Due milioni d’anni dopo dopo un olocausto nucleare la Terra è popolata da mutanti che vivono in lande desolate e contaminate. Solo la piccola nazione di Montagar vive in uno stato idilliaco, in cui gli antichi antenati dell’uomo – elfi, fate, gnomi – convivono in pace con gli umani. La regina delle fate, Delia dà alla luce due gemelli che rivelano presto la loro natura: il generoso Avatar e il maligno Blackwolf.

Millenni dopo Delia muore, e Blackwolf, esiliato a Scortch dove guida un’armata di mutanti e di robot, pensa sia il momento giusto per conquistare Montagar. Così fa uccidere il suo presidente da uno dei suoi robot e gli muove guerra, usando i mezzi dell’antica “tecnologia” contro la magia praticata a Montagar. L’attacco è respinto, ma Avatar capisce che ce ne saranno altri, e insieme a Elinor, figlia del presidente, e all’elfo guerriero Weehawk, inizia una spedizione verso Scortch per affrontare e sconfiggere Blackwolf…

Ralph Bakshi

Wizards è il quarto lungometraggio d’animazione di Ralph Bakshi, che aveva ottenuto una fama mondiale con il suo primo film Fritz il gatto (“Fritz the cat”, 1972), tratto dai fumetti di Robert Crumb. Wizards è il suo primo film a carattere fantasy, benché con elementi fantascientifici, e anticipa in diversi modi il suo film successivo: Il Signore degli Anelli (“The Lord of the Rings”, 1978), il primo adattamento cinematografico della saga di J.R.R. Tolkien.

Wizards fu concepito come una serie tv nel 1967, ma fu respinto dalla CBS, la rete presso cui Bakshi lavorava all’epoca. Riproposto alla 20th Century Fox come soggetto cinematografico, stavolta ricevette un avallo positivo, ma con delle limitazioni di budget che costrinsero il regista-animatore a scelte drastiche, come ridurne la durata e affidare interi passaggi narrativi non a disegni animati, ma a disegni fissi commentati da una voce fuori campo, opera del celebre fumettista Mike Ploog. Un altro espediente “economico” fu usare come animali da trasporto non dei tradizionali cavalli, ma strani esseri a due zampe: questo perché animare due zampe era più semplice e meno costoso che animarne quattro.

Il film affronta una tipica trama fantasy – un viaggio per contrastare una minaccia insieme bellica e magica – caricandola di intenti satirici e politici. Così Blackwolf ha per simbolo una svastica, e usa come arma “magica” un proiettore cinematografico con cui proietta in cielo film di propaganda nazista, che hanno l’effetto di galvanizzare le proprie truppe, e di scene dalla Seconda Guerra Mondiale che invece terrorizzano le truppe avversarie. Il finale, in cui Avatar ed Elinor, si fermano in una terra vergine vicina a Scortch per fondare un nuovo regno, vuole essere la metafora della fondazione dello Stato di Israele. Del resto, se si sta attenti, in una mappa, Scortch si trova in Libano, mentre Montagar in Germania.

Bakshi come suo solito usa tecniche e stili diversi. Montagar è disegnata come un tipico paesaggio disneyano, mentre per Scortch si rifà a uno stile più fumettistico e grottesco. Nelle scene di battaglia Bakshi sperimenta per la prima volto il sistema del “rotoscope”, che consiste nel ricalcare con dei disegni delle immagini filmate dal vivo con attori. Anche per motivi di budget, Bakshi usò stavolta spezzoni di repertorio, tratti vari film di guerra del passato, come Zulu (id., 1964), El Cid (id., 1961), La battaglia dei giganti (“Battle of the bulge”, 1965) e soprattutto Aleksander Nevsky (id., 1936), il classico film di Serghei Eiszenstein sull’eroe russo medievale. Un altro riferimento ad Eiszenstein è nell’aspetto fisico di Blackwolf, che con la sua barba lunga, la sua tunica, il suo sguardo spiritato è ricalcato sull’imperatore russo protagonista di Ivan il Terribile (“Ivan Grozny”, 1944), un altro classico del grande regista sovietico. Bakshi girerà poi Il Signore degli Anelli quasi per intero in rotoscope, ma stavolta su scene girate per l’occasione.

Wizards fu girato in contemporanea con un altro film della Fox: Star Wars IV: Una nuova speranza (“Star Wars IV: A new hope”, 1977) di George Lucas. Fra i due film si crearono degli strani legami. L’attore Mark Hamill fece, uno dopo l’altro, il provino per doppiare Weehawk in Wizards e quello per Luke Skywalker, il protagonista di Star Wars. Hamill superò solo il secondo, ma Bakshi gli affidò un personaggio minore, quello di Sean, capo di una tribù di fate. Per consentire a Hamill di lavorare a Wizards, Bakshi però dovette chiedere a Lucas di concedere all’attore una “licenza” dal set di Star Wars. Lucas gli concesse il favore, ma in cambio chiese a Bakshi di cambiare il titolo del suo film, che inizialmente era War Wizards, trovandolo troppo simile a quello di Star Wars.

Lucas ammirò molto Wizards, e gli fa in qualche modo omaggio in Star Wars V: L’Impero colpisce ancora (“Star Wars V: Empire strikes back”, 1980): i tauntauns sono cavalcature a due zampe come quelle di Wizards.

Nel film non mancano dei riferimenti alla precedente carriera di Bakshi. Nella scena del tempio, alle spalle dei due buffi sacerdoti c’è il simbolo della CBS, il network tv che rifiutò il soggetto originale di Wizards, e il robot che viene colpito per sbaglio da un suo simile si chiama Fritz, come il protagonista di Fritz il gatto.

Wizards risulta godibile ancor oggi, a 40 anni di distanza. La commistione di elementi fantasy e sf, la cura nei disegni e negli sfondi, la varietà dei suoi stili, l’umorismo acre tipico di Bakshi ne fanno uno spettacolo originale e inventivo. Un altro “tocco alla Bakshi” è la caratterizzazione dei personaggi. Avatar, Elinor e Weehak sono dei “buoni” non privi di ambiguità e debolezze, e Peace, il robot-sicario catturato e “convertito” da Avatar, ha un tocco di umanità degno della miglior letteratura sf. E allo stesso modo fa di Blackwolf, oltre che un genio del male, anche un premuroso padre di famiglia. La nota più dolente del film è l’uso del rotoscope, che oltre a risultare noiosamente ripetitivo, rivela facilmente il suo carattere “posticcio”.

Stranamente, Wizards è tutt’ora inedito in Italia. A parte una proiezione al Festival di Trieste del 1977, il film non è mai uscito nel nostro Paese, né nelle sale né in home-video.

Scheda tecnica:

Titolo WIZARDS

anno di produzione: 1977

origine: Usa

regia: Ralph Bakshi

musica: Andrew Belling

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Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano