Giuseppe Caimmi ci ha lasciati alle 17:30, di giovedì 9 marzo 2023.

Il mio primo contatto con Giuseppe ha origine a una lunghissima distanza nel tempo e con qualcosa che ancora adesso è un mistero.

Negli anni Ottanta dello scorso secolo stampavamo con altri amici una fanzine che si intitolava La Bottega del Fantastico, radunandoci in una libreria che portava lo stesso nome. Purtroppo, a un certo momento, la libreria è stata venduta e mi dicono che da allora abbia subito una pesante caduta di stile, fino a scomparire.

Prima che questa triste via si completasse, la nuova proprietaria riceveva una busta da un signore che passava da lì apposta per dare il suo contributo al quinto numero. La prima volta che mi capitò di passare in Bottega, ricevetti dall’amica una busta e lei mi disse, “È passato Caimmi che mi ha lasciato questo saggio. Poi c’è dell’altro e ho messo tutto qui…”

Ma il gruppo si era disperso, sicché ho dato una sbirciata quasi disinteressata al tutto e sono poi trascorsi trent’anni e più prima che io riprendessi in mano quella busta: era il 2013.

All’interno della busta c’era una cassetta magnetica contenente un’intervista che non siamo mai riusciti a ricostruire: non si è mai capito chi l’avesse fatta e a chi fosse stata fatta. La qualità era pessima, probabilmente da subito, figuriamoci dopo trent’anni a prendere polvere. Non si capiva una parola.

Ma dentro l’involto c’erano una cinquantina di fogli dattiloscritti in cui era spiegato con molti particolari e citazioni tutto ciò che era inerente alla Fantascienza Sociologica. Un saggio davvero interessante e completo. Mai letto un articolo così ben fatto, sullo stile delle monografie che rappresentavano la nostra scelta editoriale dell’epoca.

Decido quindi di contattare Giuseppe Caimmi. Non l’avevo mai visto, ma lo avevo sentito nominare. Altroché.

In qualche modo recupero la sua mail, il suo indirizzo, il telefono e vado a trovarlo.

In tale occasione, scopro immediatamente che Giuseppe Caimmi è un uomo splendido, gentile, disponibile, colto. Sa qualsiasi cosa io non abbia mai saputo: il suo studio è a casa sua, zona Città Studi a Milano, colmo zeppo di libri, manoscritti e mobili di legno antico.

Gli faccio vedere i fogli e lui mi dice che non si ricorda affatto di avere scritto quel saggio. Il tipo di caratteri sembra proprio quello della sua vecchia macchina da scrivere, ma non crede proprio di aver scritto quelle cose.

Legge però attentamente il saggio: sono le mie idee, infatti, dice. Ma non ricordo affatto di averle messe per iscritto.

Però quel saggio è davvero bello. Difficile trovare qualcosa di così esaustivo e completo. Io dico: “Credo che si dovrebbe comunque pubblicare.”

Tentenna. Gli faccio notare che metteremo il suo nome, se gli va, ma naturalmente lui potrà spiegare lo strano caso dell’opera perduta.

È stato così che sul piccolo volume della Bottega numero 5, il saggio riporta una breve commento, questo sì, sicuramente di Giuseppe Caimmi:

Che dire? Forse un mio avatar che sta in un mondo parallelo lo ha scritto e poi mandato in una piega spazio-temporale? Forse è uno scherzo di qualche buontempone (d’altronde ferratissimo sull’argomento)? Mistero.

Con questo mistero, Giuseppe Caimmi è entrato fragorosamente nella mia vita regalandomi da quel momento tantissimi articoli e una notevole dose di conoscenza fantascientifica. A me, che al massimo posso essere definito un appassionato lettore e sono quindi un suo ammirato allievo.

Oggi Giuseppe è andato a scrivere in altri luoghi e il mio cruccio è quello di non averlo potuto salutare come avrei voluto. Più di una volta negli ultimi mesi aveva volentieri tentato di portare avanti una mia richiesta: “Mi piacerebbe coinvolgere Nicolazzini negli articoli per Nuove Vie.”

Più di una volta mi aveva detto, “Ma non c’è problema. Tranquillo, adesso gli parlo io…”

Il materiale che Giuseppe Caimmi mi ha regalato per Nuove Vie è un millesimo della sua opera globale, ma lo conserverò con grandissima cura.

Buon viaggio Giuseppe.

 

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.