasi una profezia della brevità del suo regno! In BFB si fanno anche ripetuti cenni a una non meglio specificata “guerra in Africa”: probabile riferimento alla contemporanea guerra italo-etiope, ma anche alla paura che gli inglesi provavano all’epoca di finire coinvolti in una guerra altrui.

Sotto questi aspetti Baker mostra un umorismo sarcastico e mordace, ma anche un senso del tempo e del momento storico che danno al romanzo un importante valore documentale.

Tutto il romanzo comunque è visto dal punto di vista dell’anonimo protagonista, che altri non è se non un alter-ego dello stesso autore: anche lui lavorò in una compagnia assicurativa della City, lasciandola per dedicarsi prima alla musica (fu anche organista e direttore di coro) e poi alla scrittura. Quindi BFB è in primo luogo un romanzo d’introspezione psicologica. L’espediente della prima persona diventa così un mezzo per analizzare la personalità del protagonista, le sue frustrazioni e aspirazioni, il suo anelito di felicità e pienezza al di fuori del grigiore quotidiano, il suo concreto bisogno d’amore (e sensualità) dopo una vita di solitudine e sogni. Insolita la costruzione del romanzo, diviso in soli tre capitoli. Il primo copre da solo quasi la metà del romanzo, dove l’avvento degli “scocciatori” è inserito in lunga presentazione del protagonista, dei personaggi secondari e dell’ambiente di sfondo.

Il secondo capitolo, breve rispetto agli altri due, è una specie di interludio. Descrive la vacanza in Galles del protagonista, lontano dalla città e dai “pests”. A mio avviso è il momento più alto del romanzo, dove il senso del paesaggio e l’intensità dell’”epifania” raggiungono livelli di emozionante e autentica poesia, nonostante un certo involuto intellettualismo nei contenuti.

Il terzo capitolo è improntato a una specie di “doccia fredda” narrativa e psicologica. Nel protagonista vediamo un’alternanza di esaltazioni e delusioni nelle sue scelte esistenziali e nei suoi rapporti con le due donne della sua vita, la madre Lilian e la fidanzata Olga. E Baker accompagna le sue vicende personali in parallelo con quelle collettive, le une e le altre legate al comportamento degli uccelli, che, dopo un’ingannevole emigrazione, ritornano in massa per compiere un attacco radicalmente distruttivo. Efficace la trovata della nuvola che si staglia all’orizzonte, inizialmente scambiata per l’annuncio della pioggia che dovrebbe por fine alla siccità… Baker si rivela qui un sapiente costruttore di suspense e di atmosfere inquiete, più che inquietanti, che sfociano in un finale che mette da parte ogni allusività, per lasciare il posto a una spettacolarità catastrofica allo stesso tempo esplicita e allucinante.

Il romanzo non dà spiegazioni sull’origine dei misteriosi uccelli né sul loro comportamento. Vari personaggi nel corso della narrazione tentano ipotesi ora razionali, ora soprannaturali. Il protagonista propende per quest’ultimo tipo di spiegazione, specie dopo il secondo incontro con il misterioso pornografo, ma nemmeno lui riesce a darne una delineazione precisa.

A suo modo, il romanzo sfocia nella fantascienza nel prologo e nell’epilogo, ambientati alla fine del XX secolo, in una società che ha dimenticato l’ordinamento precedente per sostituirlo con una specie di tribalismo barbarico. Apprendiamo che i bambini non vanno a scuola e possono correre nudi nei campi, non c’è una forma di governo nazionale, anzi la gente vive in piccole e isolate comunità rurali dalle quali quasi mai si stacca, la religione cristiana è un vago ricordo, i riti funebri sono cremazioni all’aperto. Questi aspetti “distopici” riverberano di tanto in tanto nel racconto del protagonista, quando spiega alla figlia cos’era il Parlamento o la vita di una grande città, come funzionavano la radio e il cinema, e così via. E la Gran Bretagna è nominata sempre e solo come “l’isola”.

BFB non ebbe grande successo alla sua prima uscita (vendette solo 350 copie) ed è tuttora inedito in Italia. È un romanzo che manca a volte di un certo equilibrio nel gestire i suoi vari livelli, ed eccede così in pretese contenutistiche. Eppure si tratta di un romanzo di notevole valore, dalla forte presa narrativa, servito da uno stile coerente e intenso.

gli uccelli:daphne-du-maurierDaphne du Maurier (1907-1989) è una delle più famose scrittrici inglesi del ‘900, anche se la sua fama è condivisa più dal grosso pubblico che da critici e studiosi. Due suoi romanzi furono portati sul grande schermo da Alfred Hitchcock: La taverna della Giamaica (Jamaica Inn, 1939) e il già citato Rebecca. Autrice di romanzi influenzati dalle atmosfere gotico-romantiche della letteratura ottocentesca, du Maurier riservò alla letteratura breve il lato più oscuro della sua creatività, scrivendo racconti di carattere soprannaturale e orrorifico, fra i quali The Birds (d’ora in poi BDD). Pubblicato nel numero di ottobre 1952 della rivista Good Housekeeping, BDD fu poi ristampata in varie altre antologie, due delle quali curate da Alfred Hitchcock: My Favorites in Suspense (1959; ed. italiana: I terrori che preferisco, Feltrinelli) e Spellbinders in Suspense (1967; ed. italiana: I maghi del brivido, Rizzoli).

Trama di BDD:

All’inizio di un dicembre particolarmente freddo, in un villaggio sulle coste della Cornovaglia, il contadino Nat Hocken è testimone di strani assembramenti di gabbiani e di altri piccoli uccelli.

Gli uccelli D.d.MQuella notte, stormi di uccelli di rovo entrano in casa sua, terrorizzando sua moglie e i suoi due figlioletti, Johnny e Jill. La mattina dopo, Nat cerca di dare l’allarme, ma incontra l’incredulità dei suoi compaesani. Ma ben presto uccelli delle più varie specie locali, ma soprattutto i gabbiani, si fanno sempre più aggressivi verso la popolazione.

Si costituiscono battute di caccia, in cui gli uomini hanno la peggio, e stessa sorte hanno gli aerei militari mandati contro gli uccelli. Dalla radio arrivano notizie sempre più allarmanti sullo steso tenore, da Londra, dal resto della nazione, dal mondo. Seguendo i consigli delle autorità, la famiglia di Nat si barrica in casa, sotto un vero assedio. Nat capisce che i gabbiani attaccano o si ritirano seguendo le maree, e ne approfitta per tentare una sortita in cerca di cibo e aiuto. Vede il suo villaggio deserto, tranne pochi cadaveri. La radio non dà più segnali, e ogni contatto con il resto del mondo svanisce. Chiusi nella loro casa, gli Hockman stanno forse assistendo alla fine del genere umano?

Daphne du Maurier viveva proprio in un paesino della Cornovaglia, Fowey, e affermò di avere avuto l’idea del racconto vedendo un contadino del luogo, Tom Dunn, sovrastato da uno stormo di gabbiani che girava in tondo sopra la sua testa mentre lui era al lavoro, e si chiese sarebbe successo se lo avessero attaccato. La figura di Nat sarebbe ispirata proprio a quella reale di Tom.

Come meccanismo di suspense, BDD è semplicemente superbo. L’autrice sa ispirare fin da subito un senso di inquietudine, e trascina il lettore in un crescendo sapientissimo di tensione drammatica e azione violenta. Benché impreziosito da un malinconico e persino poetico senso del paesaggio nel descrivere la brulla natura della Cornovaglia e dell’oceano, BDD non offre però molto altro. I personaggi sono poco più che funzioni drammatiche, i loro caratteri sono analizzati solo in relazione alle situazioni che vivono. Il finale riesce comunque a comunicare un potente senso di allucinata incertezza.

Gli uccelli, Alfred HitchcockA cavallo fra gli anni ’50 e ’60, il celebre regista inglese, trapiantato in America, Alfred Hitchcock era sulla cresta dell’onda, grazie soprattutto alla fama della serie televisiva che portava il suo nome, Alfred Hitchcock Presents, e al film Psyco (Psycho, 1960), il suo più grande successo di cassetta. Dopo Psyco, Hitchcock comprò i diritti cinematografici di BDD e, insieme allo scrittore Evan Hunter, ne curò un libero adattamento destinato a diventare un altro grande successo: Gli uccelli (The Birds, 1963, d’ora in avanti BAH).

Quando alla fine del 1962 la stampa diede notizie dell’inizio della lavorazione di BAH, Philip MacDonald e Frank Baker videro nelle notizie sul film riferimenti ai loro lavori tali da ritenersi plagiati. Baker scrisse sia ad Alfred Hitchcock che a Daphne du Maurier al riguardo. Il primo non rispose, mentre la scrittrice rispose scrivendo che non aveva letto BFB e anzi non ne conosceva neanche l’esistenza; gli chiese però di mandarle una copia. Poi riscrisse a Baker commentando: “superbo, un lavoro di gran lunga più profondo del mio,” e aggiunse che Hitchcock avrebbe dovuto prendere BFB come fonte.

MacDonald scrisse invece alla Alfred J. Hitchcock Productions a proposito dell’”impressionante somiglianza” fra la trama del film e il suo racconto, sottolineando che proprio Hitchcock lo aveva incluso in una sua antologia. Joseph Dubin, consulente legale della produzione, scrisse la stessa risposta a Baker e a MacDonald: “Le dimostreremo chiaramente che non c’è nessun legame di rilevanza legale fra il Suo lavoro, il lavoro della signora du Maurier e il film Gli uccelli”. Baker replicò che Dubin “ovviamente” non aveva letto BFB, e avrebbe “chiesto consiglio” al riguardo, ma nessuno dei due scrittori diede seguito alla cosa.

Vista anche la celebrità del film, non è mia intenzione fare un’analisi o una recensione di BAH, però voglio cercare di riscontrare le eventuali similitudini fra BAH e le sue fonti letterarie, dichiarate o presunte.

BPM sembra il più distante dal film. A parte la trovata degli uccelli che attaccano delle persone, gli unici punti in comune sono forse il senso d’assedio che i due protagonisti avvertono da parte dei volatili, e l’assoluta mancanza anche solo di tentativi di spiegare la violenza e la strategica unità del loro comportamento.

BFB fu pubblicato dall’editore Peter Davies, lo stesso del primo romanzo di Baker, The Twisted Tree. Per inciso, Davies era cugino di Daphne du Maurier e fu il suo primo editore. Confrontando BFB e BDD, oltre allo stesso titolo, alcune similitudini si notano. In BDD a un certo punto vede avvicinarsi una nuvola nera che poi si scopre essere uno stormo di uccelli: una scena quasi identica si legge verso la fine di BFB. In entrambi i lavori si fanno paragoni fra gli attacchi degli uccelli e i bombardamenti aerei, rispettivamente della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. In entrambi i lavori si tentano inutili battute di caccia. Sia in BFB che in BDD si tentano spiegazioni legate al clima (estivo e caldo in BFB, invernale e freddo in BDD). In BFB l’attacco degli uccelli causa la fine dell’attuale civiltà umana, come viene raccontato esplicitamente; in BDD la cosa è più suggerita che raccontata, ma si ha l’impressione che addirittura sia in corso l’estinzione stessa del genere umano.

L’ambientazione e i personaggi di BAH sono molto diversi da quelli di BDD, sua fonte “ufficiale”. Dalla Cornovaglia si passa a Bodega Bay, villaggio di pescatori in California. Il protagonista è l’avvocato Mitch (Rod Taylor), che vive con la madre Lydia (Jessica Tandy) e la sorellina Cathy (Veronica Cartwright). La maestrina Annie (Suzanne Pleshette) è loro amica ed ex-spasimante di Mitch. Nella loro vita s’inserisce Melanie (Tippi Hedren), ricca ereditiera di San Francisco che, innamorata di Mitch, letteralmente lo insegue e corteggia a Bodega Bay, dove inizia la rivolta degli uccelli. La trama di BAH segue queste premesse, legandosi al BDD nell’episodio del ritrovamento dei cadaveri di due anziani coniugi, negli espedienti della radio come legame con il mondo e della coincidenza fra maree e attacchi, e soprattutto nel lungo assedio finale della casa familiare. Diversamente da BDD, i protagonisti di BAH riescono a fuggire, osservati dagli uccelli immobili e appollaiati, verso un mondo in cui i loro attacchi si fanno sempre più frequenti.

Tornando a BFB, una cosa che colpisce è la somiglianza fra il trio di personaggi Narratore-Lilian-Olga di BFB e il trio Mitch-Lydia-Melanie di BAH, non tanto nelle caratterizzazioni, molto diverse, quanto nelle loro funzioni. Entrambi i protagonisti maschili sono molto legati a una madre che vive nella paura di essere abbandonata dal figlio, e sia Olga che Melanie sono estranee che si inseriscono in questo legame. Per giunta, entrambi i gruppi familiari sono legati a una donna di nome Annie che muore uccisa dagli uccelli in ambo i casi.

Diverse le scene del film che ricordano momenti di BFB. A metà del romanzo, un gruppo di uccelli è appollaiato sul monumento dell’Ammiraglio Nelson a Londra; all’inizio del film uno stormo di gabbiani sovrasta il monumento all’Ammiraglio Dewey a San Francisco. Nel corso del primo, vero assalto in BFB, i volatili inseguono una donna fin dentro una cabina telefonica e qui la uccidono; in BAH, Melanie si rinchiude in una cabina telefonica, contro cui i gabbiani si scagliano fino a rompere il vetro. In BFB gli uccelli attaccano una venditrice di palloncini e li fanno esplodere; in BAH, durante l’attacco alla festa di compleanno di Cathy, fanno esplodere i palloncini.

Lascio ai lettori giudicare se e quanto siano giustificate le accuse di plagio lanciate da MacDonald e Baker. Tralasciando lo spunto di partenza, le similitudini fra i loro lavori da una parte, e BDD e il film dall’altra appaiono sporadiche, ma, soprattutto per quanto riguarda BFB, a mio avviso significative. È vero che il romanzo passò inosservato alla sua uscita, ma è anche vero che sia du Maurier che Hitchcock all’epoca vivevano in Inghilterra, ed è possibile che fra i suoi 350 lettori ci fossero anche loro. Inoltre, se si considerano i legami, sia professionali che di parentela, fra l’editore Peter Davies e Daphne du Maurier, sembra poco probabile che fosse del tutto inconsapevole dell’esistenza di BFB!

Due curiosità. Dopo l’insuccesso di BFB, Davies si rifiutò di pubblicare il suo terzo romanzo, il già citato Miss Hargreaves, che fu invece pubblicato da un altro editore, diventando un long-seller, ancor oggi ristampato. Come ciascuno di noi avrà senz’altro sperimentato, gli uccelli hanno l’abitudine di rilasciare i loro escrementi mentre sono in volo, incuranti di chi si trova nella loro traiettoria. In tre delle quattro opere trattate in quest’articolo, questa pratica non viene mai menzionata; invece, in BFB è descritta spesso come “arma impropria” usata dai volatili.

Gli uccelli: riprese

 

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Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano