Mi è capitato di concionare, tra me e qualche volonteroso che si è sorbito il mio folle pensiero, sulla qualità dei nostri concorsi letterari con spunto fantascientifico.

In realtà si potrebbe parlare di qualsiasi concorso letterario, perché in definitiva si assomigliano l’uno con l’altro.

Mi pare di poter affermare che esiste una architettura dei regolamenti con due tipi di maggioranza: la selezione democratica e la selezione per chiamata.

Cominciamo a escludere la selezione per chiamata da questo consesso: moltissimi concorsi richiedono l’invio di materiale tipicamente nuovo, che sarà sottoposto a una giuria, tipicamente legata a una organizzazione.

In questo ambito si pongono moltissimi concorsi di grande impatto. Potremmo mettere nel calderone, addirittura il Festival di Sanremo, che però si rivolge alle canzonette. Invece, nel nostro discorso entra senza dubbio il Premio Urania, ma molti altri che ogni tanto appaiono anche sulle nostre pagine.

E tuttavia mi piacerebbe parlare dei due premi diciamo così, democratici, che percorrono la nostra letteratura preferita: ovviamente si tratta del Premio Nebula e del Premio Hugo.

Entrambi hanno un corrispondenza anche qui da noi in Italia.

Il primo assomiglia molto al Premio Vegetti, coordinato dall’associazione WorldSF Italia, che riunisce un buon numero di scrittori o perché sono italiani, o che comunque operano in Italia. L’altro è il Premio Italia, coordinato da un comitato composto da tre operatori del ramo: Silvio Sosio (presidente), Rosaria Leonardi e Salvatore Proietti.

Il Premio Vegetti è facile: i membri facenti parte del WorldSF Italia votano per segnalare quei lavori che a loro giudizio negli ultimi due anni, sono i più validi nella loro categoria: Romanzo di Fantascienza, Saggio, Antologia, Racconto. Una volta selezionata una cosiddetta short list di finalisti, viene istituito un gruppo di giurati che voterà a suo insindacabile giudizio.

Come dice il regolamento al paragrafo 8: L’Opera vincitrice sarà scelta da una apposita Giuria di esperti Soci World […]. La giuria sarà composta da Soci volontari che daranno la loro disponibilità.

Il regolamento assomiglia moltissimo a quello del Premio Nebula: c’è anche qui una associazione che accoglie gli Science Fiction and Fantasy Writers of America, cioè autori di fantascienza americani.

Nel loro caso la premiazione finale è molto più mediatica della nostra e il voto non è dato da un gruppo di giurati, ma da tutti i soci che parteciperanno alla SFWA Nebula Awards Conference. Vale a dire, un simposio (negli ultimi tempi tenuto solo on line) in cui tutti gli iscritti potranno votare. E gli iscritti pagano 150 dollari per questo privilegio.

Inutile dire che il Premio Italia assomiglia quasi in fotocopia agli Hugo Awards. Come dice il sito ufficiale, il Premio Italia è assegnato annualmente dal Convegno italiano della fantascienza e fantasy, denominato […] “Italcon”, associazione di fatto che si riunisce una volta all’anno e nella quale sono soci tutti gli iscritti all’Italcon stessa.

Italcon è dunque un’entità che automaticamente raccoglie tutti i fan che hanno partecipato alla Italcon dell’anno prima. Con questa formula si intende che l’elezione dei migliori lavori non è più solo nelle mani di operatori del ramo, ma soprattutto dei semplici lettori. Per iscriversi a Italcon serve solo recarsi nella città decisa a suo tempo per partecipare alla manifestazione, pagando quel che è giusto.

È esattamente la stessa idea degli Hugo Awards, dove abbiamo una organizzazione che gestisce tutto e ogni anno viene decisa una località nel mondo in cui si terrà la finalissima: cioè delle Italcon mondiali.

Bene, ma dove ci porta tutto questo lunghissimo discorso?

Non so come sia presso Nebula e Hugo, ma qui da noi i lavori selezionati non risultano sempre all’altezza del meglio che il mercato propone.

Dico subito che non ho nessuna idea di come si possa migliorare l’organizzazione per i Premi Italia: quella è una scelta storica, derivata dai metodi usati per il corrispondente premio americano. Non ho mai controllato a fondo i numeri dei partecipanti alle votazioni, ma, come per il Premio Vegetti, i vincitori italiani emergono per un totale di poche decine di voti.

Del resto, questo è il duro prezzo che si paga a un intento nobile, come quello democratico, quando la base di votanti è per sua natura piuttosto ridotta.

Il problema è che il mercato propone un numero di libri di fantascienza davvero ingestibile: oltre alla manciata di case editrici importanti, si sono oggi aggiunti moltissimi piccoli editori. Inoltre, la quantità di autopubblicazioni è davvero enorme. Il fatto è che non sempre questi libri autogestiti sono robaccia: proprio perché sono giornalmente in contatto con nuovi autori che mi scrivono per presentarsi, confesso di aver letto moltissimi libri belli, o addirittura molto belli. Usciti in autogestione, perché rifiutati dai soliti editori noti.

Se potessi suggerire un metodo che trovo davvero interessante per la gestione dei premi letterari di fantascienza, vorrei parlare di qualcosa che non sembra essere del tutto democratico e che assomiglia abbastanza al prestigiosissimo Premio Strega.

Il suo regolamento è valido soprattutto per un’organizzazione come WorldSF, in cui è in atto un sistema simile e i numeri analoghi a quelli del suddetto premio letterario.

Nel caso dello Strega, “Gli Amici della domenica potranno inviare le proprie proposte per il Premio Strega […] a partire dal prossimo 1° febbraio e fino al 1° marzo. Tutte le proposte degli Amici saranno rese note sul sito del Premio.”

All’inizio della storia questi Amici della domenica erano 170, adesso sono circa 400. Ognuno di loro ha facoltà di presentare un libro (un solo libro) perché li ha colpiti. Un libro che è piaciuto e che secondo il presentatore è il miglior libro dell’anno. Non si possono presentare i propri libri, naturalmente.

La presentazione è considerata importante: deve essere motivata da una ricca recensione e deve essere presentata (pubblicata) a favore di tutti gli Amici della domenica.

Oggigiorno, queste presentazioni sono così importanti che, man mano che arrivano al comitato, vengono presentate dalla stampa nazionale con ricchi articoli.

Nel caso del Premio Strega esiste una prima scrematura che mette in competizione solo dodici libri, attraverso una prima votazione dei soci. I quali faranno dunque, prima della fine, due votazioni.

Nel nostro caso, credo che questa fase potrebbe non essere presa in considerazione e far entrare in finale TUTTI i libri segnalati. Ma se ne può discutere.

Faccio notare la bellezza di tale metodo non democratico: ogni libro presentato ha bisogno di un solo voto per giungere a conoscenza degli altri soci. È comunque chiaro che gli altri soci non dipendono affatto da questa presentazione, perché potranno successivamente votare per chi preferiscono.

La cosa importante è che si tratterà di un libro certamente letto. Non segnalato solo perché qualcuno lo ha spinto dall’esterno.

Cosa voglio dire? Ho proprio verificato come la prima votazione sia spesso considerata un fastidio da parte degli aventi diritto. Magari per qualcuno è un bene che ci sia Tal dei Tali che consiglia di votare per lui. E vabbè. Voterò per lui. Che mi importa? Quasi fosse un obbligo istituzionale.

Questo atteggiamento porta voti a libri che, forse, il loro sostenitore non ha nemmeno letto. O lo fa perché è amico di chi glielo chiede. O magari dell’editore.

Nel caso degli Amici della domenica, ciò non può succedere ed è evidente: chi propone un libro con una recensione e una proposta così formale, non può farlo solo per amicizia.

A questo punto, però, io vedo delle possibili complicazioni. Ci sono passaggi nel regolamento del Premio originale che probabilmente non sono attuabili per un premio letterario di fantascienza. Per esempio, gli editori debbono impegnarsi a inviare una copia (non un PDF, non un ebook) a ogni Amico della domenica! Impensabile. Credo.

Ma andiamo avanti.

Nella seconda fase gli Amici si riuniscono, nel solito simposio e qui votano per il loro preferito, stabilendo il vincitore.

Art. 9. Al termine dello scrutinio della seconda votazione viene proclamato il vincitore, che riceve un premio in denaro del valore di cinquemila euro offerto dalla società […].

La votazione è segreta, per cui si può votare anche per il proprio candidato. Perché no?

Inutile dire che questo ultimo simposio avviene durante serate di grande richiamo mediatico, e non credo che WorldSF, o chi lei lei, potrà mai invitare i rappresentanti della stampa a presiedere alla votazione finale, né organizzare serate di gala al Ninfeo di Valle Giulia. E i soci forse non potranno avere la capacità economica di sostenere una serata simile e acquistare smoking e abiti da sera per l’occasione.

Per concludere: siamo sicuri che, nei Premi Letterari, un metodo di elezione su base democratica sia davvero la cosa migliore?

Credo proprio di no: se vogliamo mettere in evidenza i migliori romanzi, i migliori racconti dell’anno, credo si debbano rivedere certi regolamenti in modo da obbligare i lettori a partecipare in maniera decisamente più attiva.

Spero di sentire le vostre opinioni.

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.