La genesi
Stavamo parlando d’altro argomento, quando lo scrittore Ezio Amadini mi aveva proposto di leggere un suo racconto lungo, che in quel periodo non era stato ancora pubblicato: La quinta forza.
In quei momenti leggevo altro di lui e progettavo una recensione, quindi bloccai tutto, lessi il racconto e poi gli diedi le mie impressioni.
Tornata al lavoro precedente, mi scordai della cosa.
Ora vedo che di recente La quinta forza è stato mandato in stampa da Letterelettriche editore e ho ritirato fuori quelle impressioni a caldo, scritte solo per Amadini: questa non è dunque una recensione professionale con tutti i crismi del caso, ma alcuni pensieri colloquiali buttati di getto. Eppure a volte, soprattutto per un racconto come questo, è lecito dare più spazio alle sensazioni che non a un’analisi fredda e oggettiva.
La storia
Il racconto ha un contesto fantascientifico, si svolge nello spazio a bordo di astronavi che stazionano sull’orlo esterno “dell’immaginario confine che separa la piccola galassia M7127 dal resto dell’universo conosciuto”.
La protagonista si trova a bordo della Queen of Stars, un incrociatore della Marina Spaziale del pianeta Terra, e fa parte di un gruppo militare di presidio in un quadro più ampio che comprende anche altri esseri di universi differenti, con i quali esiste un interscambio di antimateria dislocato appunto in questa galassia nana.
Ambiente asettico, ritmi ripetitivi, equipaggio superaddestrato e attento al regolamento: dove sta la parte emozionale che l’Autore ci promette? Dove sta quella forza che se ne infischia del tempo e dello spazio e li travalica?
Ecco le impressioni che mandai a Ezio Amadini.
Le impressioni
Una delicata favola d’amore in cui hard science fiction e sentimenti si confondono. Volutamente ingenua, io credo, perché semplicità e lieto finale smorzino l’asprezza della componente hard.
Ben costruite e particolareggiate le caratterizzazioni dei personaggi secondari.
L’approccio virtuale dei due innamorati mi ha ricordato una possibile metafora del mondo di oggi, in cui spesso persone che non si sono mai viste si accostano al digitale per poi ritrovarsi felicemente nella dimensione fisica. Non è la norma, ma è successo. Anche la cinematografia ha dato su questo argomento, perché è argomento del nostro tempo. È anche vero che nel passato amori a distanza sono nati per esempio attraverso lettere, ma la facilità di comunicazione odierna ha reso l’amore virtuale materia di finzione per eccellenza.
C’è poi il discorso amore-razionalità / intelligenza emotiva-aggressività / bene-male, ben descritto nelle paure iniziali di Spencer che non riesce a credere a un amore nato a distanza. E che si allarga di riflesso agli equipaggi di entrambi i mondi: Mondo in cui l’amore è fondamento, Terra in cui il dissidio è componente tragicamente irrisolta.
Oltre al discorso esoterico (anche se qui presentato in modo scientifico come materia e antimateria), cioè la quinta dimensione, una sorta di forza catalizzatrice superiore e denominata Amore, che riunifica il dualismo (bene e male, positivo e negativo, etc.).
Quindi si vede bene che, pur presentandosi come una “ingenua” storia d’amore, gli argomenti che la sostengono sono tutt’altro che ingenui. A mio parere è un buon racconto. Non so come potrà venire interpretato dal lettore: il lettore superficiale sicuramente ci vedrà una storiella d’amore, quello più profondo dovrebbe riuscire ad andare oltre.
È comasca. Vive un po' a Como, un po' in Svizzera. Collabora ad alcune riviste, sia cartacee che digitali. Ha pubblicato un racconto di genere fantastico con Edizioni Dell’Angelo; il romanzo dagli spunti fantascientifici “Mondotempo” (Watson Edizioni, collana Andromeda). Ha partecipato a varie antologie di autori vari con racconti o saggi. Finalista a vari premi, tra cui Premio Urania nel 2024.