Una intervista per il 2022 che è rimasta nella mia casella di posta per diverse settimane. Normalmente, rifiuto di fare interviste che non abbiano attinenza con il lavoro del periodo, ma ho accettato di fare la seguente. E, proprio alla fine di questo anno appena passato, ho deciso di buttar fuori le risposte. Per voi!

R.J.S.

 

  1. Cosa ti ha spinto a diventare uno scrittore?

Stephen E. Whitfield e Gene Roddenberry hanno scritto un saggio intitolato The Making of Star Trek (La produzione di Star Trek), che ho letto quando avevo all’incirca dodici anni. Lì dentro erano riportate moltissime discussioni relative a certe decisioni creative che hanno portato alla realizzazione della serie in questione; io sono rimasto affascinato dall’idea di costruire un mondo in ogni dettaglio.

  1. Secondo te la sci-fi moderna in cosa sarebbe meglio della SF classica, e quindi, la cosiddetta speculative fiction in cosa sarebbe migliore della sci-fi attuale?

A proposito di fantascienza moderna – non mi piace l’abbreviazione sci-fi, e non sono nemmeno un fan del termine speculative fiction, ché non corrisponde ad alcuno scaffale in libreria… Comunque, la fantascienza moderna sicuramente è meglio caratterizzata rispetto alle opere più vecchie; poi, la qualità letteraria della prosa è decisamente superiore. Anche se, a mio avviso, i lavori classici tendevano a sviluppare molto di più quel senso del meraviglioso che ha, in genere, catturato la maggior parte di noi alla fantascienza e mostravano molto più ottimismo nel futuro; l’attuale crogiolarsi nella distopia è, francamente, deprimente.

  1. Secondo te, qual è il segreto per scrivere fantascienza con personaggi uomini e donne forti e competenti?

Be’, in realtà nella vita reale possono essere forti e competenti sia gli uomini che le donne; quindi, conoscere personalmente bene uomini e donne è un vantaggio! Isaac Asimov notoriamente non aveva quasi nessuna esperienza con le donne quando scrisse il suo personaggio di Susan Calvin, o la sentimentale infermiera nel suo racconto L’ultimo nato (The Ugly Little Boy). E uno scrittore dovrebbe assolutamente applicare sempre il Test di Bechdel: donne che parlano con altre donne di cose diverse dai loro rapporti con gli uomini.

  1. Puoi parlarci un po’ del tuo nuovo romanzo The Downloaded?

The Downloaded è la mia risposta fantascientifica al COVID-19: negli ultimi due anni abbiamo vissuto la vita in gran parte collegati a un computer, ma presto, speriamo, finirà e potremo tornare a interagire principalmente col mondo reale. Bene, in The Downloaded le persone che hanno stivato le loro coscienze nei computer quantistici, vengono improvvisamente reinserite nei loro corpi in carne e ossa che avevano abbandonato e devono imparare a essere nuovamente umani.

  1. Chi per te è il più grande eroe della fantascienza e perché? E chi è il più convincente cattivo?

Come scrittore, non credo affatto negli eroi o nei cattivi. Ognuno è l’eroe della propria storia. In effetti, il mio più grande problema concettuale con Star Wars non è solo che il pubblico sappia da subito quali personaggi siano gli eroi e quali i cattivi, ma lo sanno anche gli stessi personaggi. Ecco, io sono sul lato oscuro! Certamente Adolf Hitler o Vladimir Putin non hanno mai pensato di se stessi una cosa del genere.

Ma, se dovessi scegliere, il più grande eroe, per me è James Tiberius Kirk, e i più grandi cattivi sono i marziani, intelletti vasti, freddi e antipatici, de La guerra dei mondi di H.G. Wells. Naturalmente, quei marziani erano la rappresentazione di ciò che stavano facendo le forze coloniali britanniche al resto del mondo… E certamente ora stiamo finalmente arrivando a capire molto bene quanto fosse malvagia quella mentalità espansionistica.

  1. Da quali scrittori sei stato influenzato da giovane?

Due romanzieri di medio livello, tutti e due scoperti attraverso la Biblioteca Scolastica a undici anni o giù di lì. Soprattutto The Enormous Egg, di Oliver Butterworth, che con la sua scrittura mi ha insegnato a produrre fantascienza ambientata ai giorni nostri, parlando di persone normali e facendo satira sulla scienza, sulle grandi imprese, il governo e altro ancora. E The Runaway Robot che sarebbe di Paul W. Fairman, ma che di solito è attribuito a Lester del Rey. È uno dei primi e migliori romanzi di fantascienza sull’intelligenza artificiale e sull’emergere della coscienza. Un libro che ha influenzato molto la mia scrittura successiva.

  1. Cosa c’è nella psiche umana che ci fa cercare qualcosa di più grande di noi stessi? E in che modo questo è trasferito nella migliore fantascienza?

Alexei e Cory Panshin hanno colpito nel segno con il titolo della loro formidabile storia sul nostro genere: The World Beyond the Hill: Science Fiction and the Quest for Transcendence, e io ci ho giocato parecchio sull’idea nel mio Hominids vincitore del premio Hugo e nei suoi sequel: se il genere Homo non avesse avuto un fortissimo desiderio di vedere cosa c’era oltre l’orizzonte,  non avrebbe mai abbandonato l’Africa. La voglia di viaggiare è dentro i nostri geni; è ciò che ci rende grandi e un giorno ci porterà alle stelle.

  1. Ormai tutti usano l’Intelligenza Artificiale. Secondo te ci potranno essere episodi di fine-carenza?

Non credo che l’IA possa essere la chiave per una società fine-carente. Se capisco bene, la fine-carenza significa che le cose di cui abbiamo bisogno non scarseggeranno più (e quindi non costeranno molto). Le intelligenze artificiali assisteranno nella produzione alimentare, nella creazione di carne coltivata in laboratorio e aiuteranno ad automatizzare la produzione di vestiti, ma le cose fisiche di cui gli esseri umani hanno effettivamente bisogno, che sono attualmente scarse non diventeranno magicamente abbondanti, né trasportate gratis, o create, distribuite a basso costo solo grazie all’IA, anche se, a lungo andare, l’IA sarà uno dei numerosi strumenti utili. Secondo me, piuttosto che l’IA, la nanotecnologia e la stampa 3D dovrebbero avere molte più probabilità di spostarci verso la fine-scarsità nell’immediato futuro.

  1. E per finire, hai qualche consiglio per gli aspiranti scrittori?

Leggere. Leggi tantissimo. Leggete gli scrittori che hanno vinto dei premi nei concorsi dedicati a questo genere. Leggere i grandi romanzi, sia classici che contemporanei, anche al di fuori del genere. Divorate i libri di saggistica su qualsiasi tipo di argomento. Se vuoi essere uno scrittore, devi immergerti nelle parole.

© 2022 Robert J. Sawyer

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nato a Ottawa, 29 aprile 1960 è uno scrittore di fantascienza canadese. Si definisce un autore di fantascienza hard, ma di fatto il suo interesse per la caratterizzazione e la psicologia dei personaggi è molto superiore a quello tipico di tale filone. Le sue opere hanno spesso connotazioni metafisiche.