I Nebula 2021, in realtà assegnano i premi del 2020. Credo che la notazione esatta, dovrebbe proprio essere Nebula 2020, ma in genere non facciamo tra di noi questa sottile differenza tecnica.

I Nebula sono assegnati dagli scrittori americani (SFWA) ai migliori romanzi, racconti, eccetera. Ma al momento la situazione è ancora in una fase di grande incertezza, per quel che riguarda la cerimonia vera e propria.

Il sito ufficiale del Nebula Conference, ci spiega:

L’aeronave Nebula SFWA tornerà a giugno 2021, e vogliamo fare in modo che tutti possano partecipare. A causa della pandemia in corso e nell’interesse della sicurezza di tutti i nostri partecipanti, membri, personale e le loro famiglie, abbiamo di nuovo deciso di pianificare un evento completamente virtuale. Comprendiamo perfettamente che questa notizia può risultare non proprio graditissima. A tutti noi manca la compagnia dei nostri amici e colleghi. Ma non è detto: se la situazione dovesse migliorare, speriamo di ospitare per lo meno un evento ibrido.

Non parleremo di tutti i premi previsti, che sono suddivisi in cinque categorie:

  • Miglior romanzo (Best Novel): opere di lunghezza superiore alle 40.000 parole
  • Miglior romanzo breve (Best Novella): opere di lunghezza tra le 17.500 e le 40.000 parole
  • Miglior racconto (Best Novellette): opere di lunghezza tra le 7.500 e 17.500 parole
  • Miglior racconto breve (Best Short Story): opere di lunghezza inferiore alle 7.500 parole
  • Miglior sceneggiatura di gioco (Best Game Writing): un’opera interattiva o giocabile basata sulla trama che trasmette il background narrativo, di carattere o di storia, non assoggettata a limiti di parole.

Anche quest’anno, come sempre, ci concentreremo sui romanzi di lunghezza superiore alle 40.000 parole. Ecco l’elenco dei sei titoli selezionati per la votazione finale.:

  • Piranesi, Susanna Clarke (Bloomsbury US; Bloomsbury UK)
  • The City We Became, N.K. Jemisin (Orbit US & UK)
  • Mexican Gothic, Silvia Moreno-Garcia (Del Rey; Jo Fletcher)
  • The Midnight Bargain, C.L. Polk (Erewhon)
  • Black Sun, Rebecca Roanhorse (Saga; Solaris)
  • Network Effect, Martha Wells (Tordotcom)

I titoli sono presentati in un ordine del tutto casuale e quindi nulla hanno a che fare con qualsiasi giudizio.

nebula 2021: Susanna ClarkeIl romanzo “Piranesi” è evidenziato, poiché esiste già una versione in italiano, delle Edizioni Fazi, tradotto da Donatella Rizzati. Tra l’altro il romanzo è stato parecchio discusso sulla nostra stampa, che gli ha dedicato moltissime recensioni.

L’autrice è Susanna Clarke, che ha prodotto il meraviglioso Jonathan Strange & il signor Norrell, vincitore dello Hugo 2005 e, secondo me, uno tra i più bei romanzi dedicati alla magia.

Anche questo Piranesi dovrebbe essere piuttosto interessante. Così si esprime Silvia Arzola, per Pulp, quotidiano dei libri:

La Casa-Mondo in cui vive Piranesi, il protagonista [è invasa da] Maree che abitano il piano inferiore e che col favore della luna ascendono a minacciare i piani intermedi del palazzo costituito da settemilaseicentosettantotto (7678) saloni. I saloni inferiori, regno delle acque, offrono pesci e alghe necessarie alla sussistenza. I saloni di mezzo in cui Piranesi vive, sono dimora degli uccelli e degli uomini: ovvero i morti che il protagonista omaggia secondo i riti di una pietas ancestrale. I saloni superiori sono abitati dalle nuvole.

Ricordiamo che Giovanni Piranesi fu un incredibile incisore, specializzato in labirintiche rappresentazioni di ambienti fantastici. Quando avrò letto questo romanzo, magari ritorneremo a parlarne.

nebula 2021: N- K. JemisinPoi ecco The City We Became, romanzo di Nora K. Jemisin, scrittrice che personalmente non amo troppo, ma che invece ha riscontrato un grandissimo successo presso il vasto pubblico con la sua precedente Trilogia della Terra Spezzata.

Questo nuovo lavoro della Jemisin è quello che viene definito un Urban Fantasy, e l’ambiente urbano in cui si svolge l’azione è la città di New York.

Il romanzo non è ancora stato tradotto in italiano e al momento le recensioni in rete non sono molte. Ne ho recuperata una scritta da una non meglio identificata (da me) Sophie, per Laumes’ Jurney:

[Si parla di] New York, attraverso le incarnazioni personificate dei suoi cinque distretti: Manhattan, Brooklyn, Bronx, Queens e Staten Island. Ogni “quartiere” viene rappresentato da un diverso personaggio, in modo tale da garantire alla narrazione un retrogusto più autentico, fluido e interessante, mentre la più nota metropoli delle città a stelle e strisce si prepara a prendere vita e a ingaggiare battaglia contro una terrificante entità interdimensionale scaturita direttamente dalle pagine di un incubo lovecraftiano.

Mi esimo dall’esprimere qualsiasi parere, perché davvero non ho elementi di giudizio e, soprattutto, perché non sarei certamente obiettivo: non amo la Jemisin e non amo la Urban Fantasy, quindi mi chiamo fuori dal giudizio. Almeno per il momento.

nebula 2021: Silvia Moreno-GarciaMexican Gothic, di Silvia Moreno-Garcia, che malgrado il nome è canadese, ci racconta una storia di mitologia messicana, argomento che, da qualche anno, pare andare piuttosto forte negli Stati Uniti. Silvia era già presente lo scorso anno con un’altra mitologia sud americana: Gods of Jade and Shadow.

Qui siamo di fronte alla storia di una studentessa di antropologia proveniente da ambienti “bene”: Noemi, 22 anni, la quale negli anni ’50 lascia la sua bella casa a Città del Messico per prendersi cura di Catalina, una cugina malata, nella remota città di El Triunfo, tra i monti. Noemi capisce subito che qualcosa non va, quando il treno arriva in quel desolato paese, e ancora di più mentre risale la montagna fino a High Place, la sua destinazione. La casa è decrepita ma enorme e appartiene da molti decenni alla famiglia di Virgil Doyle, marito di Catalina. La costruzione sembra aver visto giorni migliori ma i suoi problemi non sono affatto di estetica e hanno origine nel regno del soprannaturale.

Come da titolo, siamo in pieno romanzo gotico, che è sempre stato un punto di forza di molte scrittrici, da Mary Shelley a Ann Radcliffe e di geniali autori soprattutto nel settecento e ottocento. Dove ovviamente, il più famoso di tutti è Edgar Allan Poe.

Il gotico messicano esiste da sempre, da noi poco noto, anche se ne abbiamo visto un esempio recente con il film di animazione Coco, della Walt Disney Pixar.

nebula 2021: Rebecca RoanhorseRebecca Roanhorse è una scrittrice nativa americana che si è sempre dedicata a raccontare leggende provenienti dagli indiani d’America. In genere a sfondo soprannaturale. L’avevamo già conosciuta per il romanzo fantasy, a tinte cupe, Trail of Lightning, del 2018.

In questa nuova fatica, Black Sun, la Roanhorse si rifà a epoche precolombiane. Tutto si incentra su tre personaggi, come accenna Grimdark Machine:

Black Sun è un romanzo condotto dai suoi personaggi. Il libro si alterna tra le diverse prospettive di Serapio, Xiala e Naranpa. Per tutto il libro la Roanhorse descrive attimi precisi e di impatto, che dimostrano la personalità di ogni personaggio. Momenti che generano empatia nel lettore, eppure tra queste persone la tensione sale sempre durante l’intera narrazione.

Rebecca Roanhorse più di altri, viene presentata come un’autrice BIPOC (black, indigenous and people of color), cioè facente parte dei neri, indigeni e gente di colore. Tale differenziazione mi dà fastidio e mi fa capire come, purtroppo, il razzismo non sia affatto morto in America. E poi, che significa neri e gente di colore!? A mio avviso fare queste differenze non è un modo politicamente corretto di definire le persone. Anche se pare che il termine sia invece considerato molto fair negli Stati Uniti.

Vedremo che tipo di accoglienza avrà questa cupa rivisitazione di una America primitiva.

nebula 2021: Martha WellsNetwork Effect, è l’ultimo romanzo di Martha Wells, già autrice di Murderbot: I diari della macchina assassina. Dico questo non a caso, poiché anche Network Effect fa parte della saga di Morderbot: una macchina disegnata per essere letale, ma che preferisce di gran lunga passare il suo tempo tra film, musica, serie tv, libri, giochi, piuttosto che dedicarsi a quegli incarichi noiosi e ripetitivi che non lasciano spazio al suo libero arbitrio. Dotata di una sensibilità tutt’altro che meccanica, Murderbot inizia un avventuroso viaggio alla ricerca di sé…

In questo nuovo romanzo, Martha Wells continua dunque i diari di Murderbot, una intelligenza pigra e romantica:

“Ok per le battaglie spaziali (bah), ma sono io l’Intelligenza Artificiale più originale di questo secolo. —Sono sempre da sola nella mia testa, ed è lì che si trova il 90% dei miei problemi.”
Quando i soci umani di Murderbot (non amici, mai amici) vengono catturati e un altro non amico del passato richiede assistenza urgente, Murderbot deve scegliere tra inerzia e azione drastica
.

Da notare che “The Murderbot Diaries” è una raccolta di quattro romanzi brevi, mentre questo Network Effect è il primo romanzo a tutto respiro basato sulla bizzarra macchina assassina. La storia è articolata, secondo ciò che si intuisce dalle parole di Steve Mullis su NPS:

Murderbot e alcuni dei suoi amici vengono improvvisamente catturati e portati nello spazio. Il nucleo del romanzo sta proprio nel capire chi e perché abbia fatto una cosa del genere. Murderbot ha subito la sensazione che il responsabile potrebbe essere una sua vecchia conoscenza, il che complica tutto sia per Murderbot, che per gli umani che ha giurato di proteggere. Sembrerebbe una trama facile, ma il modo in cui Wells descrive le responsabilità che Murderbot ha assunto con il mondo e con gli umani che lo abitano, fa la vera differenza tra facile e complicato. Si comprende benissimo il modo in cui un sistema informatico senziente, che è più intelligente di tutti, osservi al mondo… eppure non fa altro che guardare moltissima TV spazzatura.

Tanto per terminare con un’ovvietà, anche quest’anno gli scrittori maschi sono diventati più rari dei panda! Sono anni che nella sestina finale dei più importanti premi internazionali di fantascienza le donne sono in maggioranza. L’anno scorso, se non sbaglio, c’era almeno un uomo. Questa volta li abbiamo fatti fuori definitivamente!

Molto bene. Qualcosa è cambiato?

 

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nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.